I ragazzini di Caivano a scuola con i coltelli e una domanda: perché?

Il caso di tre giovani, con meno di 14 anni, studenti di un istituto modello. Guardiamoli negli occhi e diciamo loro: aiutateci ad aiutarvi
October 21, 2025
I ragazzini di Caivano a scuola con i coltelli e una domanda: perché?
I coltelli sequestrati ai tre ragazzini di Caivano
A scuola con dei grossi coltelli. Il ragazzino più grande ha 14 anni, gli altri due solamente 13. Ma che ci fanno, o che vorrebbero farci, tre ragazzi, poco più che bambini, con queste lame che, a solo vederle, incutono spavento? Sconcerta anche il fatto che l’orribile scoperta è stata fatta all’interno di una delle scuole di Caivano, l’Istituto Francesco Morano, assurta, negli ultimi anni, a modello positivo di impegno e di buoni risultati. Per quanto riguarda la violenza sui minori, o perpetrata dai minori, i conti non tornano quasi mai. Per il semplice fatto che il problema è più complesso e variegato di quanto possa apparire a prima vista. I tre studenti del Morano, non appartengono a famiglie malavitose, frequentano la scuola normalmente, sono seguiti a casa e dagli insegnanti. Allora? Se non facile è la diagnosi, più difficile ancora è la terapia da proporre. Che succede nel mondo degli adolescenti? Ce lo stiamo chiedendo da tempo. Sovente le critiche condizioni ambientali, economiche, familiari, culturali, ci fanno illudere di aver individuato il nodo da sciogliere. Voglio dire: di fronte a un ragazzo che non va a scuola, certamente si è portati a pensare che se a scuola ci fosse andato ... Allo stesso modo, se l’ambiente in cui vive, è malsano, occorre farlo uscire dal ghetto e allora... È tutto vero. Il problema s’infittisce allorquando studenti senza apparenti problemi insieme ai libri sentono il bisogno di armarsi per andare a scuola. Perché? Quegli orrendi coltelli li fanno sentire più sicuri? Hanno paura che qualcuno faccia loro del male? Saranno, eventualmente, usati solo per legittima difesa? Potranno servire per incutere paura, farsi rispettare? O, ancora, solo per darsi delle arie? Gli adulti, a cominciare dai genitori, devono prendere atto che il mondo degli adolescenti è una miniera inesauribile tutta da esplorare. Verso i dodici anni i ragazzi fanno fronte alle loro curiosità e ai loro problemi chiedendo non tanto a papà e mamma ma all’amico. O, ancora di più, alla “fata turchina”, sempre a portata di mano, colei che tutto sa e di niente è responsabile: Internet.
Il mondo virtuale è un fiume al quale tutti possono abbeverarsi senza tanti preamboli. Un fiume che, per sua natura, non si preoccupa, né potrebbe farlo, di sapere chi è colui che si disseta alle sue acque. Ecco che tutto diventa lecito per un ragazzino di 13 anni. Se gli adulti, pensa, hanno reso disponibile questo materiale, vuol dire che male non fa. E poiché il peccato che dalle origini ci insidia il calcagno ci inclina alle curiosità più morbose e al gusto del proibito, mancando degli anticorpi dell’età e dell’esperienza, i nostri ragazzi sono in perenne pericolo. La diagnosi? La bacchetta magica è andata smarrita. Noi, poveri mortali, dotati di intelligenza, buona volontà, responsabilità, desiderio di correre in aiuto a coloro cui demmo la vita, possiamo arrivare a capire, però, quale è la strada da imboccare. Intanto, occorre armarsi di pazienza e di prudenza, di amore sviscerato e di grande, grandissima umiltà. Mai come in questo campo dobbiamo rimanere uniti, ammainando le bandiere ideologiche per amore dei nostri figli. Smettendo di guardarci in cagnesco. Siamo tutti indispensabili. I genitori da soli non ce la fanno. Ve lo dice un prete al quale spesso i vostri figli vanno a rivelare cose che a voi non direbbero mai. Non abbiate paura, se rimaniamo uniti i vostri ragazzi ne godranno. Genitori, insegnanti, mondo dello sport, chiesa, politica. Ma, soprattutto, persone entusiaste e appassionate, innamorate della vita. Stiamo costruendo una cattedrale molto più bella, complessa e importante di quelle fatte di pietre. Stiamo costruendo una persona umana. Se riusciamo a farne un’opera d’arte saranno una benedizione per tanti. In tanti godranno dei nostri e loro sacrifici. Se, oggi, ci sfuggiranno dalle mani, si faranno, ci faranno, faranno male. Grazie a Dio e agli insegnati del Morano, quei brutti coltellacci sono stati intercettati e sequestrati dai nostri carabinieri. I tre ragazzi saranno aiutati a comprendere la gravità della loro azione. Resta la domanda: perché? Proviamo a chiederlo personalmente a loro, con l’aiuto di psicologi e di esperti. Guardiamoli negli occhi e diciamo loro ancora una volta: ragazzi, aiutateci ad aiutarvi.

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