domenica 16 aprile 2023
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La svolta dei consultori familiari «Porte aperte a tutte le fragilità»
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La presidente Cadei: rendere più riconoscibile la nostra identità Padre Vianelli: uscite ad offrire le vostre competenze Un grande tesoro di impegno e di professionalità a cui va il grazie più sincero di tutta la Chiesa e in particolare dell’Ufficio nazionale per la pastorale della famiglia. Ma in alcune situazioni questo tesoro rischia di rimanere un po’ nascosto. L’invito è ad alzare lo sguardo per evitare il rischio dell’autoreferenzialità e aprirsi ad una progettualità in uscita.

È quanto detto in sostanza da padre Marco Vianelli, direttore nazionale dell’Ufficio famiglia, aprendo ieri la due giorni della Confederazione dei consultori familiari di ispirazione cristiana, una rete di oltre duecento centri per la famiglia che rappresenta la punta avanzata nei territori dell’impegno per l’assistenza, l’accompagnamento e la consulenza multidisciplinare alla tante emergenze che investono coppie, genitori e figli. Il “Sinodo dei consultori” in corso al “Carmelo” di Ciampino (Roma) si conclude stamattina con l’intervento dello psicologo Aurelio Mosca, dirigente della struttura complessa, dipartimento Pipss Ats di Milano e del presidente del Forum delle associazioni familiari, Adriano Bordignon.

Un grande evento che vede la presenza dei responsabili di quasi tutti i consultori appartenenti alla rete Fcf. Importanti i testi presentati che documentano lo specifico impegno operativo delle varie realtà e che testimonia identità, cioè lo spirito cristiano che li anima, lo stile operativo che li ha caratterizzati finora e la rete di relazioni che ognuno di essi instaura col territorio. Uno sforzo che, secondo quanto sollecitato da padre Marco Vianelli, dev’essere portato avanti con maggiore incisività per essere davvero presenza rilevante. Sulla stessa linea l’intervento introduttivo di Livia Cadei, presidente della Cfc, con un caldo invito all’accoglienza rivolto ai responsabili dei centri. Aprire le porte, aprire idealmente i propri spazi appare infatti un atteggiamento irrinunciabile di fronte ai nuovi bisogni delle famiglie e alla difficoltà di metterli a fuoco. Da qui il tema scelta, in una prospettiva sinodale, quello di mettersi in cammino per uscire a incontrare le realtà del territorio.

«Non possiamo più aspettare che siano le famiglie a cercarci - ha sottolineato Cadei, che è ordinario di pedagogia all’Università Cattolica - ma dobbiamo noi intercettare le fragilità familiari laddove si manifestano». Ecco perché il “Sinodo dei consultori” ha al primo punto l’esigenza di rimettere a fuoco la propria identità. «Come l’abbiamo costruita e come la facciamo conoscere? Quali sono gli elementi che ci fanno conoscere e riconoscere?», si chiesta ancora la presidente della Confederazione. Perché sarebbe inutile ridefinire un’identità senza chiedersi poi come trasformarla in uno strumento di servizio, facilmente spendibile e quanto più possibile apprezzato.

«Ecco quindi che accanto all’esigenza di essere riconoscibili, dobbiamo mettere a fuoco il “per chi” e il “perché”. L’immagine sinodale, la decisione d camminare insieme, ci porta anche alla scelta di “uscire” per offrire i nostri servizi», ha aggiunto Livia Cadei. In questa prospettiva i consultori familiari di ispirazione cristiana possono continuare ad interpretare al meglio il loro ruolo di presidi territoriali che sono anche connettori e attivatori di risorse al servizio del bene comune. Dai contributi presentati tra ieri e oggi nei “tavoli di lavoro” è emersa l’esigenza di comprendere come costruire legami con il territorio ma anche con le altre realtà ecclesiali. È stato ribadita l’urgenza di costruire un nuovo racconto della vita dei consultori, di superare identità stereotipate, di ripensarsi “in uscita”. Stamattina tutta tutti gli spunti confluiranno in un documento che diventerà la bussola dei consultori familiari per i prossimi anni.

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