Anche nel fare finanza, la solidarietà non è un'opzione
Il governatore della Banca d'Italia, Fabio Panetta, spiega il valore del credito cooperativo che, radicato nelle comunità, è un modello forte di inclusione

La finanza cooperativa è da tempo radicata nelle comunità. La sua governance democratica, l'attenzione ai bisogni dei soci e la sua tradizione di responsabilità la rendono un modello distintivo di intermediazione. Nel tempo, queste istituzioni hanno ampliato l'accesso al credito per famiglie e piccole imprese, sostenendo milioni di persone che altrimenti ne sarebbero state escluse. La loro importanza è evidente sia nelle economie avanzate che in quelle in via di sviluppo: promuovono l'inclusione, la resilienza e la crescita sostenibile. Certo il modello cooperativo non è privo di debolezze: le cooperative dovranno adattare le loro strategie, facendo leva sull'innovazione e sulle partnership, pur rimanendo fedeli alla loro missione fondante di servire le comunità. Così come il capitale sociale è il fondamento del credito cooperativo all'interno delle comunità locali, il "capitale sociale internazionale" è essenziale per rivitalizzare la cooperazione multilaterale. Perché gli stessi principi - fiducia, responsabilità e solidarietà - che sostengono le cooperative a livello locale devono guidare la comunità internazionale nel sostenere i paesi poveri e nell'affrontare la povertà, la disuguaglianza e il peso di un debito insostenibile. Negli ultimi decenni, l'umanità ha compiuto progressi straordinari nella riduzione della povertà estrema, ma il successo ottenuto non è stato universale. Mentre la povertà rimane diffusa, i paesi a basso reddito si trovano ancora una volta ad affrontare una sfida familiare: livelli insostenibili di debito pubblico. Questo onere non solo limita lo sviluppo economico, ma ostacola anche la riduzione della povertà e mina la stabilità sociale.
Questi paesi rappresentano solo il 2,5% del PIL globale e l'1,4% del debito pubblico globale, ma ospitano 1,8 miliardi di persone, quasi un quarto dell'umanità. Il loro peso nell'economia globale può essere esiguo, ma le conseguenze umane della loro situazione sono immense. In tali circostanze sociali e politiche, la riduzione del debito non è solo una necessità economica, ma un dovere morale. Inoltre, la povertà è un potente motore di migrazione irregolare, che sta mettendo a dura prova molte economie avanzate. La complessità dell'attuale sfida del debito richiede una risposta globale completa e coordinata, che comprenda la prevenzione delle crisi, la riduzione del debito e la promozione della crescita. Per i paesi intrappolati in cicli di debito insostenibili, la ristrutturazione è essenziale. Il Quadro Comune approvato dal G20 nel novembre 2020 ha rappresentato un passo avanti, portando allo stesso tavolo creditori tradizionali e nuovi. Tuttavia, l'attuazione è stata lenta e disomogenea, evidenziando la necessità di maggiore trasparenza, prevedibilità e rapidità. Purtroppo, l'attuale clima geopolitico sta diminuendo le speranze di una risposta globale coordinata al debito. La ristrutturazione è l'ultima risorsa, la prevenzione rimane centrale. La comunità internazionale dovrebbe esplorare soluzioni innovative, come gli scambi debito-sviluppo, che canalizzano le risorse verso l'istruzione, la sanità e l'azione per il clima. Iniziative come la recente proposta italiana di liberare fondi per i paesi africani e reinvestirli in programmi di sviluppo gestiti localmente rappresentano una strada promettente.
Il debito dei paesi a basso reddito non è una questione periferica, ma una sfida globale centrale. L'inazione lascerà indietro 1,8 miliardi di persone, con conseguenze per la stabilità e la giustizia globali. La cooperazione multilaterale non è un peso: è un investimento strategico. In un periodo di frammentazione e nazionalismo, dobbiamo rinnovare il nostro impegno per la solidarietà: è una necessità, non un'opzione. Il fatto che il mondo oggigiorno sembri trascurare questa affermazione non la rende falsa. La solidarietà è il fondamento di comunità resilienti, il motore di economie sostenibili e il collante che tiene insieme un mondo sempre più fragile. La cooperazione può essere faticosa, ma è preziosa perché è un investimento in stabilità, sicurezza e giustizia. Lasciare indietro quasi due miliardi di persone non è certo una base affidabile per la stabilità e la prosperità, sia a livello mondiale che nelle economie avanzate. Facciamo quindi in modo che il credito, sia esso concesso all'interno di un villaggio o tra nazioni diverse, persegua il suo scopo più alto: costruire fiducia, promuovere la dignità e aprire la strada verso un mondo più giusto e umano.
Estratto dell’intervento del Governatore della Banca d’Italia alla Conferenza “Istituzioni finanziarie cooperative per lo sviluppo socio-economico globale” che si è tenuta ieri
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