mercoledì 8 novembre 2023
Vendite al dettaglio in valore diminuite dello 0,3% in un mese e dell'1,3% in un anno. E-commerce in sofferenza, i beni non alimentari risentono maggiormente dei tagli con l'eccezione delle profumeria
Al mercato come al discount, gli italiani cercano di risparmiare sulla spesa alimentare

Al mercato come al discount, gli italiani cercano di risparmiare sulla spesa alimentare - Ansa

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Non si ferma l'effetto inflazione sui consumi con le famiglie che contingentano le spese, anche quelle alimentari. A settembre le vendite al dettaglio sono diminuite dello 0,3% in valore rispetto al mese precedente e dello 0,6% in volume, secondo i dati Istat. Andamento analogo nell'eurozona in base ai dati Eurostat.

Rispetto all'anno precedente c'è un aumento dell'1,3% della spesa, in valore, a fronte di un calo del 4,4% delle quantità acquistate in volume. L'incremento in valore riguarda solo le vendite dei beni alimentari. Nel terzo trimestre del 2023, rispetto al precedente, le vendite al dettaglio sono ferme in valore e diminuiscono in volume (-1,3%). È il primo stop dopo cinque trimestri di espansione. La flessione congiunturale delle vendite al dettaglio a settembre è "determinata da entrambi i settori merceologici" spiega l'istituto di statistica: beni alimentari (-0,2% in valore e -0,6% in volume) e non alimentari (rispettivamente -0,5% e -0,6%).

Le vendite dei beni alimentari crescono del 5,5% in valore e diminuiscono del 3,1% in volume, su base annua; quelle dei beni non alimentari calano sia in valore (-1,8%) sia in volume (-5,2%). Tra i beni non alimentari, l'aumento maggiore riguarda i prodotti di profumeria e cura della persona (+5,3%), mentre elettrodomestici, radio, tv e registratori registrano il calo più consistente (-7,9%), seguiti dalle dotazioni per informatica, telecomunicazioni e telefonia e abbigliamento.

Il commercio elettronico è quello più penalizzato dalla debolezza dei consumi a settembre. Rispetto all'anno precedente, perde il 2,6% delle vendite in valore, ancora di più di quanto perdono i piccoli negozi (-1,2%). Per l'e-commerce si tratta della prima contrazione da oltre un anno, a partire da giugno 2022, mentre per le imprese operanti su piccole superfici è il terzo calo consecutivo. Le vendite al dettaglio crescono invece nella grande distribuzione (+4% a settembre) e al di fuori dei negozi, per esempio del commercio ambulante (+1,6%). I supermercati, per questo mese, battono i discount con un incremento degli scontrini del 6,8% contro uno del 6,3%.

Le associazioni dei consumatori sottolineano il cambiamento di abitudini delle famiglie che hanno iniziato a risparmiare anche sulla spesa. Assoutenti spiega così la forte crescita degli acquisti nei discount che nei primi nove mesi dell'anno sono cresciuti del 9,2%. Per Confcommercio il calo di settembre rappresenta un campanello d'allarme per la possibilità di ripresa nei mesi finali del 2023. Allo stato attuale il ridimensionamento dei volumi acquistati è un fenomeno sostanzialmente diffuso sia a livello di prodotti, sia di format distributivi, sottolinea l'ufficio Studi dell'associazione, aggiungendo che il rallentamento dell'inflazione, è ancora scarsamente percepito dai consumatori che continuano a mantenere un atteggiamento estremamente prudente.

Non tutti gli osservatori, però, sono pessimisti. Pur riconoscendo che i dati di settembre confermano una situazione di debolezza dei consumi, Federdistribuzione segnala a ottobre primi segnali positivi sull'andamento dei volumi nel comparto alimentare, dopo un anno. Nel primo mese del patto per il trimestre anti-inflazione tra il governo e le imprese, sarebbero particolarmente positivi - secondo la rappresentanza della grande distribuzione - i risultati dei prodotti a marchio proprio sui quali si sono concentrate molte promozioni delle catene, con una crescita in volume del 5,4% e un dimezzamento dell'inflazione.

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