Onu: così le tempeste di sabbia minacciano la salute globale
di Redazione
Oggi ne fanno esperienza quasi 330 milioni di abitanti in 150 Paesi. Il rischio per la salute è la polvere che penetra nei polmoni, anche a grandi distanze dalla fonte

Il volume delle piramidi di Cheope, Chefren e Micerino messe insieme e moltiplicato per 307: è la portata della sabbia e della polvere – circa due miliardi di tonnellate – che per effetto della desertificazione entrano ogni anno nell’atmosfera terrestre. Lo ha rilevato l’Organizzazione Meteorologica dell’Onu rilanciando, alla viglia dell’apertura della Conferenza sul Clima di Belém (Cop30), l'allarme sulle conseguenze del fenomeno.
Gli esperti segnalano che la quantità di sabbia e polvere nell’aria è leggermente diminuita negli ultimi tempi ma riguarda un numero di persone sempre maggiore. Oggi ne fanno esperienza quasi 330 milioni di abitanti in 150 Paesi diversi. Ciò significa che il problema non è più locale, circoscritto alle aree di origine desertica come il Sahara o il Sahel, ma globale. Le particelle (l’80% proveniente dal Nord Africa e dal Medio Oriente) possono essere trasportate dal vento per migliaia di chilometri attraversando confini e oceani. Processo meteorologico naturale che viene però accelerato dal degrado del suolo e dalla cattiva gestione delle risorse idriche. Nel 2024, per esempio, i forti venti hanno portato la polvere delle secche in Mongolia fino a Pechino e al nord della Cina.
Gli effetti di queste tempeste, capaci di offuscare la luce solare e alterare gli ecosistemi terrestri e marini, sono seri. Prima di tutto in ambito sanitario. La sabbia nell'aria è all'origine dei sempre più frequenti casi di malattie respiratorie e dell’aumento delle emergenze sanitarie che mettono a dura prova la tenuta dei servizi ospedalieri. L'esposizione alle particelle di polvere aggrava anche le malattie cardiovascolari causando 7 milioni di morti premature ogni anno, soprattutto tra le popolazioni più vulnerabili.
Dal punto di vista economico, le tempeste di sabbia possono ridurre del 20% la produzione agricola nelle comunità rurali, spingendole verso fame e povertà. Non secondari sono i danni causati alle infrastrutture i disservizi causati dall’interruzione dei sistemi di trasporto. Solo in Medio Oriente e Nordafrica, le perdite economiche dovute al fenomeno nel 2024 hanno rappresentato il 2,5% del Pil regionale.
"Nessun paese, non importa quanto avanzato o preparato, può resistere a queste tempeste da solo. Si tratta di fenomeni che non rispettano i confini: sono minacce transfrontaliere che richiedono soluzioni transfrontaliere", ha sottolineato Rola Dashti, segretario esecutivo della Commissione economica e sociale delle Nazioni Unite per l'Asia occidentale, aprendo una recente riunione del Forum sulla collaborazione interregionale sulle tempeste di sabbia e polvere riunitosi a Beirut. "Dall’Asia occidentale al Sahel - ha aggiunto - queste tempeste si stanno moltiplicando, trasportando polveri sottili e agenti patogeni attraverso i continenti".
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