martedì 19 settembre 2023
L'Azerbaigian ha lanciato una "operazione antiterrorismo" nella regione separatista: 2 vittime civili, 11 feriti. Erevan invoca l'intervento del Consiglio di sicurezza Onu
A Stepanakert dopo il raid

A Stepanakert dopo il raid - Ansa

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L'Azerbaigian ha avviato "operazioni antiterrorismo" in Nagorno Karabakh, quasi tre anni dopo l'ultima guerra contro l'Armenia per la regione contesa. Il ministero della Difesa di Baku (Azerbaigian) afferma di avere informato Russia e Turchia. Esplosioni sono state udite nella roccaforte separatista armena di Stepanakert, che sarebbe caduta sotto il controllo azero. Baku sostiene di avere aperto corridoi per evacuare i civili dalla regione. I separatisti denunciano l'uccisione di 25 civili e il ferimento di altre decine, tra cui alcuni bambini. Dopo alcune ore di combattimenti, i separatisti hanno chiesto a Baku il cessate il fuoco e di "sedersi al tavolo dei negoziati". L'ufficio della presidenza azera ha risposto di essere disposta a mettere fine all'operazione solo se i separatisti deporranno le armi e se verrà dissolto "il regime illegale", cioè l'autoproclamata Repubblica del Nagorno-Karabakh.

Baku, riferisce la Bbc, accusa le forze armene di aver "sistematicamente bombardato" posizioni dell'esercito dell'Azerbaigian e sostiene di avere risposto con "un'azione locale anti terrorismo... per disarmare e assicurare il ritiro di formazioni dell'esercito armeno dal nostro territorio".

Da parte sua, Erevan (Armenia) afferma di non avere proprie forze nell'enclave in territorio azero e invoca l'intervento del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e delle forze di pace russe. Il ministro degli Esteri armeno denuncia una "operazione di pulizia etnica".

L'attacco militare arriva dopo mesi di tensione attorno alla regione a maggioranza armena in Azerbaigian, per la quale Erevan e Baku si sono già affrontate in due guerre, dopo il crollo dell'Urss ai primi degli anni Novanta e nuovamente nel 2020. Dallo scorso dicembre, l'Azerbaigian aveva di fatto bloccato il corridoio di Lachin, unica via di collegamento fra il Nagorno Karabakh e l'Armenia, mettendo a rischio il rifornimento di beni essenziali.

Di recente Erevan ha più volte accusato la Russia, a lungo potenza protettrice dell'Armenia, di non tutelare più la sua sicurezza. Pochi giorni fa c'erano state esercitazioni militari congiunte fra Stati Uniti e Armenia.

L'allarme di Ue, Usa e Russia: fermare l'escalation

L'attacco azero in Nagorno preoccupa e allarma Europa e Stati Uniti. "Notizie devastanti arrivano oggi dall'ex oblast del Nagorno-Karabakh. Le azioni militari dell'Azerbaigian devono essere immediatamente interrotte per consentire un dialogo autentico tra Baku e gli armeni del Karabakh" twitta il presidente del Consiglio Ue Charles Michel. La Francia annuncia azioni per fermare Baku e invoca, anch'essa, l'intervento dell'Onu.

Il segretario di Stato americano Antony Blinken avrà oggi colloqui urgenti con tutte le parti per porre fine all'operazione "vergognosa" dell'Azerbaigian nell'enclave del Nagorno-Karabakh.

Anche il Cremlino fa sapere di essere al lavoro e in contatto con entrambe le parti per fermare l'escalation.

Dove si trova il Nagorno-Karabakh?

Il Nagorno Karabakh (Artsakh per gli armeni) è una regione montuosa situata nella parte meridionale dei monti Karabakh, Caucaso del Sud. Per popolazione, è una enclave armena all'interno del territorio azero: sono armeni 120mila dei suoi 145mila abitanti. Internazionalmente, è riconosciuta la sovranità azera. Amministrativamente si tratta di un territorio autonomo, il cui governo è vicino a quello armeno che pure non lo riconosce ufficialmente.

Perché è conteso tra Armenia e Azerbaigian?

La popolazione del Nagorno Karabakh è all'80% di lingua e cultura armena e di tradizione religiosa cristiana, distinguendosi dunque dagli azeri che sono di origine turcomanna e musulmani. La presenza armena risale a diversi secoli avanti Cristo. Anche gli azeri rivendicano l'antichità della loro presenza nell'area, che nel corso della storia ha conosciuto il dominio di Persiani, Turchi e Russi. La regione era parte della Repubblica azera ai tempi dell'Urss.

Quando si sono combattute le due guerre del Karabakh?

Con il crollo dell'Unione Sovietica scoppiò la prima guerra del Karabakh (1988-1994) tra Armenia e Azerbaigian. Circa 30mila persone rimasero uccise e centinaia di migliaia di azeri lasciarono il territorio. La guerra si concluse con la conquista armena di 7 distretti.

Dopo decenni di schermaglie intermittenti, nel 2020 l'Azerbaigian attaccò le difese armene dando inizio alla seconda guerra del Karabakh, durata 44 giorni e conclusasi con la vittoria azera. Baku riconquistò i 7 distretti e circa un terzo del Nagorno Karabakh. Decisivo il ruolo dei droni acquistati da Turchia e Israele. Furono 6.500 le vittime. La Russia, che ha un trattato di difesa con l'Armenia ma anche buoni rapporti con l'Azerbaigian, negoziò il cessate il fuoco. Il trattato prevedeva che 1.960 peacekeeper russi restassero a garantire il corridoio di Lachin, la striscia di terra che permette le comunicazioni tra l'enclave e l'Armenia e che le forze armene non controllavano più.

Perché i negoziati sono falliti?

Negli anni si sono tenuti diversi negoziati, mediati da Unione Europea, Stati Uniti o Russia, ma non si è mai arrivati a una soluzione definitiva. Il tema più delicato è lo status dei 120mila armeni per i quali Erevan chiede garanzie sul rispetto dei diritti e sulla loro sicurezza. Il primo ministro Nikol Pashinyan ha dichiarato che l'Armenia riconosce la sovranità e l'integrità territoriale dell'Azerbaigian, ma Baku non si fida e accusa Erevan di fomentare il separatismo.

Nel dicembre del 2022 civili azeri bloccarono il corridoio di Lachin. Nell'aprile di quest'anno l'Azerbaigian ha messo un checkpoint ufficiale, asserendo che serve a evitare il traffico di armi. In questo modo si è reso più complicato, e in gran parte fermato, il traffico di merci e persone fra l'Armenia e il Nagorno Karabakh. Gli Stati Uniti hanno denunciato un "rapido deteriorarsi della situazione umanitaria". La scorsa settimana la Croce Rossa Internazionale ha consegnato aiuti umanitari attraverso il corridoio di Lachin e un'altra strada che collega il Karabakh alla città azera di Aghdam.

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