Ora la Cina vuole prendersi la Luna
di Luca Miele
Entro il 2030, Pechino prevede di spedire tre astronauti cinesi a camminare sulla superficie del satellite. "Trasformeremo la Luna nel giardino di casa della Cina"

L’ambizione della Cina è diventata, letteralmente, spaziale. E il gigante asiatico guarda alla Luna come una “possibile terra di conquista”. Come riporta Asia Times, entro il 2030, Pechino prevede di spedire tre astronauti cinesi a camminare sulla superficie del satellite. Si tratta del revival – fuori tempo massimo – della storica camminata americana sulla Luna? In realtà, i piani di Pechino sono inspirati alla grandeur. E sembrano tutt’altro che fantascientifici. Con la corsa spaziale che ha un obiettivo: battere la concorrenza degli Stati Uniti. A indicare la direzione è stato, come sempre, il presidente cinese Xi Jinping: l'esplorazione spaziale da parte della Cina deve essere "senza fine". La stampa cinese non ha lesinato l’entusiasmo. "L'atterraggio sulla Luna è solo una piccola parte del piano di esplorazione lunare del nostro Paese. Abbiamo un obiettivo molto più grande: trasformare la Luna nel giardino di casa della Cina". Non mancano gli accessi futuristici: "Dopo che i nostri astronauti avranno raggiunto la Luna, la nostra gente si trasferirà e vivrà lì prima o poi. Chiacchiereremo e ci divertiremo sulla Luna, trattando quel posto come il nostro giardino di casa".
Non si tratta di mere fantasie o di semplici proiezioni. "Mengzhou diventerà il principale veicolo spaziale con equipaggio a supporto dello sviluppo della stazione spaziale cinese, dell'esplorazione lunare con equipaggio e di altri compiti", ha fatto sapere la China Manned Space Agency (CMSA). Il successo del secondo test di volo di emergenza a quota zero “ha gettato un'importante base tecnica per le successive missioni di esplorazione lunare con equipaggio umano". In pratica, un sistema di emergenza, alimentato da motori a razzo solido, è stato installato all'estremità della capsula di rientro del velivolo Mengzhou. In caso di emergenza, la capsula deve essere separata dal razzo entro due secondi ogni volta che il sistema rileva una situazione anomala.
Dopo aver testato il sistema di fuga a protezione degli astronauti, la prossima missione chiave è il lancio del razzo Long March 10°, in programma per il 2026. Nel maggio dello scorso anno, la Cina ha lanciato la sua navicella spaziale senza equipaggio Chang'e 6 verso la Luna, utilizzando il razzo Long March 5.
Dopo aver testato il sistema di fuga a protezione degli astronauti, la prossima missione chiave è il lancio del razzo Long March 10°, in programma per il 2026. Nel maggio dello scorso anno, la Cina ha lanciato la sua navicella spaziale senza equipaggio Chang'e 6 verso la Luna, utilizzando il razzo Long March 5.

Quale è la tempistica che ritmerà l’avvicinamento prima, la “conquista” dopo cinese della Luna? Secondo la China National Space Administration, Pechino lancerà il Long March 10 tre volte tra il 2027 e il 2030. Entro il 2030, il quarto e il quinto lancio saranno rispettivamente un lander lunare (Lanyue) e la sonda spaziale Mengzhou. Durante la missione del 2030, la sonda spaziale con a bordo tre astronauti si aggancerà al lander prima di atterrare sulla Luna. E non solo. Con la missione Tianwen-3 (2028-2031) la Cina punta a un altro pianeta: a Marte. L’obiettivo è riportare campioni di roccia dal pianeta rosso.
L’accelerazione testimonia l’ampiezza dei progressi realizzati dall’industria spaziale cinese. Negli ultimi 25 anni, la Cina si è trasformata da attore minore nell'industria spaziale globale in una grande potenza. "Vent'anni fa, l'industria spaziale cinese si descriveva ancora come un'industria che imparava attraverso tentativi ed errori. Oggi, gli analisti descrivono la sua abilità spaziale con termini estremamente lusinghieri". Quale è il mix di fattori che hanno prodotto questo poderoso salto di qualità? Come scrive la rivista The Diplomat, “osservando il settore spaziale cinese all'inizio del 2025, emerge un modello chiaro: una strategia metodica e a lungo termine, plasmata da ambizioni militari, aspirazioni al predominio tecnologico, onnipresenti considerazioni commerciali e la consueta guida dello Stato nella politica industriale”.
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