Alla fine il Titan è imploso perché era stato progettato malissimo

La relazione finale sulle cause dell'incidente sgombera ogni dubbio: le cinque vittime a bordo - tra cui il fondatore di OceanGate, Stockton Rush, e l’esperto francese del Titanic Paul-Henri Nargeolet - morirono per faciloneria
October 16, 2025
Il sommergibile Titan
Il sommergibile Titan
Era il giugno del 2023 quando il mondo seguì con il fiato sospeso la tragica vicenda del sommergibile Titan, scomparso durante una missione di esplorazione verso il relitto del Titanic. Ora è finalmente arrivato il rapporto conclusivo del National Transportation Safety Board americano (Ntsb) che attribuisce l’implosione – che costò la vita a cinque persone – alla più semplice e attesa delle ragioni: le gravissime lacune ingegneristiche con cui quel mezzo era stato progettato e costruito. In una parola, alla più incredibile delle facilonerie. Secondo la commissione l’azienda OceanGate non avrebbe mai verificato adeguatamente prima dell’immersione che il sommergibile potesse effettivamente affrontarla. E il nucleo del disastro risiederebbe proprio nel recipiente a pressione realizzato in fibra di carbonio: difetti strutturali, anomalie nei giunti adesivi, porosità e delaminazioni sono tutti indizi di un progetto e una costruzione che non rispettavano i requisiti di resistenza richiesti. Di più, alcuni esperti hanno rilevato che già durante una discesa nel 2022 era stato percepito un “bang acustico” che segnalava compromissioni della struttura. Senza che il fatto sortisse alcun effetto nella decisione di proseguire con le missioni, e d vendere costosissimi “biglietti” per parteciparvi.  ch
Il rapporto d'altronde non risparmia le ombre sulla cultura aziendale di OceanGate, definita da ex addetti come sorda persino alle critiche interne: un tecnico avrebbe chiesto chiarimenti sui controlli, sentendosi rispondere che se la Guardia Costiera fosse diventata «un problema», si sarebbe tranquillamente potuto «comprare un membro del Congresso per renderla innocua». La commissione segnala inoltre che l’azienda non ha adottato protocolli standard per le risposte di emergenza: secondo gli inquirenti, se fossero stati seguiti i criteri consolidati, il Titan avrebbe potuto essere localizzato prima. Nonostante ciò, ribadiscono che il salvataggio, nelle condizioni verificatesi, non sarebbe stato comunque possibile. Il documento dell’Ntsb prosegue poi confermando posizioni già emerse in precedenza: proprio la Guardia Costiera Usa aveva definito l’implosione «prevenibile», denunciando procedure di sicurezza «criticamente imperfette» e ampie discrepanze tra le linee guida dichiarate e le pratiche reali. Infine, il rapporto sollecita una revisione normativa del settore: gli attuali standard per sommergibili di piccole dimensioni vengono giudicati insufficienti e l’autorità chiede di istituire un gruppo di esperti per studiare nuove regole e diffondere i risultati all’intera industria.
Quel giugno 2023, quando il Titan perse contatto durante la discesa verso gli abissi, una missione di ricerca internazionale – seguita da milioni di persone in diretta – mostrò la drammaticità dell’evento: frammenti dell’imbarcazione vennero trovati sul fondale oceanico vicino al Titanic, confermando la più cupa delle paure: nessuno era sopravvissuto. A bordo si trovavano Stockton Rush, fondatore e amministratore delegato della OceanGate; l’esploratore francese Paul-Henri Nargeolet, considerato uno dei massimi esperti del Titanic; l’imprenditore e avventuriero britannico Hamish Harding e il businessman pakistano-britannico Shahzada Dawood con il figlio diciannovenne Suleman. La tragedia scosse il mondo della ricerca, del turismo estremo e della regolamentazione dei viaggi subacquei. Oggi, alla luce delle conclusioni scientifiche, si apre una sfida imprescindibile: evitare che la fame di esplorazione diventi complice dell’imprudenza.

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