sabato 10 settembre 2022
Ma il mese scorso ha chiuso i battenti, schiacciato dai debiti, il "9/11 Tribute Museum". Prima del covid aveva 300mila visitatori all'anno e aiutava i sopravvissuti e i familiari delle vittime
Il presidente americano Joe Biden, con i predecessori Barack Obama e Bill Clinton e le rispettive consorti al Memoriale di Ground Zero a New York City lo scorso anno

Il presidente americano Joe Biden, con i predecessori Barack Obama e Bill Clinton e le rispettive consorti al Memoriale di Ground Zero a New York City lo scorso anno - Ansa

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A 21 anni dagli attacchi di al-Qaeda dell’11 settembre 2001, che hanno ucciso quasi tremila persone in un solo giorno negli Stati Uniti e scatenato la «guerra al terrore» che in due decenni ha provocato decine di migliaia di altre vittime, Joe Biden ha chiesto agli americani di pregare. Il presidente degli Stati Uniti, che è cattolico, ha dichiarato il 9, 10 e 11 settembre «Giornate nazionali di preghiera e commemorazione». «L’11 settembre 2001, un atto di malvagità deliberata ha strappato 2.977 vite innocenti da questo mondo in un terribile attacco alla nostra nazione – ha detto –. Per 21 anni, migliaia di bambini sono cresciuti senza genitori. I genitori hanno pianto i figli perduti. Mariti e mogli hanno dovuto andare avanti senza i loro partner al loro fianco».

Anche il resto del mondo, che quel giorno si strinse attorno all’America nel suo choc e nel suo dolore, è stato invitato dal capo della Casa Bianca a unirsi ai cari delle vittime per chiedere a Dio «guida, misericordia e protezione» continue, oltre che per ringraziarlo per le libertà di cui godono. Biden stesso ricorderà l’anniversario di oggi deponendo una corona di fiori al Pentagono, dove lo schianto di uno dei tre aerei dirottati provocò la morte di 184 persone. Qui pronuncerà un breve discorso. La first lady Jill Biden parlerà invece al National Memorial di Shanksville, in Pennsylvania, dove precipitò il volo 93 della United. E la vicepresidente Kamala Harris sarà a New York, dove stamattina si terrà la tradizionale lettura dei nomi dei caduti.

Proprio a New York il mese scorso ha dovuto chiudere i battenti, perché schiacciato dai debiti, il 9/11 Tribute Museum, uno spazio di quasi 3.000 metri quadrati a tre isolati dal sito del World Trade Center. Il museo, aperto nel 2006, non è riuscito a rimanere a galla dopo la pandemia. Fino al 2019, il museo, che era sostenuto dalla vendita dei biglietti e da donazioni di privati, aveva più di 300.000 visitatori all’anno ed era diventato una meta di educazione sulla tragedia e le sue conseguenze, oltre che di sostegno per i sopravvissuti e i familiari delle vittime.

La fine del conflitto in Afghanistan e vent’anni di guerra al terrorismo non hanno però messo del tutto al riparo l’America dalla paura di un nuovo attacco sul suo territorio.

Pochi giorni fa l’intelligence Usa ha infatti avvertito che gruppi di militanti estremisti potrebbero sfruttare l’anniversario, che cade circa un anno dopo il ritiro delle forze armate Usa dall’Afghanistan, per ispirare nuovi attacchi. Il bollettino, emesso dal Dipartimento per la sicurezza interna, dal Fbi e dal National counterterrorism center, afferma che le tre agenzie «si aspettano che organizzazioni terroristiche straniere e i loro sostenitori cerchino di rispondere con la violenza anche alla recente uccisione del leader di al-Qaeda Ayman al-Zawahiri». Zawahiri, che era succeduto al fondatore di Al-Qaeda Osama Benladen dopo la sua uccisione durante un raid Usa in Pakistan nel 2011, è morto in Afghanistan alla fine di luglio, colpito da droni statunitensi. L’intelligence Usa conclude però di non essere a conoscenza di alcuna «minaccia specifica e credibile negli Stati Uniti».



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