Battaglioni a Nord e fuoco su Odessa. L'estate riacccende la guerra

Le operazioni sul campo delineano lo scenario di una nuova imminente ondata di attacchi durante i mesi estivi. Le "purghe" di Mosca fanno un'altra vittima. Mentre cresce l'estensione delle a
July 7, 2025
Battaglioni a Nord e fuoco su Odessa. L'estate riacccende la guerra
Ansa | Attacco a Odessa con sciame di droni
È quando Odessa torna nel mirino che la guerra in Ucraina annuncia una nuova piega. Per rappresaglia o per intimidazione, la città sul Mar Nero viene colpita a intervalli regolari alzando la posta mentre il negoziato balbetta e continua a far posto alle raffiche. «La scorsa settimana sono stati impiegati circa 1.270 droni, 39 missili e quasi mille Kab», le devastanti e imprecise bombe aree guidate a distanza. Il bilancio fornito dal presidente Volodymyr Zelensky arriva dopo un nuovo attacco «con 101 droni, la stragrande maggioranza dei quali erano “shahed'” russo-iraniani».
Nella notte tra lunedì e questa mattina il numero di raid è diminuto. Ma su 54 droni russi, 34 sono stati abbattuti. Almeno 9 civili sono stati uccisi e altri 81 sono rimasti feriti nelle ultime 24 ore. La contraerea ucraina è costretta a scegliere. Con le forniture Usa non più assicurate e a cadenza programmata, i sistemi di difesa vengono attivati selezionando gli interventi a seconda che maggiore sia la possibilità di riuscita oppure più alto è il valore del sito da proteggere.
Le parole del presidente Trump, che la scorsa settimana dopo la telefonata con il leader russo ha detto che «Putin vuole continuare a uccidere», in Ucraina sono suonate come un tardivo bagno di realtà. Ma più di tutto come la minaccia per una nuova martellante fase del conflitto.
«Ci auguriamo vivamente – ha insistito Zelensky – che i nostri partner rispettino tutti gli accordi presi. La difesa aerea è fondamentale per la protezione della vita. Stiamo già implementando con grande dinamicità gli accordi sugli investimenti nella nostra produzione di armi, in particolare di tutti i tipi di droni». Ma la guerra non si esaurisce con i soli attacchi da remoto. La tenaglia russa lentamente tenta di prendere nella morsa il Nord e l’Est dell’Ucraina, anche se non tutte le operazioni sul terreno sembrano avere il medesimo scopo. Alcune battaglie si combattono per guadagnare terreno. Altre, per tenere impegnata la difesa ucraina, costretta a misurarsi con un fronte di fuoco esteso come dal Brennero allo Stretto di Messina.
Il ministero della Difesa russo ha dichiarato di avere preso il controllo degli insediamenti di Bezsalivka, nella regione ucraina settentrionale di Sumy, e di Dachne, nel distretto orientale di Dnipropretrovsk. Sulla direttrice Nord le forze russe si muovono per tentare di sigillare il confine russo e creare una fascia dalla doppia valenza: impedire future incursioni ucraine come avvenuto lo scorso anno nel Kursk, e tenere il mirino puntato a breve distanza sulla regione di Kiev. Sul fianco orientale la pressione continua ad avere il principale scopo di conquista, specialmente in quelle aree del Donbass e della regione di Kherson, nel Sud, dove Mosca ha perso terreno dopo la controffensiva ucraina dell’autunno 2022 e non è più riuscita ad assediare stabilmente le aree che ai tavoli negoziali il Cremlino vorrebbe gli fossero consegnati come bottino di guerra.
Il trionfalismo con cui la Russia annuncia ogni centimetro sottratto a Kiev serve anche a sterilizzare le notizie di segno negativo. Ieri il presidente russo Vladimir Putin ha destituito a sorpresa il suo ministro dei Trasporti, Roman Starovoit, in un momento delicato per il settore. L’aviazione russa soffre per la carenza di pezzi di ricambio e le Ferrovie stanno affrontando costi crescenti per interessi su prestiti, a causa dell’alta inflazione aggravata dal conflitto. Il decreto presidenziale non specifica i motivi della rimozione di Starovoit, nominato un anno fa, dopo 5 anni da governatore della regione di Kursk. L’ex ministro si è tolto la vita. Il suo corpo è stato ritrovato poche ore dopo la pubblicazione, sul sito del Cremlino, del decreto firmato da Putin. Starovoit si è sparato all'interno della sua auto nel distretto di Odintsovo, non lontano da Mosca.
Pochi mesi dopo la fine del mandato da governatore, le truppe ucraine avevano effettuato un’incursione senza precedenti in territorio russo, faticosamente respinte dopo mesi di furiosi scontri.
Alcuni funzionari regionali sono poi stati arrestati per abuso d’ufficio e corruzione, tra cui il successore di Starovoit, Alexei Smirnov, accusato di malversazione di fondi destinati alla Difesa. Lo stato maggiore ucraino non nasconde i timori per una nuova massiccia offensiva russa fin dalle prossime ore. Le mosse sul campo non lasciano spazio a interpretazioni differenti.
Fonti militari confermano l’invio di alcune decine di migliaia di uomini. Altra carne da cannone da dare in pasto al fuoco delle prime linee. «Se manca la fanteria, creare ostacoli con le mine rafforza la difesa, senza dipendere solo da droni o artiglieria», commenta Mykola Bielieskov, dell’Istituto Nazionale per gli Studi Strategici. Con le forniture di munizioni statunitensi in calo e le crescenti difficoltà nel reclutamento, Kiev ha aveva già annunciato il ritiro dal trattato di Ottawa che vieta l’uso di trappole esplosive. La Russia non rispetta le convenzioni, perché dovremmo farlo noi?», domandano alcuni soldati senza accorgersi che la guerra sta trascinando parole e munizioni nella stessa palude.
A Kiev ne sono consapevoli e ripetono che gli Usa hanno autorizzato la fornitura di mine antiuomo, limitandone l’uso a «territori non civili».
Tuttavia secondo il ministero ucraino della Difesa, il 25% del territorio è contaminato da ordigni esplosivi. Le zone di frontiera, comprese alcune aree della regione russa di Kursk, sono infestate di bombe che scattano al passaggio di qualsiasi cosa si muova. Diversi analisti militari sostengono che a questo punto della guerra le mine sarebbero necessarie a contrastare le crescenti incursioni russe condotte con squadre leggere e gruppi di motociclisti.
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