giovedì 28 dicembre 2023
Calano gli ascolti dei principali telegiornali. Ma la concorrenza non è solo lo streaming ma anche la crescita delle ore trascorse sui social network che offrono perlopiù contenuti creati dagli utenti
La tv generalista è sempre più in crisi. In quattro anni ascolti calati del 10%
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A chi piace ancora la tv tradizionale oggi? Chi la usa per informarsi? Chi ancora segue i tg per le notizie?

A leggere i dati dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, l’Agcom, nel suo Osservatorio sulla comunicazione, viene da pensare che ormai sempre meno persone siano interessate a informarsi con i tg di Rai, Mediaset e La7 o seguire i canali all news, come Skytg24 o RaiNews24. Soprattutto se si ragiona sulla tivù tradizionale e non sullo streaming che pure ha perso qualcosa rispetto al 2022, la riduzione nella cosiddetta fascia “prime time” e nel “giorno medio” è stata eclatante: si parla rispettivamente di un calo di 2,31 milioni di telespettatori (-11%) e 0,94 milioni (-10,4%) rispetto ai primi nove mesi del 2019.

Nel dettaglio i tre canali della Rai perdono circa 360mila spettatori (da 6,36 a 6,00 milioni di spettatori, pari a -5,7%), con Rai 1 e Rai 2 che mostrano riduzioni rispettivamente pari al -6,9% e -6,1%, mentre Rai 3 tiene un po’ meglio, con un calo più contenuto (-1,1%). I canali di Mediaset mostrano una diminuzione di circa 220mila spettatori (-4,2%): se Canale 5 (-2%) e Italia 1 (-2,6%) tengono botta in qualche modo, Rete 4 è quella che va peggio con una flessione del -13,5%. Gli ascolti di La 7 si sono ridotti dell’11,4% (da 0,97 a 0,86 milioni di spettatori giornalieri). Notizie positive per TV8 e Nove che crescono, rispettivamente, del 13,1% (da 430 a 490mila) e del 10,4% (da 350 a 390mila spettatori).

Calano gli ascolti dei principali telegiornali nazionali nei primi nove mesi dell’anno in riferimento allo stesso periodo del 2022, in linea con il calo degli ascolti televisivi. L’analisi dell’andamento degli ascolti di quelli serali (fascia oraria 18:30-20:30) evidenzia, da inizio anno, una riduzione di 840mila ascolti (da 15,52 a 14,68 milioni di spettatori), mentre una flessione pari a 640mila spettatori, si è registrata nella fascia oraria 12:00-14:30 (da 12,93 a 12,28 milioni di spettatori).
Per quanto riguarda i canali all news non va meglio, anzi. RaiNews24, TGCom24 e Sky Tg24, nel loro complesso nel giorno medio riducono gli ascolti del 15,3% su base annua, osserva l'Agcom, evidenziando che la riduzione è meno marcata nella fascia oraria 07:00-09:00 (-8,5%) e maggiormente intensa in quella 18:00-20:30 (-19,3%). Come per i Tg, gli ascolti giornalieri medi da inizio anno sono inferiori a quanto evidenziabile nel 2019 (-15,6% nel giorno medio), e quasi si dimezzano (-49,3%) rispetto al pandemico 2020.

Negli anni scorsi i dati dello streaming in crescita mostravano come stessero cambiando le abitudini nei consumi culturali, in particolare per la visione di serie tv, sport, documentari e anche film – con le sale cinematografiche in crisi di spettatori –: quest’anno l’analisi delle ore trascorse dai navigatori sulle diverse piattaforme nei primi nove mesi del 2023, permette di osservare, seppure con diversa intensità, una complessiva contrazione per i principali operatori con la sola eccezione del servizio Now di Comcast/Sky (in crescita del 22,2%).
Nel dettaglio, Netflix da circa 291 milioni di ore nei primi nove mesi del 2022 passa a 272 milioni di ore nello stesso periodo del 2023, registrando una riduzione del 6,6%; analogamente, anche Amazon Prime Video vede contrarre il tempo dedicato alla consultazione dei propri siti e applicazioni (-23,2%, da 52 milioni di ore nei primi nove mesi del 2022 passa a 40 milioni di ore nello stesso periodo del 2023), così come Disney+ e Dazn, entrambe in flessione se si considerano le ore complessive trascorse dagli utenti sui relativi siti e applicazioni (che passano, rispettivamente, da 22 a meno di 18 milioni di ore e da 8 a 5 milioni di ore di navigazione complessive nei primi nove mesi del 2022 e 2023).
Inoltre, Netflix ha 8,8 milioni di utenti unici in lieve contrazione (-1,7%) rispetto al medesimo periodo del 2022, seguita da Amazon Prime Video con 6,5 milioni di visitatori (+0,9%); Disney+, con in media oltre 3,5 milioni di internauti, e Sky/Now, con utenti unici medi pari a 1,1 milioni, hanno registrato una crescita rispettivamente del +0,9% e +16,4%), mentre Dazn (2,1 milioni di utenti unici medi) ha avuto una flessione del -10,8% rispetto ai primi nove mesi del 2022.

Tornando all’informazione, se i tg vanno male, per l’editoria quotidiana va pure peggio: si conferma l’andamento negativo già evidenziato negli anni scorsi. Nei primi nove mesi del 2023, in media, giornalmente, sono state vendute 1,43 milioni di copie, in flessione su base annua dell’8,8% e del 32,8% rispetto al medesimo periodo del 2019. Le copie vendute giornalmente in formato cartaceo (1,22 milioni da inizio anno) su base annua si sono ridotte del 10% (risultavano pari a 1,36 milioni nel 2022) e del 37,2% rispetto al corrispondente valore del 2019 (1,94 milioni). E giornali online non compensano le perdite: lo scorso settembre si sono registrati 37,3 milioni di utenti unici, con una flessione (-2 milioni di visitatori) rispetto a settembre 2022. Su base mensile, con 28 milioni e 633mila utenti unici, quello del “Corriere della Sera” è risultato il sito (e relative applicazioni) maggiormente frequentato, seguito da “La Repubblica” (27 milioni e 853 mila utenti) e “Tgcom24” (21 milioni e 717mila internauti).

Viene da domandarsi legittimamente come ci si informi, dunque, e quali fonti di informazione vengano utilizzate oggi. E per rispondere probabilmente ha senso ragionare sulla crescita che riguarda siti e social network che offrono perlopiù contenuti creati dagli utenti stessi, con quasi 39 milioni di utenti unici raggiunti nel settembre 2023. A conferma ci sono dei dati sulla crescita su base annua sia dei visitatori (+142mila) sia del tempo da loro dedicato alla navigazione (22,5 ore nel mese, circa 2 ore in più rispetto a settembre 2022). Limitando l’analisi ai servizi di social networking, ai primi posti riscontriamo le piattaforme riconducibili al gruppo Meta: Facebook sostanzialmente stabile a 36,7 milioni di utenti rispetto a settembre 2022 e Instagram che ottiene 32,7 milioni di visitatori registrando una crescita su tutti nove mesi presi in considerazione. Altrettanto significativa l’evoluzione di Tik Tok (Gruppo Bytedance) e di X (precedentemente denominato Twitter) che hanno registrato, nel confronto con settembre 2022, un incremento dei propri visitatori, rispettivamente, del 25,5% e 15%.


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