martedì 21 gennaio 2014
​Il problema non può essere solo quanti profughi accoglie ogni singolo stato, ma occorre pensare a un serio controllo delle frontiere. Serve poi uno sguardo più ampio.
COMMENTA E CONDIVIDI
«Il nostro problema non è quello di sapere quanti immigrati dobbiamo prendere in Italia, anche perché sappiamo che Germania e Bulgaria, ad esempio, ne hanno di più di noi, ma il problema vero è il controllo delle frontiere». Lo ha detto il ministro degli Esteri, Emma Bonino, riferendosi alle politiche europee sull'immigrazione.Ma ci sono altri aspetti del fenomeno immigratorio, legato in gran parte alle guerre che devastano il Medio Oriente e l’Africa. Ad esempio, ha continuato la Bonino  «Tra i milioni di rifugiati e di persone in fuga, tra donne e bambini trovano facile nascondiglio tutta una serie di altri signori. Si tratta di un problema europeo perché l'Italia è un Paese di transito e dove vanno a finire le cellule dormienti è una questione europea». Il riferimento è a gruppi terroristi, anche se molti di questi non prevedono attacchi in Europa ma, ad esempio, cercano di arruolare militanti da spedire sui campi di battaglia di mezzo mondo. «Non è più solo una questione tradizionale di peso tra quanti rifugiati prende ogni Paese - ha precisato la Bonino -. A Sud del Mediterraneo ci sono milioni di persone in movimento: 1 milione in Libano, 500 mila in Giordania, 300mila in Turchia», ha proseguito il ministro. Spiegando anche che milioni persone trovano nella Libia «un'autostrada senza controllo». Per questo gli sbarchi e la tragedia di Lampedusa sono solo la punta dell'iceberg di uno sconvolgimento di masse che si muovono e non si può pensare di risolvere delegando a un paese piuttosto che un altro. Per questo è «centrale il tema della sicurezza». E da questo punto di vista «prese di posizione come quella del premier britannico Cameron non tengono conto del fenomeno che abbiamo di fronte».
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: