La lettera di Melania a Putin (consegnata da Trump): cosa gli ha scritto

Nella missiva sarebbe stata sollevata la situazione dei bambini ucraini rapiti. «Grazie» è stata la risposta di Volodymyr Zelensky
August 15, 2025
La lettera di Melania a Putin (consegnata da Trump): cosa gli ha scritto
. | La first lady Melania Trump
C’è almeno un’apertura che Kiev ha apprezzato nel vertice fra Donald Trump e Vladimir Putin in Alaska: quella sui bambini ucraini. «Rubati», secondo il Paese invaso. «Portati al sicuro» dalle zone di guerra, in base alla versione di Mosca. Tema al centro della lettera che il presidente Usa ha consegnato al leader russo durante il summit. «Lettera personale» di Melania Trump, moglie del tycoon, in cui viene sollevata «la difficile situazione dei bambini in Ucraina e Russia», hanno rivelato due funzionari Usa all’agenzia Reuters. «Grazie», è stata la risposta di Volodymyr Zelensky durante la telefonata con Trump seguita all’incontro, ha riferito il ministro degli Esteri ucraino, Andrii Sybiha, definendo la missiva un «vero atto di umanesimo». E l’influente capo dell’ufficio della presidenza ucraina, Andriy Yermak, ha espresso la sua riconoscenza alla first lady «per prendersi così tanto cura del destino dei ragazzi ucraini: ogni parola di sostegno li avvicina alle loro famiglie, alle loro comunità e alle loro case».
Il contenuto della lettera non è ancora noto, se non nel passaggio in cui si fa riferimento al rapimento dei piccoli nei territori occupati dal Cremlino. Questione cara a Kiev che è al centro anche della “diplomazia umanitaria” su cui punta la Santa Sede per far dialogare le due capitali. «Alcune liste di bambini ci sono state fornite dal cardinale Matteo Zuppi che ha istituito una sorta di meccanismo di garanzia fra Mosca e Kiev con contatti diretti anche in videoconferenza», aveva raccontato ad “Avvenire” Ivan Soltanovsky, ambasciatore russo presso la Santa Sede. Il riferimento era alla missione umanitaria del presidente della Cei voluta da papa Francesco e confermata da Leone XIV. Sul “fattore infanzia” i negoziati fra i due Paesi sono in corso da tempo. Anche favoriti dall’impegno vaticano. Durante i colloqui a Istanbul del 2 giugno, Kiev ha fornito a Mosca un elenco dei bambini da restituire, che includeva 339 nomi E, dopo il terzo round di trattative in Turchia, il capo della delegazione russa, Vladimir Medinsky, ha spiegato che la lista «era stata passata al vaglio nome per nome» e che «alcuni bambini sono già stati rimpatriati», mentre gli altri rientreranno «se verranno trovati i genitori, i parenti stretti o eventuali rappresentanti legali».
In tutto sono oltre mille i ragazzi restituiti a Kiev, stando ai dati ucraini. Certo, il “caso bambini” divide le due nazioni ed è all’origine del mandato di cattura internazionale contro Putin e la commissaria per l’infanzia, Maria Lvova-Belova. Kiev ripete di avere le prove di 20mila minori sottratti da Mosca per essere rieducati e trasformati in cittadini russi. Cifra contestata da Mosca che parla di poche centinaia di piccoli «salvati» dalle bombe e non oggetto di «rapimento o deportazione», ha ribadito anche ieri l’agenzia russa Tass nel riferire della lettera per Putin.

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