La telefonata di Trump a Putin: il bilaterale con Zelensky entro agosto

La novità principale al termine del faccia a faccia tra Trump e il premier ucraino. Il vertice fra i due rivali si terrà entro questo mese in una località ancora da definire
August 17, 2025
La telefonata di Trump a Putin: il bilaterale con Zelensky entro agosto
Reuters | Trump e Zelensky nello Studio Ovale
Questa volta Volodymyr Zelensky si è messo la giacca e si è portato i rinforzi. Ha persino ringraziato (4 volte in 10 secondi) Donald Trump per le armi che gli ha venduto. Le accortezze hanno risparmiato al presidente ucraino l’imboscata subita a febbraio e gli hanno assicurato un’accoglienza dignitosa all’Ufficio ovale. Ma non gli sono valse le garanzie territoriali, di sicurezza o di rispetto dell’identità ucraina da parte del capo della Casa Bianca che cercava. Mentre sirene di allarme antiaereo suonavano a Kiev, il leader ucraino ha ascoltato per lo più in silenzio il padrone di casa che spiegava che un cessate il fuoco non è necessario.
Ad un certo punto, Trump ha interrotto i colloqui sull'Ucraina per chiamare Vladimir Putin: un colloquio telefonico durato circa 40 minuti che sarebbe stato stato "franco e costruttivo", come ha poi riferito il Cremlino, secondo quanto ha riportato la Tass. "Putin e Trump hanno espresso il loro sostegno al proseguimento dei negoziati diretti tra le delegazioni di Russia e Ucraina. A questo proposito, in particolare, si è discusso dell'idea che sarebbe necessario studiare la possibilità di elevare il livello dei rappresentanti delle parti ucraina e russa, ovvero di quei rappresentanti che partecipano a questi negoziati", ha detto il consigliere del Cremlino Yuri Ushakhov dopo la telefonata tra i due presidenti.
Il resto dell’incontro, sebbene cordiale, è stato però privo di novità sostanziali per la fine del conflitto.
Trump è rimasto vago sul ruolo che Washington rivestirà nel proteggere l’Ucraina per compensarla della rinuncia all’ingresso nella Nato, chiesta da Mosca. E non ha fornito alcuna certezza che il trilaterale fra lui, Trump e Vladimir Putin, per il quale Zelensky ha detto di essere pronto, si terrà a breve. Secondo la beninformata Fox News, vicina all’Amministrazione repubblicana, non c’è nessuna data all’orizzonte. “Ci lavorerò, possiamo averlo o non averlo”, ha detto Trump, mentre il presidente francese Emmanuel Macron ha proposto un summit a quattro, che includa l’Europa.
Zelensky ha anche dovuto inghiottire l’insistenza di Trump che “bisogna finire la guerra”, senza sentire però alcun riferimento a una soluzione “giusta”. Il commander in chief Usa ha invece presentato come un passo avanti il suo faccia a faccia in Alaska con Putin, che ha respinto ancora una volta una tregua e chiesto massicce concessioni territoriali.
''Mi piace il concetto di un cessate il fuoco perché si smetterebbe immediatamente di uccidere persone, invece che tra due settimane — ha detto Trump —. Vorrei che smettessero, ma strategicamente ciò potrebbe essere uno svantaggio per una parte”.
Come prova dell’inutilità di una pausa nei combattimenti, Trump ha citato “sei guerre che ho risolto in 6 mesi, una delle quali era un possibile disastro nucleare”. In almeno due dei casi ai quali si riferiva, India-Pakistan e Azerbaijan-Armenia, un cessate il fuoco era scattato prima del coinvolgimento americano (in Armenia da un anno e mezzo). In Congo i ribelli hanno appena abbandonato i colloqui di pace.
Sulla sicurezza dell'Ucraina, Trump ha messo sul piatto la protezione Usa, ma solo in seconda istanza, dopo l’Europa. "Ci sarà molto aiuto quando si tratta di sicurezza — ha detto —. Gli europei sono la prima linea di difesa perché sono lì, ma anche noi li aiuteremo. Saremo coinvolti quando necessario. Le persone che ci stanno aspettando vogliono offrire protezione”.
In effetti, come Trump ha detto, “le persone più importanti d’Europa” attendevano in una stanza vicina il loro turno di evidenziare a Trump la necessità di “raggiungere una pace giusta e duratura”, come aveva affermato la presidente della Commissione Europea, Ursula Von der Leyen, accorsa con i leader europei e della Nato nella capitale americana per dare manforte a Zelensky.
"Ringrazio i nostri partner di Francia, Gran Bretagna, Finlandia, Italia, Unione europea e Nato che stanno lavorando per una pace affidabile e dignitosa — aveva scritto il presidente ucraino su Telegram —. L'Ucraina è pronta a un vero cessate il fuoco e all'istituzione di una nuova architettura di sicurezza”.
Alla fine della conversazione con Trump, il presidente ucraino l’ha definita “positiva”, ma era chiaro che ad aleggiare sugli incontri era Putin, che Trump aveva in mattinata e che è accorso a chiamare nel pomeriggio, interrompendo la riunione con i capi di Stato e di governo europei. E gli incontri alla Casa Bianca di ieri non sembrano aver fornito alcuna ragione al capo del Cremlino, forte dell'avanzata in Ucraina e dell'abbraccio di Trump in Alaska, di cedere di un millimetro sulle sue condizioni per la pace, a partire dal controllo della Russia sull’intera ragione del Donbass e la certezza che Kiev resterà fuori dalla Nato e si demilitarizzerà.
Stando a indiscrezioni, Mosca potrebbe restituire a Kiev alcuni territori occupati nelle regioni nord-orientali di Kharkiv e Sumy: si tratta però di circa 440 chilometri quadrati contro i 6.600 che le forze ucraine controllano nel Donbass e che rappresentano l’unica difesa contro una nuova offensiva russa in futuro.
Ai media che lo evidenziavano, Trump ha risposto in modo difensivo: "So esattamente cosa sto facendo e non ho bisogno dei consigli di persone stupide, prive di buon senso, intelligenza o comprensione e invidiose”.
Trump ha poi ripetuto che in Alaska lo Zar ha "accettato che l'Ucraina abbia garanzie di sicurezza”. Quali, non è chiaro. Finora il tycoon ha escluso l’invio di truppe Usa in Ucraina, anche in funzione di peacekeeping, e ieri ha precisato ai leader europei che "discuteremo chi farà cosa”. Zelensky, per invogliare Trump a fare di più, gli ha proposto di acquistare 100 miliardi di dollari di armi americane.
I leader europei riuniti hanno fatto attenzione a glissare su questa e altre differenze di vedute con Trump, mantenendo i loro commenti vaghi e abbondando con i complimenti al presidente degli Stati Uniti. L’unico punto di disaccordo emerso è stata l’affermazione del cancelliere tedesco Friedrich Merz di voler vedere un cessate il fuoco. Trump non ha risposto, ma, in un momento fuorionda captato da un microfono, ha spiegato a Macron che Putin “vuole fare un accordo con me, per quanto folle sembri”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA