venerdì 4 marzo 2016
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Non si sa ancora nulla di ufficiale, ma si parla della possibilità di un rapimento per don Thomas Uzhunnalil. Il commando di uomini armati che in mattinata ha fatto irruzione nel convento di Madre Teresa di Aden uccidendo 16 persone (tra cui quattro suore) avrebbe catturato il sacerdote salesiano mentre si trovava in preghiera nella cappella.

Il salesiano don Thomas Uzhunnalil Il sacerdote, appartenente all’Ispettoria dei Salesiani di Bangalore (India), dal 2012 è missionario in Yemen, dove ha portato avanti il suo ministero prima a Taiz e poi ad Aden, presso la chiesa dedicata a san Francesco. I Salesiani sono presenti nello Yemen da 29 anni e sono gli unici ministri cattolici presenti nel paese. Ad Aden è rimasto soltanto don Thomas, che collabora strettamente con l’unica altra congregazione religiosa presente in città, le Missionarie della Carità. “Sembra che sia stato portato via – dice in un messaggio ai confratelli il segretario ispettoriale di Bangalore, don Valarkote Mathew - ma questo è ancora da confermare. Stiamo cercando di accertare i fatti da varie fonti, ma sappiamo di certo soltanto che intorno alle otto e trenta del mattino diversi esponenti di Al Qaeda o del Daesh hanno fatto irruzione nel convento.” C'è grande apprensione da parte di tutto il mondo salesiano, per un confratello che sta continuando il suo ministero in una terra di vera missione. Il vicario del rettor maggiore dei salesiani, don Francesco Cereda, conferma il continuo contatto con le autorità locali:”La situazione è ancora incerta e non siamo in grado di fornire dettagli più specifici su quello che possa essere capitato al nostro confratello e dove si trovi in questo momento". "La preghiera sentita e profonda è per padre Tom Uzhunnalil - ha continuato Cereda - nella speranza che possa essere rapidamente tra noi a continuare il prezioso servizio che svolgeva presso la sua missione; il nostro ricordo è per le quattro Missionarie della Carità ed i civili che hanno visto la loro vita stroncata da una violenza insulsa, nella speranza fondata che in Cristo ogni goccia di sangue versato sia seme di frutti di pace per il popolo che stavano servendo. Come don Bosco e Madre Teresa hanno fatto del servizio agli ultimi la missione della propria vita e la strada per la propria santità, così il nostro restare in luoghi segnati dalla divisione e dalla povertà testimonia la fede nel messaggio cristiano che da ogni croce sgorga la Risurrezione“.
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