«Siamo andati in Ucraina perché la pace è costruire relazioni di umanità»
La testimonianza dei vertici scout Agesci del viaggio organizzato dal Mean. «Qui per incontrare le persone che non si sono arrese alla logica bellicista»

«Il contrario della guerra non è la pace, ma la capacità di costruire relazioni di fraternità». Queste parole di Alberto, volontario di Operazione Colomba e impegnato a Kherson, città ucraina che patisce pesanti attacchi dalle truppe russe, ci hanno accompagnato nel nostro viaggio in Ucraina. Siamo partiti per vivere il Giubileo della Speranza, organizzato dal Mean (Movimento europeo di azione Nonviolenta) raccogliendo l’invito del Nunzio apostolico in Ucraina e dei vescovi di Kharkiv. Ognuno e ognuna di noi in questi anni di guerra si è posto la domanda drammatica: «Che cosa posso fare per cambiare le cose?»; è una domanda umanamente frustrante e depressiva se non ci si lascia prendere dalla tentazione dell’indifferenza: noi abbiamo scelto di venire in Ucraina per cercare di costruire legami di fraternità e di pace, per incontrare le persone che non si sono arrese alla logica bellicista che prevale nelle narrazioni riguardanti l’Ucraina che circolano in Italia. Abbiamo incontrato le comunità ecclesiali di Kiev e di Kharkiv con i loro vescovi. Abbiamo pregato e celebrato l’eucaristia con loro, ben consapevoli che per camminare sulla via della pace è importante disarmare i nostri cuori. Abbiamo incontrato una chiesa che gode di grande credibilità e stima presso la gente, grazie alla scelta di rimanere fedelmente presente accanto alle persone che pativano le conseguenze della guerra e facendosi carico con grande generosità delle esigenze concrete dei tanti sfollati dalle zone coinvolte dal fronte di guerra.
Abbiamo accolto con gioia la testimonianza evangelica ricevuta dal Nunzio apostolico, mons. Visvaldas Kulbokas, unico degli ambasciatori a non aver mai abbandonato il Paese, prodigandosi incessantemente per sostenerle comunità ecclesiali e portare nel dialogo diplomatico una visione differente. In Ucraina abbiamo incontrato e ascoltato con attenzione la testimonianza di alcune donne che, con grande competenza e passione, si stanno impegnando per la mediazione umanitaria, per la giustizia riparativa, per prevenire e denunciare la corruzione, avendo cura delle persone, delle comunità e delle relazioni nel tentativo di custodire e costruire il Paese che dovrà uscire dalla guerra. Abbiamo incontrato e ascoltato i sindaci dell’Oblast di Kharkiv, uomini e donne totalmente dediti al loro servizio nel tentativo di venire incontro alle tante esigenze concrete che emergono per le famiglie che, vivendo in situazione molto precaria come conseguenza del conflitto, spesso si trovano senza energia elettrica, senza acqua potabile, senza riscaldamento nelle case e con l’esigenza di organizzare l’istruzione mentre le scuole sono chiuse da più di tre anni. Abbiamo incontrato e ascoltato i docenti dell’università di Kharkiv, che vivono il loro impegno nell’insegnamento come atto patriottico, consapevoli di contribuire alla costruzione del Paese che uscirà dalla guerra e dando una prospettiva concreta ai giovani e alle giovani che lì si stanno formando.
Abbiamo incontrato e ascoltato gli scout e le guide ucraine che, nella diversità delle loro esperienze, continuano a coinvolgere i bambini, le bambine, i ragazzi e le ragazze attraverso attività educative che rendono i più giovani protagonisti della loro vita e non solamente vittime di una situazione più grande di loro. Siamo venuti in Ucraina per costruire relazioni di fraternità con altri uomini e donne che non hanno rinunciato a sperare e ad impegnarsi per una realtà diversa da quella della guerra. Siamo venuti perché crediamo nella pace.
Francesco Scoppola è Presidente del Comitato Nazionale dell'Agesci
don Andrea Turchini è Assistente Ecclesiastico Generale Agesci
don Andrea Turchini è Assistente Ecclesiastico Generale Agesci
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