Prima viene l’interesse del minore, ma eclissare il padre significa regredire
Il riconoscimento automatico della “madre intenzionale” di un bambino nato all’estero con la Pma contiene un triste messaggio che riporta indietro ad altre epoche: la paternità è un optional

In Italia è reato universale la maternità surrogata. Dal punto di vista non solo dei valori tutelati, ma anche da quello del significato “psicologico” e profondo si intende affermare: nessuno può neppure pensare di fare da padre da solo. Neppure raddoppiando la paternità. Inutile moltiplicare i padri, se non c’è la madre. La donna non può essere mai considerata una sorta di “contenitore” di patrimonio genetico. La donna è madre da sempre e non può non esserci.
Il reato vieta alla radice anche solo di immaginare una generatività in cui donna e madre siano scisse. Qualcosa che combacia da sempre col dato naturale. Un generatore maschio, invece, può esserci solo all’inizio del concepimento, eclissarsi o sparire e non diventare mai padre. Quello che accadeva prima che diventassimo moderni, cioè uomini, lasciandoci per sempre (quasi) alle spalle l’antica identità di seriali spargitori di geni. L’arrivo del padre nella storia culturale dell’umano, delle cure parentali condivise, ci ha introdotti nell’epoca del vero genere umano: coloro che pensano e riflettono, scelgono di amare e prendersi cura.
La sentenza che ammette il riconoscimento automatico della “madre intenzionale” di un bambino nato all’estero con la tecnica della PMA, invia un messaggio di cui non avevamo poi così tanto bisogno: siccome un uomo può anche non diventare mai padre pur avendo contribuito al concepimento, ratifichiamo questa realtà e sottoscriviamo: serve il generatore di geni, non il padre.
È un triste messaggio che la storia dell’umanità si è sentita ripetere più volte e in diverse stagioni: la paternità è un optional, i padri sono utili ma se ne può fare a meno. I secoli, ad esempio, della schiavitù, mandarono questo messaggio: esistono solo padroni, non padri. Se sei schiavo, ti posso comprare e vendere, anche se sei uomo non puoi certo prenderti la responsabilità di fare da padre. Gli inizi della colonizzazione si basavano sul primitivo e rapace uso di corpi femminili perché uomini di origine europea potessero inondare le nuove colonie di creature che portavano ovunque i loro geni. Non certo un progetto di nobile paternità.
Anche le dittature, di qualsiasi colore e origine, hanno sempre inviato lo stesso messaggio: il padre modello è il dittatore, quindi i veri padri non esistono. La sentenza della Corte forse non poteva andare in altra direzione, alla luce del dettato costituzionale e del preminente interesse del minore. Da questo punto di vista è una sentenza civile: parte dalla tutela del minore. Pare però interessante sottolineare come, da un punto di vista della storia delle idee, si tenda più ad un regresso che ad un passo di civiltà: i giudici possono infatti contribuire a colpire ulteriormente la già fragile visione della paternità.
Se si afferma, giustamente, che una madre non possa partorire e scomparire (ciò che tutti sentono e pensano) non si ha lo stesso coraggio per dirlo del padre. In sintesi, la sentenza ci invita a dimenticare che un generatore maschio da qualche parte dovrà pur esserci. Siccome i padri spariscono (o sparivano) facilmente, possiamo anche farne a meno e rinunciare a sottolineare che la prole ha bisogno anche di loro.
La seconda sentenza, invece, sembra proprio andare verso l’opposta direzione con un messaggio contrario: visto che un piccolo non è ancora nato, vi ricordiamo che sarebbe meglio donargli una madre e un padre. Una contraddizione che per fortuna emerge e che può far riflettere. In un’epoca di fatiche e di impegni di tanti generosi nuovi padri, giovani e moderni, sarebbe opportuno anche considerare il loro bisogno di essere riconosciuti e ascoltati, perché la paternità non è uno sbaglio di natura ma una vocazione e una visione culturale.
Le leggi possono fare cultura. Ma possono anche negarla. L’interesse contingente del minore, sacrosanto, non può far dimenticare che eclissare la paternità non fa certo bene ai minori. Non è nel loro interesse.
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