mercoledì 17 agosto 2022
I ragazzi e le ragazze condividono tre settimane di formazione in quattro campi nel sud «Quando sarà il momento di tornare in patria avrò imparato a combattere»
una lezione di tiro impartita da un ufficiale

una lezione di tiro impartita da un ufficiale - Napoletano

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Zakhar, ucraino, poco più che ventenne, imbraccia il suo fucile Enfield SA-80 con la sicurezza di un soldato navigato. È un ex ingegnere civile arrivato sei giorni fa da Kiev nel Regno Unito per partecipare al programma di addestramento militare offerto dal governo britannico alle reclute con poca (o nessuna) esperienza destinate alla resistenza armata contro la Russia. «Sono tranquillo – ostenta – perché quando sarà il momento di tornare in patria avrò imparato a combattere».

Gli occhi di ghiaccio e il respiro affannato che trapelano dalla maschera mimetica posta su naso e bocca a tutela della sua identità tradiscono ben altro. Dolore. Nervosismo. Paura. «Chi non ne ha?», si sbottona un po’ il giovane tutto d’un pezzo: «Ma devo farlo». «Voglio che i miei figli e i miei nipoti – spiega - vivano in un Paese libero e indipendente. Voglio vendicare la morte del mio miglior amico. È stato ucciso dalle bombe dei russi». Sono quattro le basi militari del Regno Unito che da giugno accolgono militari ucraini da addestrare. Duemila hanno già completato il ciclo di tre settimane di formazione e sono tornati al fronte; altri 8mila sono attesi nei prossimi mesi per un totale di diecimila soldati. Il campo britannico di cui è ospite Zakhar, aperto in via eccezionale alla stampa estera, si trova in una località (da non «reclamizzare ») dell’Inghilterra sudorientale ed è gestito da istruttori, insieme, di Esercito, Aviazione e Marina che, a breve, riceveranno il supporto di personale proveniente dalle forze armate di Canada, Danimarca, Finlandia, Svezia, Norvegia e Lituania.

Azioni di imboscata e attacco simulate in addestramento dai militari ucraini assistiti dai colleghi delle Sas britanniche

Azioni di imboscata e attacco simulate in addestramento dai militari ucraini assistiti dai colleghi delle Sas britanniche - Napoletano

I giovani ucraini, maschi e femmine, vengono istruiti a maneggiare armi ed esplosivi, a prendere la mira con precisione, a prestare soccorso ai feriti e a familiarizzare con le leggi in vigore nelle zone di conflitto. Nozioni base, in sostanza, non di più. La Difesa britannica sta valutando l’opportunità di estendere la durata e la qualità delle sessioni. Ma la percezione è che, oggi, dopo 175 giorni di conflitto, non c’è tempo. Come non ce n’era ai tempi della guerra d’Inghilterra quando la Royal Air Force, minacciata dalla Germania di Adolf Hitler, arruolava chiunque, anche dilettanti, i cosiddetti «piloti della domenica», a cui mettere tra le mani la cloche di un caccia dopo solo 12 ore di addestramento in volo. Ciò che facilita «l’avviamento alla guerra» dei giovani ucraini, spiega Craig Hutton, guardia scozzese in servizio come supervisore delle esercitazioni, «è la loro straordinaria voglia di imparare».

«Non fanno altro che chiedere – sottolinea – di allenarsi e mettere in pratica quello che viene loro insegnato». Il programma delle lezioni non è standard. «Lo abbiamo sviluppato tenendo conto delle caratteristiche della guerra in corso – approfondisce il maggiore – valutando le modalità dell’aggressione russa, sempre variabili, e le richieste del governo ucraino. Kiev, per esempio, è interessata a migliorare la gestione del conflitto nei centri abitati perché vuole evitare il più possibile la demolizione degli edifici. Le tecniche di attacco e difesa devono per questo puntare alla tutela delle infrastrutture».

Una parte del campo inglese è stata, non a caso, allestita come se fosse un villaggio ucraino sotto attacco russo, con tanto di insegne in lingua originale. Durante le esercitazioni, a cui prende sempre parte un interprete, i soldati vengono per esempio istruiti ad aprire le porte delle case senza sfondarle o a scavalcare i muri senza abbatterli. Il combattimento urbano è forse anche quello più difficile e pericoloso. Ma Nick, come si fa chiamare un altro ucraino di stanza in Inghilterra, è fiducioso sull’esito della formazione. «Gli inglesi sono persone serie – sottolinea – e hanno molta esperienza considerato il loro impegno in zone come l’Iraq e l’Afghanistan. Toccherà a noi mettere in pratica le strategie che ci stanno insegnando».

Azioni di imboscata e attacco simulate in addestramento dai militari ucraini assistiti dai colleghi delle Sas britanniche

Azioni di imboscata e attacco simulate in addestramento dai militari ucraini assistiti dai colleghi delle Sas britanniche - Napoletano

Il ragazzo, 25 anni, sposato ma senza figli, pare come aggrappato al fucile che porta a spalla. «Mi piace molto quest’arma, è diversa da quelle in dotazione all’esercito ucraino », commenta gelido. È la freddezza della guerra, ammette, in cui «non c’è spazio né per le emozioni né per la stanchezza, dobbiamo solo andare avanti». Anche Snizhanna, 34 anni, nell’esercito ucraino dal 2015, simula incrollabile determinazione. «Non c’è abbigliamento più confortevole di questa divisa», giura. I suoi grandi occhi azzurri, incastrati tra il pesante elmetto e la maschera che indossa per nascondere la sua identità, paiono quasi sorridere.

Chissà se pensava ai tempi delle peripezie sui tacchi. «Per una donna come me – aggiunge – la guerra può essere molto, molto, più difficile che per un uomo». Ma non è il momento di discorsi sulla parità di genere. «Posso essere brava quanto loro», precisa. Anzi, finisce: «Non vedo l’ora di tornare a Kiev per condividere con i miei uomini, con i miei soldati, quello che ho imparato dagli inglesi». Nella sua vita, come in quella di ogni ucraino, oggi non c’è spazio per altro: «Dobbiamo mandare a casa i russi, non abbiamo mai avuto una motivazione più grande». Trucco e tacchi possono aspettare.



La «Battaglia d’Inghilterra»

Ogni anno le forze armate britanniche addestrano 1.500 militari stranieri provenienti da 100 Paesi del mondo.L’iniziativa storicamente più rilevante è avvenuta nella Seconda Guerra Mondiale quando gli inglesi formarono gli squadroni polacchi per combattere al fianco della Royal Air Force nella Battaglia d’Inghilterra.La Germania – era il 1940 – voleva controllare lo spazio aereo dell’isola e isolarla dal Continente prima di invaderla.L’addestramento inglese di 144 piloti polacchi, poco più che ventenni, fu essenziale a far naufragare i piani di invasione progettati Hitler nonostante i tempi ristretti.In alcuni casi, raccontano gli storici, durò solo 12 ore: il tempo di imparare a far entrare un bersaglio veloce nel collimatore e far fuoco al momento giusto. Il 15 settembre di quell’anno centinaia di caccia Hurricane e Spitfire contesero ogni palmo del cielo di Londra ai piloti della Luftwaffe decimandone le forze. I polacchi del cosiddetto «Circo volante Skalski» furono tra quelli che abbatterono il maggior numero di bombardieri tedeschi che avevano seminato «sangue, fatica, lacrime e sudore» nelle città britanniche con i bombardamenti.

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