
I soccorsi ai feriti nell’attacco al bus a Marganec, Dnipropetrovsk - Reuters
Salta il tavolo di Londra con l’«offerta finale» di Donald Trump per una tregua in Ucraina. Il vertice dei ministri degli Esteri dei “volenterosi” – Francia, Regno Unito e Germania – con i rappresentanti di Ucraina e Stati Uniti, in poche ore è declassato a un incontro fra Esteri e Difesa ma solo di Kiev e Londra. Il primo a dare forfait, martedì notte, è il segretario di Stato Usa Marco Rubio presente invece al vertice di Parigi della settimana scorsa. Poche ore dopo si sfilano anche i ministri degli Esteri di Francia e Germania.
Il “volenterosi” che discutono, non senza imbarazzo del Foreign Office, sono solo negoziatori e tecnici della sicurezza nazionale francesi, tedeschi e britannici. La trattativa va avanti, ma il “flop” diplomatico è fin troppo evidente.
Le forti pressioni di Trump per chiudere in fretta se no gli Usa «passeranno oltre», non portano a nessun risultato. La speranza che la farlocca “tregua di Pasqua” di Putin avesse aperto un nuovo capitolo diplomatico, pure. Il segretario di Stato Usa rinuncia a una trattativa impossibile, mentre si sono moltiplicate le indiscrezioni sul piano di pace. Riconoscere la Crimea come parte della Russia e congelare l’invasione dell’Ucraina negli attuali confini con cinque oblast nel Donetsk e Lugansk in buona parte occupati, la proposta che secondo i media avrebbe fatto la Casa Bianca a Kiev. Uno schema, secondo fonti vicine al governo di Kiev, che «indica molto chiaramente quali vantaggi tangibili otterrà la Russia», ma «vagamente e in modo generico cosa otterrà l'Ucraina». Escluso, secondo il piano degli Stati Uniti, che Kiev entri nell’Alleanza atlantica.
Zelensky, per non irritare ulteriormente Trump, dice di essere disposto a negoziati diretti. «Siamo impegnati negli sforizi dipace di Trump» afferma il capo negoziatore ucraino Yermak, ma al “puzzle” Ucraina mancano ancora troppi pezzi. E le distanze restano enormi.
Se il vice presidente Usa JD Vance, dall’India rilancia, chiedendo a Mosca e Kiev di «cedere territori» per un accordo, Downing Street ribatte che spetta all'Ucraina «decidere del proprio destino» mentre per la Francia «l’integrità territoriale» dell’Ucraina è una «esigenza molto forte» per gli europei. E poi l’affondo di Trump contro Zelensky: «La sua posizione sulla Crimea mette a rischio i negoziati di pace».
Il Cremlino constata il passo falso di Londra , ma osserva che sul piano di pace «circolano troppe notizie false». Non sarà accettata la presenza di peacekeeper della Nato, ma la disponibilità a una trattativa diretta esiste anche per Mosca: «Continuiamo i nostri contatti con gli americani. Non abbiamo contatti con gli europei. Nemmeno con gli ucraini. Sebbene il presidente Putin mantenga la sua disponibilit» a tali contatti» sapere il portavoce Peskov. Il tavolo non salta, ma nessuno sa dire con precisione – per usare una espressione di Trump – quali siano le “carte” con cui si gioca la partita diplomatica.
Intanto, in Ucraina, si continua a combattere. E a morire. Nella notte sono stati abbatttuti 67 droni russi su 134 lanciati. Un drone a Marganec, nell’Ucraina sudorientale, ha colpito un autobus con a bordo degli operai di una azienda: nove i morti e almeno trenta i feriti. L’Ucraina «non esclude alcun formato che possa portare a un cessate il fuoco e, alla fine, a una vera pace» afferma su X il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky. «Fermare le uccisioni è il primo obiettivo, sono grato a tutti coloro che sono concentrati su questo scopo e ci aiutano a muoverci verso la fine della guerra», aggiunge Zelensky. Ma per ora nessun passo vanti concreto.