lunedì 13 luglio 2009
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Documento di programmazione con stime riviste in negativo e modifiche al nuovo decreto anti-crisi, con la possibilità dell’aumento dell’età per le pensioni "rosa" nel pubblico impiego (di un anno ogni 24 mesi) e dell’introduzione dello "scudo" fiscale. Si profila ricco il carnet della settimana per la politica economica, mentre s’infittisce la discussione anche sulle norme per una moratoria dei debiti delle imprese verso le banche e per gli sconti fiscali sulle sofferenze, concessi in cambio al sistema creditizio.Si parte con il classico confronto con le parti sociali. Martedì pomeriggio le associazioni delle imprese e le organizzazioni sindacali saranno a Palazzo Chigi. Nella mattinata dello stesso giorno è previsto un pre-Consiglio dei ministri, poi il Dpef sarà varato il giorno dopo con cifre negative assai simili fra loro (si dice -5,2% per il Pil 2009 e -5,3% per il deficit). Oltre a questi appuntamenti, resta da fissare (ma comunque sarà in settimana) la riunione tra imprese e banche con il governo, per mettere a punto un modello per la moratoria sui crediti che il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, punta a ottenere entro fine mese, e per decidere sulle correlate agevolazioni bancarie. Da venerdì, intanto, è in vigore il decreto (del Tesoro) che consente alle imprese che vantano crediti nei confronti dello Stato di richiedere alle amministrazioni, entro fine anno, una certificazione di "certezza ed esigibilità" degli importi, in modo da poterli cedere alle banche. Già nel 2008, ha ricordato l’Abi, l’associazione bancaria, sono stati 8 i miliardi concessi alle imprese a fronte di un’analoga operazione di cessione dei crediti con la P.a.C’è poi il capitolo dei ritocchi al decreto anti-crisi, da domani nelle commissioni alla Camera. Le proposte saranno definite dopo la riunione tra governo e parti sociali. Si attende l’ampliamento (preme soprattutto la Lega) degli investimenti detassati con la "Tremonti-ter" (li si vorrebbe estesi a capannoni, pc, mezzi di trasporto) e delle agevolazioni sul gas a piccole e medie imprese, oltre a una possibile rivisitazione dell’Isee in chiave anti-evasione. Per lo scudo sul rientro dei capitali va ancora deciso, ma si ipotizzano 2 aliquote: una al 5% per chi reinveste le somme in titoli di Stato destinati all’Abruzzo e vincolati per 10 anni; l’altra, al 7-8%, non avrebbe vincoli. Possibili anche modifiche alle norme sul massimo scoperto e una rivisitazione del Patto di stabilità interno per i Comuni "virtuosi".I sindacati: «Un Tremonti iter per sostenere anche i lavoratori». Una «Tremonti Ter» anche per i lavoratori dipendenti e risorse adeguate per i rinnovi contrattuali degli oltre 3,5 milioni di dipendenti pubblici, che scadranno a fine anno. Lo chiedono i sindacati in vista dell’incontro di martedì prossimo sul Dpef. I sindacati avvertono che nella riunione a palazzo Chigi non si limiteranno ad ascoltare i numeri del Documento, ma vogliono risposte chiare su quali misure l’esecutivo intenda mettere in campo a sostegno dei redditi del lavoro dipendente e dei pensionati. Che aiuterebbero anche la ripresa dei consumi. Dunque, un obiettivo comune di Cgil, Cisl e Uil che in questi mesi hanno avanzato varie proposte sul fisco, tra le quali ci sono le detrazioni sulle spese sostenute, sgravi sugli incrementi contrattuali o la detassazione della tredicesima. Quella di martedì, ha detto il segretario confederale della Cisl Gianni Baratta, deve essere «l’occasione per rimettere in fila le tante questioni sul tappeto. Tutta la manovra economica sarà determinante per i lavoratori dipendenti e i pensionati». Per il sindacalista, inoltre, tra le questioni che andranno affrontate c’è pure quella relativa al rifinanziamento, se sarà necessario, della cassa integrazione. «Vogliamo anche conoscere quali sono le prospettive del governo sull’economia del nostro Paese nei prossimi mesi», ha aggiunto Baratta. «Vogliamo risposte sui redditi di lavoratori e pensionati, l’unico modo per rimettere in moto un pò di domanda – ha detto il segretario confederale della Cgil, Susanna Camusso –. Servono quindi risorse per le politiche industriali, soldi per il Fas (fondo per le aree sottoutilizzate) alle Regioni, così che il Mezzogiorno non torni indietro».
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