lunedì 6 luglio 2009
Una bomba rudimentale ha ucciso almeno cinque persone e ne ha ferite altre 34 davanti alla cattedrale di Cotabato, sull'isola meridionale di Mindanao, in un gesto terroristico attribuito dall'esercito ai ribelli islamici del Fronte Moro. Papa Benedetto XVI ieri all'Angelus ha espresso la sua "profonda deplorazione" per l'attentato.
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Una bomba rudimentale ha ucciso almeno cinque persone e ne ha ferite altre 34 davanti alla cattedrale cattolica dell'Immacolata Concezione nella città di Cotabato, sull'isola filippina meridionale di Mindanao, in un gesto terroristico attribuito dall'esercito ai ribelli islamici del Fronte Moro. Papa Benedetto XVI ieri all'Angelus ha espresso la sua "profonda deplorazione" per l'attentato.Testimoni riferiscono di un solo uomo che ha lasciato la bomba esplosa all'uscita dei fedeli dalla cattedrale ieri mattina alle 08.50 (le 02.50 italiane). L'esplosione, il cui impatto sembra in gran parte assorbito dal ristorante di fronte alla cattedrale, ha ucciso cinque persone, tra cui un bambino di tre anni, una venditrice ambulante e due agenti. Fra i 34 feriti di cui danno conto i media filippini, citando la polizia, vi sono molte donne e diversi bambini.Il portavoce locale dei militari, ten. col. Jonathan Ponce, "ha dato subito la colpa ai separatisti del Fronte Moro islamico di liberazione (Milf)", secondo quanto si legge sul sito del Manila Bulletin, aggiungendo che i ribelli "si sentono disperati a causa delle operazioni militari" che li mettono sotto pressione. Secondo Ponce, citato stavolta dal sito dell'emittente Gma News, i separatisti "non scelgono più i loro obiettivi, attaccando anche i semplici fedeli". I media filippini riferiscono però anche che il portavoce del Milf, Eid Kabalu, ha respinto al mittente l'accusa, aggiungendo che "i militari ci hanno già accusato quando non è ancora stata avviata l'inchiesta sull'accaduto" e dicendo che la bomba di oggi potrebbe essere opera di "provocatori di destra" che si oppongono a qualunque ritorno al tavolo della pace fra il governo di Manila e il Milf. Quest'ultimo, insieme agli islamici di Abu Sayyaf, che da quasi sei mesi tengono in ostaggio l'italiano Eugenio Vagni sull'isola di Jolo, combatte per uno stato indipendente islamico nel sud di un Paese che è a stragrande maggioranza cattolico. Proprio oggi il Manila Times riferisce che l'esercito ha inviato a Jolo rinforzi alle truppe che combattono Abu Sayyaf e cercano di giungere alla liberazione di Vagni. Stamani la condanna del papa: "Esprimo la mia profonda deplorazione per l'attentato compiuto stamani a Cotabato". "Mentre prego Dio per le vittime dell'ignobile gesto - ha detto Benedetto XVI - elevo la mia voce per condannare ancora una volta il ricorso alla violenza, che non costituisce mai una via degna alla soluzione dei problemi esistenti".
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