Come Barbie ha fatto scoppiare una nuova polemica contro l'islam in Francia

Il sindaco di Noisy-le-Sec ha cancellato la proiezione del film sulla celebre bambola dopo le proteste di un gruppo di giovani secondo cui la pellicola «nuoce all'integrità delle donne»
August 15, 2025
Come Barbie ha fatto scoppiare una nuova polemica contro l'islam in Francia
. | Una bambola Barbie
In certi musei, anche in Francia, ha fatto il proprio ingresso fra i simboli della nostra epoca. Ma la bambola più famosa del mondo, Barbie, o meglio la trasposizione cinematografica hollywoodiana che ha ispirato recentemente, sono finiti al centro di una doppia querela contro chi, nella banlieue Nord di Parigi, ha intimidito le autorità locali per far annullare una proiezione all’aperto.
I fatti riguardano il comune di Noisy-le-Sec, a una manciata di chilometri dalla capitale. Lo scorso 8 agosto, poco prima dell’inizio dello spettacolo, un gruppo di giovani aveva minacciato gli agenti municipali e i presenti, spingendo il sindaco comunista della città, Olivier Sarrabeyrouse, non presente sul posto, a invocare ragioni «di ordine pubblico» per cancellare la proiezione offerta gratuitamente. I giovani, fra l’altro, minacciavano di danneggiare le installazioni. Il sindaco se l’è presa con una «minoranza di delinquenti» spinti da «argomenti fallaci, oscurantismo e fondamentalismo strumentalizzati a fini politici». Fra le ragioni invocate dalla banda di violenti, l’accusa di «nuocere all’integrità delle donne» e un’opposizione al tema dell’omosessualità, presente nel film. La ministra della Cultura, Rachida Dati, ha presentato una denuncia giudiziaria, così come lo stesso sindaco che ha pure assicurato di voler riprogrammare la proiezione nelle prossime settimane, ma in una sala municipale al chiuso.
Intanto, il caso ha rilanciato il dibattito sui «territori perduti dalla Repubblica», fra polemiche alimentate soprattutto da chi, a destra dello scacchiere politico, accusa le autorità locali delle banlieue povere e multiculturali d’essere «scese a patti» o di essersi «arrese» di fronte alle rivendicazioni violente di gruppi di facinorosi che agitano pubblicamente e a volto scoperto gli argomenti del fondamentalismo islamico. Secondo la girandola d’accuse, una parte della popolazione agisce ormai come se di fatto vigesse l’impunità. Per il ministro dell’Interno, Bruno Retailleau, proveniente dai ranghi del centrodestra, quanto è accaduto è «inaccettabile». Per tanti osservatori, intanto, si tratta dell’ennesima prova della necessità di rafforzare l’integrazione e il «patto repubblicano» nei comuni dove i giovani sono più esposti al rischio di derive.
Ma al contempo, con toni più compassati, un’altra parte della popolazione del comune, cercando di smontare il “caso”, accusa il sindaco di aver agito senza concertazione, programmando in piazza un film oggettivamente poco adatto a un pubblico giovane composto spesso di bambini sotto i 10 anni. Dei ragazzini già privati, per ragioni economiche, di vacanze fuori città.

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