Gli scarti del paniere, un piccolo tesoro
di Umberto Folena
Chi siamo, da dove veniamo, dove stiamo andando? Da 86 anni, niente ce lo suggerisce meglio del paniere Istat, l’elenco di beni e servizi che serve a calcolare l’inflazione annua. Mai sottovalutare l’importanza del paniere. Ad esempio, sbirciando dentro quello di Cappuccetto Rosso il lupo cattivo avrebbe compreso la cultura – modelli di pensiero e stili di vita – della bimbetta e della sua comunità; e trovandoci tabacco per pipa e palle per moschetto avrebbe dovuto capire che il cacciatore era di casa... Il paniere, fuor di metafora, è un eccellente indicatore socio-culturale.Quest’anno, ad esempio, fanno irruzione la sigaretta elettronica e il giornale elettronico; sigarette e giornali di carta hanno dei vicini ingombranti e, se ha ragione Big History (tutto è connesso, la storia è una rete), potrebbe trattarsi del preludio al loro prossimo pensionamento. Vedi pure l’ingresso di macchine e cialde o capsule per caffè e il formaggio grattugiato: il tempo per la cucina si riduce, si va più in fretta, anche se forse non arriviamo dove vorremmo: la felicità, che per alcuni è ancora una moka borbottante sul fornello a gas e una forma di pecorino da tagliare a fette con un coltellino sardo di Arbus.Esce anche il tailleur, icona della moda femminile, scalzato da un generico "abito donna": dalla raffinata complessità all’uniformità indistinta, sarà davvero progresso? Ma il paniere non mente. Quando nasce, nel 1928, ha solo 59 voci (oggi sono 1.447) e l’abbigliamento prevede per lei "Madapolam per biancheria" e per lui "Cheriottes nero", ovvero tessuti di cotone indiano e lana scozzese. L’olio di ricino, formidabile stimolante e indicatore culturale, resiste più del regime fascista, fino al 1953. Nel 1954 compaiono le mitiche e pestilenziali sigarette Alfa, le preferite da proletariato e militari di leva.Negli anni Settanta i pennini cedono al passo alle biro; i blue jeans, a lungo associati alla devianza giovanile (sic), diventano accettabili, e quindi da paniere, solo nel 1987. Gli sci e l’home computer entrano negli anni Novanta: impianti di risalita e informatica, un boom parallelo, come lo slalom. Ma se avete la tentazione di disfarvi di tailleur e moka, pensateci bene. Lasciateli lì qualche anno, e diventeranno vintage. Da paniere forse non più, da museo non ancora, ma chicche per intenditori sì. Lontani dall’occhio vigile dell’Istat, gelosi del nostro tesoro.
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