sabato 25 gennaio 2025
La città friulana e la corrispettiva slovena di Nova Gorica sono, insieme, Capitale europea della Cultura 2025. Occasione per scoprire l'incrocio di civiltà nell'ultimo confine caduto nel continente
Da Gorizia a Nova Gorica, il passo è breve. Piazza della Transalpina e la piattaforma sulla linea di confine fra Italia e Slovenia

Da Gorizia a Nova Gorica, il passo è breve. Piazza della Transalpina e la piattaforma sulla linea di confine fra Italia e Slovenia - Fabrice Gallina / PromoTurismo FVg

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Due città, due Paesi, una sola una piazza, dove stare con un piede in due Stati. L’Italia da una parte, la Slovenia dall’altra. Siamo a Gorizia, Friuli Venezia Giulia, in Piazza dell’Europa, o della Transalpina, come veniva chiamata una volta. Ma potremmo dire di essere anche a Nova Gorica, in Slovenia. Il passo è breve e il risultato non cambia. Qui nel 2004 è caduta l’ultima barriera tra Europa Occidentale e Orientale: lì dove c’era un vero e proprio muro, una linea di confine fra i due Paesi, appartenenti a due blocchi geopolitici differenti, c’è ora una fila di mattonelle e un mosaico che lo ricorda, dove si può stare, appunto, con un piede da una parte e uno dall’altra. Un museo a cielo aperto e diffuso racconta quest’area di confine in una città dominata da un possente castello medievale e che l’aristocrazia asburgica amava per i suoi giardini e il clima mite, considerandola la “Nizza d’Austria”: si chiama “Topografie della memoria”, un percorso interattivo e multimediale in dieci tappe, che collega i luoghi significativi della storia di Gorizia e Nova Gorica.

Il Castello medievale che domina tutta la città di Gorizia

Il Castello medievale che domina tutta la città di Gorizia - Marco Milani / PromoTurismo FVg

Questo confine caduto, simbolo dell’integrazione europea, incrocio delle culture latina, slava, germanica, per tutto il 2025 diventerà il cuore dell’Europa, con lo slogan “Go!2025”: Gorizia e Nuova Gorica insieme Capitali europee della Cultura. Go, come Gorizia e Gorica, ma anche come andare, in inglese. E lì i viaggiatori europei vorranno andare quest’anno, come a Chemnitz, un gioiello nascosto, tutto da scoprire nel cuore della ex Ddr, l’altra capitale della cultura scelta da Bruxelles. Un programma di eventi transfrontaliero, nel segno di un progetto di amicizia e convivenza fra i popoli, animerà le due città, nella prima volta di una capitale “borderless”, di confine, ma senza confini (www.go2025.eu). Dalle mostre omaggio a Andy Warhol, Giuseppe Ungaretti e Steve McCurry alla vetrina sui Tesori di Aquileia, ai grandi concerti: il 22 giugno Alanis Morissette, il 24 giugno i Massive Attack, il 3 luglio i Thirty Secondas to Mars e il 9 luglio Sting.

Gorizia, la facciata barocca della Chiesa di Sant'Ignazio

Gorizia, la facciata barocca della Chiesa di Sant'Ignazio - Luigi Vitale / PromoTurismo FVg

Il via l'8 febbraio, giornata slovena della Cultura e data simbolica per celebrare i poeti Giuseppe Ungaretti (nato l'8.02.1888) e France Prešeren (morto l’8.02.1849). Due le mostre dedicate a “Giuseppe Ungaretti poeta e soldato”, sviluppate fra Nova Gorica, il Museo di Santa Chiara a Gorizia e la Galleria Comunale d’Arte Contemporanea di Monfalcone. «Pensavo: ecco, il Carso non è più un inferno, è il verde della speranza; ecco, pensavo, si fa sede pacifica di poesia, invita a raccolta chi si propone di diffondere poesia, cioè fede ed amore», disse il poeta nel Discorso pronunciato il 20 maggio 1966 nella Sala degli Stati Provinciali del Castello di Gorizia.

Le testimonianze della Grande Guerra qui sono tantissime. Sull’altopiano carsico italiani e austro-ungarici dettero vita a dodici battaglie tra il 1915 ed il 1917 in cui centinaia di migliaia di uomini persero la vita o la libertà tra le trincee scavate nella nuda roccia carsica o tra i pendii delle Prealpi Giulie. Vicende che si possono oggi ripercorrere nel Museo della Grande Guerra di Gorizia ma anche nei tanti musei all’aperto e agli itinerari dedicati o fra i cimiteri, gli ossari, come quello di Oslavia, proprio alle porte di Gorizia, e i sacrari, come a Redipuglia, sempre in provincia di Gorizia, il più famoso e tra i più grandi d’Europa con i suoi 21 gradoni che salgono verso il cielo e che custodiscono i resti di circa 100mila caduti. Non solo la Grande Guerra, a Gorizia, come in tutto il Friuli Venezia Giulia, è l’intero Novecento ad avere lasciato tracce indelebili: dalla fine dell’Impero austro- ungarico e la nascita di nuovi confini alla Seconda Guerra Mondiale, dalla questione di Trieste e alla “cortina di ferro” fino all’ingresso della Slovenia nell’Ue. Ed eccoci al confine caduto. E all’ultima pagina di una storia che parte da lontano e che oggi diventa patrimonio di tutta l’Europa. Da frontiera a capitale.

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