Luca De Meo, un italiano torna al volante dell'Europa
L'amministratore delegato di Renault sarà il nuovo presidente dei costruttori dieci anni dopo Marchionne. Ecco il suo programma

Dieci anni dopo Sergio Marchionne, un altro manager italiano è stato scelto per guidare l’associazione dei costruttori automobilistici europei (Acea). A partire dal 1 gennaio prossimo, il consiglio direttivo infatti ha eletto Luca De Meo - che fu tra i principali collaboratori proprio di Marchionne - quale presidente per il 2023. L’incarico è di durata annuale, rinnovabile per un solo altro anno, e viene assegnato agli amministratori delegati delle aziende associate. Milanese, 55 anni, laureato in economia aziendale alla Bocconi, attualmente Luca De Meo è il numero uno del Gruppo Renault dopo una prestigiosa carriera in Toyota, Fiat, Alfa Romeo, e dopo aver ricoperto importanti ruoli di vertice in Audi e Seat. Sostituisce il suo omologo alla BMW, Oliver Zipse, che ha guidato l’associazione negli ultimi ventiquattro mesi.
«Questi ultimi anni - spiega Zipse nel lasciare l’incarico - sono stati segnati dalla pandemia, dalle interruzioni della catena di approvvigionamento, dalla guerra in Ucraina e dalla crisi energetica, che hanno avuto un profondo impatto sul nostro settore. Tuttavia, l’industria automobilistica europea è stata l’affidabile spina dorsale industriale dell’Ue in tempi di alta volatilità. Allo stesso tempo, abbiamo messo in guardia contro l’eccesso di regolamentazione e chiesto che la neutralità tecnologica sia la base della competitività».
Chiaro e difficile da realizzare il programma che ora attende De Meo, a fronte di un mercato che in Europa nei primi nove mesi del 2022 ha perso il 9,9% delle immatricolazioni rispetto al 2021, mentre la produzione interna è cresciuta di 5,8 punti percentuali: «La digitalizzazione e la transizione ecologica sono le due sfide più grandi che l’automotive ha davanti a sè. Guardando avanti - spiega il neo presidente dell’Acea - abbiamo urgente bisogno che l’Europa attui politiche che sostengano pienamente il nostro obiettivo di decarbonizzazione e ci consentano di affrontare la crescente concorrenza globale. Accogliamo con favore il lavoro su una legge europea sulle materie prime, che dovrebbe sostenere la resilienza economica del continente e il passaggio alle “emissioni zero”. Il nostro settore è impegnato a investire nella mobilità elettrica e a garantire la creazione di valore e posti di lavoro in Europa. La proposta sulla nuova normativa Euro 7 nella sua forma attuale, tuttavia - prosegue il numero uno del Gruppo Renault - sottrarrebbe ingenti risorse umane e finanziarie all’elettrificazione, proprio nel momento in cui altre regioni del mondo stanno creando un ambiente di investimento attraente per la mobilità sostenibile. Acea continuerà a sostenere un equilibrio tra ciò che è positivo per l’ambiente, ciò che è positivo per l’economia europea e ciò che è positivo per la società».
Malgrado i fortissimi investimenti da parte dei costruttori, che consentiranno a quasi tutti i marchi di arrivare a produrre vetture esclusivamente elettriche anche prima del limite massimo del 2035 fissato dalla Ue, quello della neutralità tecnologica è uno dei punti fermi promosso dal settore auto per ottenere risultati ambientali senza deprimere l’industria. «Siamo dell’idea che vada guardata tutta la catena produttiva: da questo punto di vista, ci sono altre tecnologie che possono dire la loro - ha recentemente ribadito De Meo -. Il nemico è la CO2, non una tecnologia rispetto a un’altra». In questo contesto, «le autorità devono darci un’idea di dove dobbiamo arrivare, però devono lasciare spazio ai tecnici affinchè trovino la soluzione e la maniera migliore per arrivarci».
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