venerdì 26 marzo 2021
La portacontainer Ever Given martedì si è incagliata con la prua in un banco di sabbia. È intervenuta una società olandese che prevede «settimane» per ripristinare il traffico
Il gigante e il piccoletto: ai piedi del mega portacontainer una ruspa cerca di rimuovere la sabbia in cui è andato a incagliarsi

Il gigante e il piccoletto: ai piedi del mega portacontainer una ruspa cerca di rimuovere la sabbia in cui è andato a incagliarsi - Reuters

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Il canale di Suez, una delle vie d'acqua più importanti al mondo, che in Egitto collega il Mediterraneo al Mar Rosso, è bloccato per il quarto giorno consecutivo a causa del porta-container gigante Ever Given, arenatosi su uno dei suoi lati. Le operazioni per disincagliarlo si stanno rivelando molto difficili e si prevede che il blocco potrebbe durare anche "settimane", con ripercussioni preoccupanti sul commercio mondale.

Secondo dati di giovedì sera, si è creato un ingorgo di quasi 200 navi. La causa è la nave classe "megaship" lunga 400 metri e larga quasi 60 che martedì mattina, nel pieno di una tempesta di sabbia, si è incagliata nel tratto sud del canale mettendosi di traverso e ostruendolo completamente.

Un'immagine del cargo incagliatosi nel Canale di Suez, sullo sfondo, e in primo piano un'imbarcazione di soccorso

Un'immagine del cargo incagliatosi nel Canale di Suez, sullo sfondo, e in primo piano un'imbarcazione di soccorso - Reuters

A conferma di preannunci di mercoledì, la navigazione è stata dichiarata "temporaneamente sospesa" dall'Authority che gestisce il canale e lo rimarrà fin quando il cargo battente bandiera panamense e operato da una società di Taiwan non sarà rimesso in navigazione.

L'armatore giapponese Shoei Kisen Kaisha, proprietario della Ever Given, ha avvertito che si stanno incontrando "estreme difficoltà" a disincagliarla e ha ammesso di non sapere quanto tempo ci vorrà a liberarla dalle sabbie. Per spostare questa"pesante balena spiaggiata", potrebbero essere necessari anche "giorni o settimane", spiega il capo della Smit Salvage, una società olandese specializzata in questo tipo di operazioni che ha partecipato fra l'altro alla rimozione sia del relitto della Costa Concordia davanti all'Isola del Giglio svuotandone le cisterne, sia di quello del sottomarino nucleare russo Kursk.

Smit Salvage ha inviato a Suez un team di tecnici e l'Autorità del Canale di Suez ha sottolineato che sta intervenendo con due battelli-draga, quattro scavatrici e nove "rimorchiatori giganti".

Navigazione nel Canale di Suez, in una foto di repertorio

Navigazione nel Canale di Suez, in una foto di repertorio - Ansa

Il canale di Suez è un'allettante scorciatoia per portare merci dall'Asia all'Europa e viceversa senza dove fare il periplo dell'Africa e allungare il tragitto di due settimane: vi transita circa il 30% dei container in giro per il mondo (quasi 19 mila navi l'anno scorso) e circa il 12% del commercio mondiale, soprattutto petrolio (in media 1,74 milioni di barili al giorno l'anno scorso) e grano. Per l'Italia si tratta del 40,1% dell'import-export marittimo, ossia 82,8 miliardi di euro (dati del Centro Studi di Intesa Sanpaolo). Una stima rilanciata da Bloomberg che indica in 9,6 miliardi di dollari al giorno il valore del traffico marittimo bloccato a Suez.

Dopo una fiammata del 6% mercoledì, ieri le quotazioni del petrolio sono scese di oltre 5% su timori per l'evolversi della pandemia. Analisti prevedono problemi di approvvigionamento per industrie che contano su forniture "just in time" come l'automotive e giganti dei trasporti come Maersk and la tedesca Hapag-Lloyd hanno rivelato che stanno valutando opzioni per aggirare il blocco, incluso il periplo del capo di Buon Speranza.

L'Authority del canale, che incassa quasi sei miliardi di dollari l'anno, ha ammesso di aver cominciato a perdere cento milioni di dollari al giorno senza contare gli indennizzi che saranno dovuti agli armatori.

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