La lezione di Helsinki sui 30 all'ora: zero morti su strada

Negli ultimi dodici mesi, nelle strade della capitale finlandese non è stato registrato un solo incidente mortale. Merito del limite di velocità e dell'efficienza del trasporto pubblico
August 1, 2025
La lezione di Helsinki sui 30 all'ora: zero morti su strada
Ansa | Un momento della manifestazione del 2023 a Milano per i 30 km/h
Helsinki ci è riuscita. Negli ultimi dodici mesi, nelle strade della capitale finlandese non è stato registrato un solo incidente mortale. Intervistato dalla stampa locale, Roni Utriainen, ingegnere della Divisione ambiente urbano, ha spiegato che al raggiungimento dell’ambizioso obiettivo hanno contribuito «molti fattori, ma tra i più importanti c’è sicuramente la riduzione del limite di velocità».
È dal 2021 che nella città, tra le più piccole capitali d’Europa, vige l’obbligo di non superare i 30 chilometri all’ora. Il limite fu introdotto sulla base di una proiezione statistica:abbassare di soli dieci punti la velocità consentita nelle zone centrali e residenziali, da 40 a 30 chilometri orari, avrebbe dimezzato il numero dei sinistri su strada e delle vittime a questi correlati. Così è stato.
L’area a velocità ultraridotta – cinquant'anni fa il tetto massimo era di 50 chilometri all’ora – verrà ampliata ulteriormente allargandola, a inizio del nuovo anno scolastico, alle aree vicino alle scuole. Quali sono, ci si chiede, gli altri «fattori» che hanno reso possibile il primato? «Il trasporto pubblico a Helsinki è eccellente, ciò riduce l’uso dell’auto e, di conseguenza, il numero di incidenti gravi», ha sottolineato Utriainen. Afacilitare la svolta salvavita è stata pure la progettazione della circolazione, caratterizzata da infrastrutture pedonali e ciclabili migliorate per scoraggiare l’uso delle quattro ruote. In alcune aree, la viabilità delle strade è stata ristretta e intenzionalmente interrotta da alberi per rendere la guida meno confortevole. Ha contribuito, inoltre, il rafforzamento dei sistemi di controllo automatizzati, come l’installazione di 70 nuove telecamere, e la stessa tecnologia dei veicoli che ha reso le auto e gli altri mezzi di trasporto personali più sicuri.
AHelsinki, la tendenza positiva non si ferma al numero di vittime. Drastico è stato anche il calo delle lesioni legate ai sinistri che si sono consumati sull’asfalto passate da una media di mille all’anno alle 277 del 2024. Il successo della stretta ha attirato l’attenzione delle autorità europee che da tempo sollecitano i Paesi membri ad adottare politiche finalizzate alla riduzione delle vittime della strada. A marzo, il commissario al Trasporto sostenibile dell’Unione Euopea, Apostolos Tzitzikostas, aveva osservato che la maggior parte degli Stati membri non è sulla buona strada per raggiungere l’obiettivo fissato nel 2018: dimezzare i decessi legati al traffico entro il 2030.
Le rilevazioni della Commissione avevano segnalato tra il 2023 e il 2024 un miglioramento quasi impercettibile del fenomeno con una riduzione delle vittime di appena il tre percento. Eppure, diverse dono le città alle prese con l’implementazione delle cosiddette “zone 30”. Per citarne alcune: la spagnola Bilbao, la francese Parigi, l’austriaca Graz. In Italia, la mobilità “slow”è stata sperimentata a Milano, Bologna, Torino, Cesena e Olbia, tra le critiche di chi considera la prudenza come un lusso che danneggia la produttività. Il problema dei morti su strada è di portata globale. Secondo l’Organizzazione mondiale della Sanità le persone che hanno perso la vita sull’asfalto nel 2024 sono stati 1,35 milioni. Poco più di quelli uccisi dalla tubercolosi, un po’ meno di quelli morti per cancro ai polmoni.

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