lunedì 8 gennaio 2024
Denunciati 542.568 casi (-16,8% rispetto a novembre 2022), 968 dei quali con esito mortale (-3,8%). Investire in prevenzione e formazione. Protocollo Inail-Consiglio dell'Ordine degli psicologi
Ancora troppi i morti sul lavoro

Ancora troppi i morti sul lavoro - Archivio

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I morti sul lavoro nel 2023 sono stati complessivamente almeno 1.485 (1.484 nel 2022 calcolati con gli stessi parametri) equivalenti a quasi 30 a settimana e poco meno di quattro al giorno di media: è il dato che emerge, "per difetto", in una elaborazione del Centro Studi della Cub in base a dati Inail-Istituto nazionale assicurazioni infortuni sul lavoro e dell'Osservatorio nazionale morti sul lavoro sia di Bologna che di Mestre. I deceduti direttamente sul luogo di lavoro sono 900, mentre sono 585 quelli che hanno perso la vita in viaggio (dovuto alla professione, per esempio gli autotrasportatori) o andando o tornando dal luogo di impiego. I settori lavorativi in cui più alto è il rischio per i lavoratori rimangono quelli dell'agricoltura, dei trasporti e dell'edilizia: 162 gli schiacciati dal trattore 117 morti gli autotrasportatori, altrettanti morti tra gli automobilisti e i passeggeri (non inseriti tra i morti sul lavoro). Spesso gli incidenti sono provocati da stanchezza e malori alla guida. Sono 95 gli operai, impiegati, agricoltori, braccianti morti per malori sui luoghi di lavoro: "in luglio e agosto per il caldo i deceduti per infortuni sul lavoro sono stati moltissimi soprattutto nei cantieri", è affermato dal sindacato. Sono 59 le persone che hanno perso la vita in infortuni domestici e 34 i taglialegna travolti e uccisi dall'albero che tagliavano. Maglia nera è la Lombardia (185 morti), seguita da Veneto (142), Campania (123), Sicilia (109), Emilia-Romagna (112), Piemonte (101), Lazio (97), Puglia (95), Toscana (87), Calabria (86), Marche (48), Abruzzo (48), Friuli (39), Sardegna (42), Trentino Alto Adige (33), Liguria (32), Umbria (27), Basilicata (14), Molise (10), Valle d'Aosta (5). Walter Montagnoli, della segreteria nazionale Cub, ribadisce la richiesta che a livello legislativo venga istituito il "reato di omicidio sul lavoro" per i titolari e i responsabili delle aziende che non ottemperano al rispetto delle regole e normative sulla sicurezza. Le denunce presentate all’Inail entro il mese di novembre, infatti, sono state 542.568 (-16,8% rispetto a novembre 2022), 968 delle quali con esito mortale (-3,8%). In aumento le patologie di origine professionale denunciate, che sono state 67.094 (+20,4%). Le denunce di infortunio risultano in calo rispetto alle 652.002 dei primi 11 mesi del 2022 (-16,8%), in aumento rispetto alle 502.458 del 2021 (+8,0%) e alle 492.150 del 2020 (+10,2%), e in diminuzione rispetto alle 590.679 del 2019 (-8,1%). A livello nazionale i dati rilevati al 30 novembre di ciascun anno evidenziano, per i primi 11 mesi del 2023 rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente, un decremento dei casi avvenuti in occasione di lavoro, passati dai 569.133 del 2022 ai 455.140 del 2023 (-20,0%), mentre quelli in itinere, occorsi cioè nel tragitto di andata e ritorno tra l’abitazione e il posto di lavoro, hanno fatto registrare un aumento del 5,5%, da 82.869 a 87.428. A novembre di quest’anno il numero degli infortuni sul lavoro denunciati ha segnato un -20,4% nella gestione Industria e servizi (dai 541.669 casi del 2022 ai 431.044 del 2023), un +0,4% in Agricoltura (da 24.341 a 24.450) e un +1,3% nel Conto Stato (da 85.992 a 87.074). Si osservano decrementi degli infortuni in occasione di lavoro in molti settori produttivi, in particolare l’Amministrazione pubblica, che comprende l’attività degli organismi preposti alla sanità – Asl – e gli amministratori regionali, provinciali e comunali (-55,3%), la Sanità e assistenza sociale (-52,4%) e il Trasporto e magazzinaggio (-38,5%). In controtendenza alcuni settori del comparto manifatturiero, come quelli della fabbricazione di autoveicoli (+24,6%), delle bevande (+24,6%), della riparazione, manutenzione e installazione di macchine e apparecchiature (+10,1%), dell’abbigliamento (+6,6%), ma anche della fornitura di acqua-reti fognarie, attività di gestione dei rifiuti e risanamento (+14,4%), delle attività dei servizi di alloggio e ristorazione (+5,4%) e delle costruzioni (+5,3%). L’analisi territoriale evidenzia una diminuzione delle denunce di infortunio in tutte le aree del Paese: più consistente al Sud (-21,4%) e nel Nord-Ovest (-20,3%), seguiti dalle Isole (-20,0%), dal Centro (-16,7%) e dal Nord-Est (-10,2%). Tra le regioni con i maggiori decrementi percentuali si segnalano la Campania, la Liguria, il Molise e il Lazio. Il calo che emerge dal confronto tra i primi 11 mesi del 2022 e 2023 è legato sia alla componente femminile, che registra un -28,6% (da 268.565 a 191.686 casi denunciati), sia a quella maschile, che presenta un -8,5% (da 383.437 a 350.882). Il decremento ha interessato sia i lavoratori italiani (-19,7%) sia quelli comunitari (-13,9%), mentre gli extracomunitari hanno registrato un +0,2%. L’analisi per classi di età rileva diminuzioni in tutte le fasce, a eccezione di quella degli under 20, che registra un +11,0% dovuto principalmente all’aumento infortunistico degli studenti. Le denunce di infortunio sul lavoro con esito mortale presentate all’Istituto nei primi 11 mesi del 2023 sono state 968, 38 in meno rispetto alle 1.006 registrate nel periodo gennaio-novembre 2022, 148 in meno rispetto al 2021, 183 in meno rispetto al 2020 e 29 in meno rispetto al 2019. A livello nazionale i dati rilevati al 30 novembre di ciascun anno evidenziano per i primi 11 mesi del 2023 rispetto allo stesso periodo del 2022, pur nella provvisorietà dei numeri, un decremento solo dei casi mortali in itinere, scesi da 284 a 223, mentre quelli avvenuti in occasione di lavoro passano da 722 a 745. Il calo ha riguardato sia l’Industria e servizi (da 859 a 823 decessi) che il Conto Stato (da 35 a 32), mentre l’Agricoltura sale da 112 a 113. Dall’analisi territoriale emergono cali nel Nord-Ovest (da 276 a 254 casi), nel Nord-Est (da 224 a 219) e al Centro (da 204 a 176) e incrementi al Sud (da 224 a 235) e nelle Isole (da 78 a 84). Le regioni che presentano i maggiori aumenti sono Friuli Venezia Giulia (+15), Abruzzo (+13), Campania e Umbria (+6 ciascuna), mentre i cali più consistenti sono quelli rilevati in Toscana (-22), Piemonte (-13), Marche (-11) e Veneto (-10). La flessione registrata nel confronto tra i primi 11 mesi del 2022 e 2023 è legata solo alla componente femminile, i cui casi mortali denunciati sono diminuiti da 113 a 75, mentre quella maschile conferma 893 decessi in entrambi i periodi. In calo sia le denunce dei lavoratori italiani (da 817 a 788) sia quelle dei comunitari (da 49 a 44) e degli extracomunitari (da 140 a 136). Dall’analisi per classi di età si registrano diminuzioni nelle fasce 25-44 anni (da 272 a 243 casi) e 45-59 anni (da 470 a 422) e aumenti tra gli under 25 (da 54 a 65) e tra i 60-74enni (da 194 a 223). Al 30 novembre di quest’anno risultano 12 denunce di incidenti plurimi per un totale di 31 decessi, 17 dei quali con mezzo di trasporto coinvolto (stradali, ferroviari, ecc.). Nel periodo gennaio-novembre 2022 gli incidenti plurimi erano stati 18 per un totale di 44 decessi, 42 dei quali stradali. Le denunce di malattia professionale protocollate dall’Inail nei primi 11 mesi del 2023 sono state 67.094, oltre 11mila in più rispetto allo stesso periodo del 2022 (+20,4%). L’incremento è del 32,1% rispetto al 2021, del 63,9% sul 2020 e del 18,6% rispetto al 2019. I dati rilevati al 30 novembre di ciascun anno mostrano un aumento del 21,2% nella gestione Industria e servizi (da 46.024 a 55.784 casi), del 16,1% in Agricoltura (da 9.207 a 10.687) e del 24,4% nel Conto Stato (da 501 a 623). L’incremento delle denunce interessa tutte le aree del Paese, a partire dal Sud (+28,2%), seguito da Nord-Ovest (+21,7%), Centro (+20,3%), Nord-Est (+18,5%) e Isole (+5,8%). Tra le regioni fanno eccezione la Valle d’Aosta (-18,9%) e la Calabria (-2,3%). In ottica di genere si rilevano 8.262 denunce di malattia professionale in più per i lavoratori, da 41.129 a 49.391 (+20,1%), e 3.100 in più per le lavoratrici, da 14.603 a 17.703 (+21,2%). L’aumento ha interessato sia le denunce dei lavoratori italiani, che sono passate da 51.503 a 61.612 (+19,6%), sia quelle dei comunitari, da 1.389 a 1.702 (+22,5%), e degli extracomunitari, da 2.840 a 3.780 (+33,1%). Le patologie del sistema osteo-muscolare e del tessuto connettivo, quelle del sistema nervoso e dell’orecchio continuano a rappresentare, anche nei primi 11 mesi del 2023, le prime tre malattie professionali denunciate, seguite dai tumori, dalle patologie del sistema respiratorio e dai disturbi psichici e comportamentali.

Più prevenzione e formazione

«Di fronte alle morti sul lavoro o a causa del lavoro, le istituzioni della Repubblica, a ogni livello, sono chiamate al dovere di accrescere sempre più i livelli di sicurezza e di porre in essere tutte le azioni possibili al fine di ridurre i rischi e promuovere la cultura della prevenzione. La dignità del lavoro e la cura della vita devono prevalere su ogni altro interesse», ha affermato in più di un'occasione il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. «Nell'anno della tragedia di Brandizzo, la ministra del Lavoro e delle Politiche Sociali Marina Calderone - si legge in una nota - tiene fede agli impegni assunti in Parlamento e dà seguito agli auspici del presidente della Repubblica di attuare azioni concrete per ridurre gli infortuni nei luoghi di lavoro. Nel bilancio di previsione 2024 dell'Inail raddoppiano infatti, rispetto al 2023, le risorse impiegate per le politiche di prevenzione in materia di sicurezza: a disposizione dei datori di lavoro che investono per aumentare i livelli di sicurezza vengono così stanziati in totale 1,5 miliardi di euro». «Un bilancio significativo che rappresenta un'inversione di tendenza in materia di salute e sicurezza sul lavoro - sottolinea la ministra -. Investire in prevenzione è una assoluta priorità. La scelta di migliorare l'efficacia delle norme in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro è una assoluta priorità ed oggi ci misuriamo con proposte realistiche, di graduale crescita delle attività legate alla prevenzione, che propongono maggiori tutele e strumenti per garantirle. Ci sono azioni che sono piccole solo in apparenza perché innestano nel dibattito pubblico un messaggio che diventa "sociale". L'esempio pratico è quello dell'estensione della copertura assicurativa contro gli infortuni nelle scuole o la creazione del Fondo per i familiari degli studenti vittime di infortuni». «Per la prima volta - prosegue la nota - si impiega parte dell'avanzo di amministrazione Inail per fornire strumenti a lavoratori e imprese. Nel bilancio preventivo dell'Istituto per il 2024, approvato dal Comitato di Indirizzo e Vigilanza (Civ), si prevede nel dettaglio: la crescita di cinque volte delle risorse dedicate alla formazione; il raddoppio delle risorse del bando Isi, che raggiungono i 508 milioni di euro; l'aumento delle risorse impiegate per ridurre il meccanismo di premialità del premio per le piccole aziende che investono in prevenzione. In più, nel corso del 2024, il ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali intende rimodulare il tasso di oscillazione per quelle imprese che, investendo in sicurezza, riducono il proprio indice infortunistico».

Master e Corso di perfezionamento

C’è tempo fino al 15 gennaio per iscriversi al master universitario di primo livello in Igiene industriale, prevenzione e sicurezza del Dipartimento di Biologia dell’Università di Pisa, che rientra nell’ambito del protocollo d’intesa siglato il 6 febbraio scorso dall’Ateneo e da Inail Toscana. L’accordo è finalizzato a favorire varie iniziative, tra cui progetti di alta formazione universitaria e post-universitaria. Tredici borse di studio finanziate dall’Istituto. Rivolto ai laureati (laurea triennale) in diverse discipline, fra le quali biologia, professioni sanitarie, chimica e ingegneria, il master, oltre al titolo universitario corrispondente a 60 Cfu, rilascia le certificazioni di responsabile o addetto dei servizi di prevenzione e sicurezza (Rspp o Aspp). Il percorso didattico affronta, anche con la collaborazione dei professionisti dell’Inail, le varie tipologie di rischio (chimico, fisico, biologico, elettrico, meccanico, ergonomico, incendio ed esplosioni) con una visione integrata, che comprende gli aspetti di formazione, informazione e comunicazione. Mentre l'Università degli Studi di Napoli Parthenope in collaborazione con la società di consulenza aziendale NexumStp ha istituito un nuovo corso di perfezionamento in Diritto del Lavoro, Relazioni Industriali e gestione delle Risorse Umane per l'anno accademico 2023-2024. Nei giorni scorsi è stato pubblicato il bando per la selezione di un massimo di 40 partecipanti, in possesso di laurea in area giuridico economica oppure di diploma di scuola secondaria superiore con esperienza nelle tematiche legate alle professioni della consulenza del lavoro. Il corso ha l'obiettivo di fornire conoscenze e trasmettere competenze interdisciplinari in materia di gestione, individuale e collettiva, dei rapporti di lavoro e delle risorse umane anche con riferimento ai profili di relazioni industriali e previdenziali, con specifico riferimento alla prevenzione e tutela dagli infortuni sul lavoro e dalle malattie professionali. L'ammissione al corso sarà determinata all'esito di una selezione per titoli e colloquio. I candidati che si classificheranno ai primi 18 posti della graduatoria usufruiranno del rimborso dell'intera quota di partecipazione che ammonta a euro 450. L'attività formativa si svilupperà nell'arco di quattro mesi, dal 2 febbraio al 21 giugno 2024, secondo un programma suddiviso in 22 moduli per un numero complessivo di 90 ore che includono lezioni, esercitazioni, lavori di gruppo, laboratori e lavori individuali. Le lezioni si articolano in modalità ibrida con didattica frontale interattiva e in laboratori che coniugano l'approccio sistematico con quello casistico. La sede fisica è quella dellUniParthenope di Nola. Mentre per le lezioni da remoto, l'università metterà a disposizione la sua piattaforma telematica. La presenza fisica sarà obbligatoria per almeno due moduli a scelta del singolo iscritto. Le informazioni per candidarsi sono disponibili qui: https://www.uniparthenope.it/PortaleAteneo/articolo/Bando_di_Selezione_per_l_ammissi51818debd2ff452e8e89f49e42e432e5.


Protocollo tra Inail-Consiglio nazionale dell'Ordine degli psicologi

Sottoscritto un protocollo d’intesa di durata triennale tra Inail e Cnop-Consiglio nazionale dell'Ordine degli psicologi finalizzato a garantire agli assistiti Inail e ai loro familiari l’erogazione tempestiva, qualificata e omogenea sul territorio nazionale di interventi di supporto psicologico, anche attraverso l’integrazione delle equipe multidisciplinari dell’Istituto, responsabili dell’elaborazione dei progetti personalizzati per il reinserimento nella vita di relazione, con la figura dello psicologo-psicoterapeuta. Il principale ambito di collaborazione previsto dal protocollo riguarda la predisposizione di elenchi regionali, ripartiti su base provinciale, che includano psicologi specializzati in psicoterapia, da implementare sulla base dell’adesione volontaria dei professionisti, secondo modalità che verranno declinate nell’accordo attuativo al protocollo. Esercitando la libertà di scelta terapeutica, gli assistiti Inail e/o i loro familiari potranno individuare nell’elenco della propria regione il professionista a cui rivolgersi per l’erogazione degli interventi, con oneri a carico dell’Istituto. Il protocollo prevede, inoltre, la cooperazione per l’erogazione di percorsi formativi e l’attivazione di tavoli tecnici di studio sulla prevenzione e gestione dei rischi psicosociali, sulla psicologia forense e sulla standardizzazione dei percorsi di supporto psicologico-psicoterapeutico, anche con il contributo di professionisti esperti nel campo della psicologia del lavoro e delle organizzazioni.

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