Diana e i musicisti russi censurati per il loro "no" alla guerra
Fermata nelle strade di San Pietroburgo, una 18enne è l'ennesimo simbolo di una generazione che si ritiene perduta. Come Pavel, giovane pianista morto dopo uno sciopero della fame

E così hanno fermato il suo canto. Arrestata e per ora resterà in carcere per 13 giorni. La sua "colpa" aver cantato nelle strade di San Pietroburgo brani di Monetochka come "Tu soldato", di Noize MC a cooperativa del "Lago dei cigni" (per chi non lo sapesse purtroppo le note di Tchaikovsky del meraviglioso balletto sono associate al colpo di Stato che mise fine alla Perestrojka di Gorbachev perchè per ore in TV andò in onda solo quel balletto) ma anche brani di Zemfira e altri musicisti ora considerati agenti stranieri per la loro contrarietà all'invasione dell'Ucraina . Dopo questo primo fermo rischia condanne peggiori per discredito delle forze armate.
Il contenuto dei brani è esplicito e non solo esprime la contrarietà alla guerra ma dice anche chiaramente cosa pensano del potere in Russia. Per settimane intere Diana Loginova che ha solo 18 anni ha cantato per le strade di San Pietroburgo, anche sulla centrale e notissima Prospettiva Nevskij insieme ad altri due componenti della band "Stoptime" . Il suo canto ha coinvolto col passare dei giorni molte persone, soprattutto giovani. Qualcuno può anche pensare che si sia solo trattato di persone che cantavano brani di musicisti amati. Io non penso sia solo questo. Seguendoli su Instagram ho ascoltato ogni esibizione condivisa e ognuna di queste era esplicitamente collegata ai brani che raccontano del dolore e della rabbia per quella che non si limitano a chiamare Operazione Speciale. La chiamano guerra per quello che effettivamente per chiunque abbia senno e cuore è.
Tra i brani anche quello che rivendica il futuro rubato a questa e altre generazioni da parte di un potere che vorrebbe fare tornare la Russia al Medioevo passando i gulag tristemente noti di altre epoche e oggi riproposti con la detenzione di migliaia di persone arrestate "Colpevoli” di aver fatto un post con notizie sui massacri di Bucha, Marjupol, Dnipro, Kherson... aver espresso la contrarietà alla guerra durante un consiglio municipale o aver fatto un picchetto solitario con la scritta "No alla Guerra" o addirittura con soli asterischi a ricordare in russo le lettere di queste parole. Tra questi tante e tanti giornalisti, medici neurochirurghi, anestesisti e psichiatri che ormai più di 3 anni si trovano buttati in una cella condannati a diversi anni di carcere. Persone di cui si prendono cura quasi esclusivamente reti spontanee di solidarietà nate nel corso di questi terribili anni.
Quel "quasi" è forse inadeguato a descrivere la realtà che vede soprattutto in Italia una mancanza di empatia per questo mondo fatto di persone che in Russia stanno pagando personalmente anche con la loro vita perchè sono contro la guerra. Pacifisti naturali come Pavel Kushmir, il giovane pianista che ha perso la vita dopo uno sciopero della fame per chiedere a noi che ci accorgessimo di lui. Ma come Pavel sono tante le donne e gli uomini, anche minorenni che stanno pagando in solitudine, la maggioranza persone di cui nessuno sa. Un moto di coscienza solidale sarebbe urgente e necessario. Ma non c’è e rischia per alcuni di loro di non esserci più tempo. Una cosa si può fare e subito. Scrivergli lettere per dirgli che siamo con loro.
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