Le richieste Ue, i segnali di Trump: sulla tregua a Kiev massima prudenza

Per sapere com'è andata la videoconferenza tra i leader europei e il presidente Usa, antipasto del vertice in Alaska con Putin, bisogna soppesare ogni dichiarazione. Il percorso è solo all'inizio
August 12, 2025
Le richieste Ue, i segnali di Trump: sulla tregua a Kiev massima prudenza
Reuters | Il vertice in videoconferenza tra i leader europei e il presidente ucraino: da una parte Macron e Costa, dall'altra Merz e Zelensky
La videoconferenza dei leader europei con Donald Trump è stata positiva, questo almeno è un dato incoraggiante. A dirlo non sono stati solo i leader dell’Ue, ma lui stesso. Una riunione, ha detto il tycoon, che «è stata ottima, le darei 10». Gli europei hanno ottenuto anzitutto una cosa: visto che sono esclusi dal vertice di domani in Alaska, almeno Trump si è degnato di ascoltarli. I leader europei hanno potuto ribadire i loro punti cruciali: prima la tregua poi i negoziati, niente accordi senza il coinvolgimento di Kiev e Bruxelles, niente “premi” per l’invasore. Il capo della Casa Bianca, ha detto il cancelliere tedesco Friedrich Merz, «conosce la nostra posizione, e la condivide in massima parte». Qualche commentatore ieri si chiedeva che cosa escluda quel «in massima parte».
Colpisce come alcuni dei rappresentati dell’Ue si siano improvvisati “portavoce” di Trump. «Il presidente – riferisce il francese Emmanuel Macron – è stato molto chiaro che gli Stati Uniti vogliono raggiungere una tregua a questo incontro in Alaska. Il secondo punto su cui le cose sono molto chiare, come espresso dal presidente Trump, è che i territori che appartengono all’Ucraina potranno esser negoziati solo dal presidente ucraino». Altro “portavoce”: il presidente del Consiglio Europeo Antonio Costa. Trump, racconta, «ha condiviso con noi tre obiettivi molto importanti: prima di tutto il cessate il fuoco, poi che nessuno oltre all'Ucraina può negoziare ciò che la riguarda e, terzo elemento, la disponibilità degli Stati Uniti di condividere con l’Europa gli sforzi per rafforzare le condizioni di sicurezza quando avremo ottenuto una pace duratura e giusta per Kiev». Altro punto positivo per gli europei: The Donald ieri ha ribadito la volontà di chiamare loro e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky dopo l’incontro con Putin, e anche la discussione di un possibile secondo incontro con la presenza del leader ucraino.
Certo, non è chiaro se quanto riferito da Costa e Macron siano “interpretazioni” delle parole di Trump, ma indubbiamente sembrerebbe uno sviluppo positivo e un punto per gli europei. La prudenza rimane d’obbligo, soprattutto con Trump, famoso per i continui voltafaccia. Del resto, non è un mistero che il leader americano in cuor suo disprezza l’Ue. Non aiuta l’umiliante intesa sui dazi accettata da Bruxelles pur di evitare una guerra commerciale: non pochi commentatori hanno sostenuto che gli europei si sono comportati come “vassalli”. Lo stesso si può dire del vertice Nato di giugno, quando tutti, pur di ammansire il presidente, si sono affrettati a promettere l’assurda quota del 5% del Pil in spese di difesa, cifra partorita dalla mente di Trump senza una giustificazione razionale.
Il problema di fondo, e questo i leader europei lo sanno, è che con The Donald non si può mai sapere. A voler essere pessimisti, non si può escludere che alla fine, se crede, possa siglare un’intesa indigeribile per l’Europa con Vladimir Putin, magari grazie a promesse economiche e commerciali da parte del Cremlino
. Il quale, comunque, con profondo disappunto delle cancellerie del vecchio continente, si è già visto regalare dal capo della Casa Bianca un importante successo: dopo esser stato (giustamente) trattato da reietto, adesso a riceverlo, oltretutto in casa, è proprio il leader dell’Occidente. Ieri il vicepresidente JD Vance assicurava che gli Usa vogliono «riportare la pace in Europa». A quale prezzo, non è chiaro. Sullo sfondo, resta l’impressione che la Casa Bianca punti a scaricare l’Europa e l’Ucraina. A quel punto c’è solo da sperare che gli europei, come giurano vari leader, si faranno trovare pronti.

© RIPRODUZIONE RISERVATA