Tra crisi e caccia ai talenti

Sarti, orlatori, tagliatori artigianali, modellisti, ma anche figure che stiano al passo con le novità introdotte dalle nuove tecnologie e dall’Ia-Intelligenza artificiale
April 8, 2025
Tra crisi e caccia ai talenti
Archivio | La sarta è tra le figure più ricercate
Il settore moda sta attraversando un periodo di crisi profonda, che minaccia di peggiorare nel 2025. In Italia, nei primi sette mesi del 2024 la produzione è diminuita del 10,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, con un calo del 5,3% - corrispondente a una perdita di quasi due miliardi di euro – solo per quanto riguarda le esportazioni. In poco più di due anni, da maggio del 2022 a luglio del 2024, il calo registrato è invece pari al 25%. A livello globale, nel 2024 il fatturato è sceso del 3,5%. Un’analisi commissionata da McKinsey&Company e Business of Fashion rivela che l’80% dei dirigenti della moda nel mondo non si aspetta nessun miglioramento nell’arco di quest’anno, mentre il 39% prevede addirittura un peggioramento. È una crisi che colpisce sia realtà note, che imprese più piccole. Secondo Federazione Moda Italia-Confcommercio negli ultimi anni i negozi di moda ad aver chiuso sono oltre 16mila e, secondo le stime, potrebbero aggiungersi a questo dato almeno altri 10mila esercizi, con 13mila lavoratori a rischio disoccupazione.
I motivi che si celano dietro questa crisi sono diversi: l’ascesa dell’e-commerce e del fast-fashion; con la pandemia si è registrato un drastico calo delle attività dei negozi fisici e a rallentamenti nella catena di approvvigionamento. A questo vanno aggiunti l’aumento dei costi delle materie prime, la riduzione del potere d’acquisto, la crescente attenzione all’impatto ambientale e la conseguente preferenza al second-hand da parte dei consumatori (entro la fine del 2025 le vendite di articoli di seconda mano rappresenteranno il 10% del mercato globale dell'abbigliamento e secondo le stime questo segmento potrebbe ingrandirsi a un tasso di crescita annuale del 12% per raggiungere i 350 miliardi di dollari entro il 2028), il rallentamento di mercati internazionali – specialmente quello asiatico – che hanno fatto da traino negli anni scorsi, la difficoltà a reperire manodopera qualificata e l’adozione tardiva o in certi casi assente delle nuove tecnologie. Stando alle previsioni, un leggero miglioramento del quadro generale potrebbe vedersi non prima del prossimo anno, con il 2025 che resta un crocevia.
Le figure più ricercate
Secondo uno studio di Altagamma-Unioncamere pubblicato nel 2024, il fabbisogno stimato al 2028 di 276mila persone è in crescita rispetto alla prima stima elaborata nel 2019, quando si prevedevano per i successivi cinque anni 236mila unità, evidenziando una crescita sul medio periodo. Nella moda il fabbisogno è di 75mila unità. La stima di occupati nel 2028 è di 483mila unità. A fronte di questi fabbisogni, le imprese mostrano difficoltà nel reperire il personale ricercato circa nel 50% dei casi, soprattutto per la mancanza di candidati. Sarti, orlatori, tagliatori artigianali, modellisti, ma anche figure che stiano al passo con le novità introdotte dalle nuove tecnologie e dall’Ia-Intelligenza artificiale. Un elemento che le imprese del settore possono sfruttare per uscire dalla crisi è senza dubbio il digitale: chi si affaccia in questo campo oggi entra in un mercato imprevedibile, ma che al tempo stesso può fornire nuove possibilità proprio sfruttando le nuove competenze fornite dal progresso tecnologico e in particolare dall’avanzare dell’Intelligenza artificiale. Ecco, quindi, alcune delle figure professionali più ricercate oggi dalle aziende del settore moda:
- Fashion marketing manager: questo ruolo implica la gestione delle campagne di marketing per promuovere collezioni e brand. I fashion marketing manager, infatti, collaborano con team creativi per sviluppare strategie pubblicitarie. A questi professionisti sono richieste capacità di analisi, conoscenza delle strategie di marketing e spiccate abilità comunicative;
- Sustainability manager: una figura in grado di occuparsi degli aspetti ambientali legati alla produzione ed ai processi dell’azienda, in modo che quest’ultima abbia un basso impatto sull’ecosistema e possa essere riconosciuta come industria sostenibile;
- Virtual visual merchandiser: si tratta di un grafico che cura le vetrine virtuali dei negozi online che è al tempo stesso un creativo e uno psicologo del marketing: posiziona infatti i vari prodotti nella vetrina virtuale cercando di renderli il più attraenti possibili agli occhi dei potenziali clienti;
- Data scientist per la moda: professionisti che analizzano grandi quantità di dati per prevedere tendenze, comportamenti dei consumatori e ottimizzare le strategie di marketing;
- Sviluppatori di soluzioni Ia per il retail: professionisti che implementano sistemi basati sull'IA per migliorare l'esperienza del cliente, come chatbot, assistenti virtuali e raccomandazioni personalizzate;
- 3D modelist: designer in grado di testare tessuti, modelli e prodotti grazie alla tecnologia 3D.
Dai sindacati una proposta in cinque punti
Politica industriale complessiva che valorizzi la seconda manifattura italiana per numero di addetti, con l’adozione di interventi a sostegno delle imprese e degli investimenti nel nostro Paese; riforma e rifinanziamento degli ammortizzatori sociali, inclusiva di tutti i lavoratori del comparto; attenzione alle politiche di filiera e di sostenibilità, che considerino legalità, salute e sicurezza come elementi prioritari; impegno diretto e costante del ministero delle Imprese e del Made in Italy sui singoli Tavoli di crisi; Tavolo permanente per concordare eventuali azioni correttive, che a partire da casi di deindustrializzazione dei distretti, valuti atti concreti per contrastare il fenomeno. Questi i cinque punti proposti da Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec Uil al Tavolo della Moda.
In primo luogo – affermano le organizzazioni sindacali - è necessario che l’intera filiera sia trasparente in termini di legalità, responsabilità solidale, applicazione contrattuale. Concorrenza sleale e dumping contrattuale, economico e normativo, forme distorte di esternalizzazione, non sono più accettabili. In tal senso sarebbe opportuno intervenire in maniera più efficiente sul cosiddetto “eccessivo appalto”, che crea un'articolata struttura di aziende, spesso non in regola e difficilmente controllabili, con evidente rischio anche per la salute e la sicurezza dei lavoratori. Sarebbe auspicabile applicare le norme esistenti, quali per esempio la regolamentazione della responsabilità in solido tra il terzista e i suoi committenti per le contribuzioni non versate, prevista dall'art.29 del d. lgs 276/2003, poi convertito con legge 296/2006 e riconosciuto valido per tutto il lavoro esternalizzato. I committenti dovrebbero operare con l’ufficializzazione dei contratti (secondo Cna più del 50% dei contratti commerciali è informale), per fronteggiare la debolezza delle aziende terziste, già provate da una compressione dei compensi. In questo senso è necessario che vi siano strumenti per superare il limite dimensionale, favorendo la creazione di consorzi, accordi di rete, fusioni societarie, con il sostegno pubblico, per garantire alle singole realtà il rispetto delle norme europee su tracciabilità, transizione energetica, digitalizzazione ed economia circolare. Appare inoltre necessario – proseguono i sindacati - un intervento sulle politiche energetiche e una sostanziale rivisitazione delle normative a sostegno del made in Italy. Gli incentivi alle imprese dovrebbero essere di facile e rapido accesso, sostenere lo sviluppo dei processi aziendali e favorire la crescita professionale degli addetti del settore, a fronte di specifiche condizionalità legate al mantenimento della buona e stabile occupazione.
In merito al nuovo modello di gestione delle vertenze sindacali, i sindacati non condividono la decisione di decentrarle a livello regionale nel caso di aziende fino a 250 dipendenti. Sottrarsi al proprio ruolo di governo e di regia nazionale, in un momento così delicato per il sistema industriale del nostro Paese, è una scelta grave, che scarica sulle Regioni il coordinamento su controversie in imprese spesso a carattere transnazionale. L’intero settore manifatturiero, il secondo d’Europa – concludono le organizzazioni sindacali - manifesta da tempo grosse difficoltà, rese evidenti, negli ultimi due decenni, da un ricorso massiccio agli ammortizzatori sociali ordinari e straordinari, sia nel comparto industriale che in quello artigiano e delle pmi. Non bastano interventi spot di sostegno al reddito dei lavoratori dipendenti che, oltre ad essere insufficienti (vedi il recente DL 160/24), non riflettono una prospettiva sistemica di ripresa né una politica industriale seria.
Le iniziative di Altagamma
Con la nuova edizione, Adotta una Scuola continua a valorizzare e promuovere la formazione dei mestieri manifatturieri del made in Italy d’eccellenza. Il progetto ha coinvolto nei primi quattro anni: 59 imprese, 65 scuole in 12 regioni italiane, più di 250 classi e oltre 3.500 studenti. A questa IV edizione hanno aderito ben 26 nuove aziende italiane e un brand internazionale. L’iniziativa di Altagamma - in collaborazione con il ministero dell’Istruzione e del Merito e con il patrocinio della Commissione Europea - crea un ponte virtuoso tra scuole tecnico-professionali, Its Academy e aziende del lusso, rispondendo alla crescente domanda di professionisti in grado di fondere abilità artigianali e digitali. Una sfida che guarda al futuro, per sviluppare l’intelligenza artigianale delle nuove generazioni e sostenere la competitività della manifattura e del saper fare italiani. Sono 25 i nuovi brand Altagamma che entrano per la prima volta nel programma: Allegrini, Automobili Lamborghini, Bellavista, Boffi, Brunello Cucinelli, Buccellati, Ca’ del Bosco, Calvisius, Canali, Dainese, Ducati, Fantini, Fedeli, Ferrari, Frette, Ginori 1735, Hotel Eden – Dorchester Collection, L’Albereta, Manifatture Sigaro Toscano, Max Mara (attraverso la Fondazione Giulia Maramotti), Missoni, OTB, Tod’s, Versace e Villa d’Este.
A questi si aggiungono Christian Dior Couture e Robans, che grazie alla collaborazione dell'Istituto dei Mestieri d'Eccellenza LVMH con Altagamma, hanno avuto l'opportunità di prendere parte a questo progetto, a testimonianza della validità dell’iniziativa anche per aziende internazionali che producono in Italia.
I nuovi ingressi si aggiungono alle imprese già aderenti alle precedenti edizioni e che hanno confermato l’impegno per l’anno scolastico 2024/2025: Aurora, Benetti, Bottega Veneta, Brioni, Bvlgari, Davines, Fendi, Ferragamo, Ferrari Trento, Feudi di San Gregorio, Gessi, Gruppo Florence, Gucci, Herno, Hotel Principe di Savoia – Dorchester Collection, Isaia, Lefay Resort & SPA Lago di Garda, Lineapelle, Loro Piana, Masseria San Domenico, Moncler, Poltrona Frau, Pomellato, Porro, Prada, Santoni, Stellantis, Stone Island, Technogym, The Gritti Palace – A Luxury Collection Hotel Venice, Valentino e Zegna.
Da sottolineare che Brioni, Fendi, Gucci, Loro Piana e Zegna hanno intrapreso la partnership con ben tre scuole, mentre Benetti, Buccellati, Bvlgari, Canali, Herno, Lineapelle e Stellantis hanno garantito il loro supporto a due istituti.
L’incremento delle partecipazioni rispetto alla passata edizione è stato del 79% dei brand (da 33 a 59), mentre quello degli istituti è stato del 71% (da 38 a 65).
A partire da questa edizione, alle scuole tecnico-professionali si aggiungono gli Its Academy (scuole ad alta specializzazione tecnologica post diploma), per garantire alle aziende profili dalle competenze ancora più sviluppate: 13 collaborazioni risultano già attive.
L’importanza della formazione ai mestieri dell’alto di gamma è testimoniata anche dall’impegno dei soci della Fondazione in programmi interni di formazione: il 40% delle imprese associate ha attivato e gestisce una Academy aziendale. Il progetto, sviluppato in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione e del Merito, prevede tre aree di intervento, che corrispondono ai requisiti minimi da parte delle aziende per aderire all’iniziativa: docenza e condivisione delle expertise, attività laboratoriali, di orientamento e visite aziendali e stage/tirocini.
Adotta una Scuola offre percorsi formativi personalizzati e collaborativi tra istituti e imprese, con l’obiettivo di colmare il divario tra la domanda e l’offerta di profili tecnici e professionali. Questo avviene attraverso programmi didattici progettati insieme, più in sintonia con le necessità delle aziende di alta gamma. Le attività previste all’interno dei programmi Adotta una Scuola vanno dalla progettazione globale dell’anno scolastico (definizione dei contenuti e delle modalità formative) alla progettazione dettagliata (tutorship, preparazione dei materiali didattici, visite aziendali, lezioni in aula con esperti e tecnici aziendali, sessioni di laboratorio, stage, progetti sul campo, fornitura di materiali per la produzione e formazione dei docenti).
La collaborazione è formalizzata tramite una convenzione quadro, adattata ad ogni singolo abbinamento scuola-azienda, in cui vengono stabiliti: il numero e le caratteristiche delle classi coinvolte, i referenti per il coordinamento e la tutorship, i contenuti e le attività specifiche, e gli impegni assunti da scuola, azienda e studenti.
Intanto prende il via la IX edizione del Premio Giovani Imprese - Believing in the Future, nato nel 2015 su iniziativa di Altagamma, per celebrare il talento, la visione e il coraggio delle nuove generazioni imprenditoriali italiane. In questi nove anni ha sostenuto e dato visibilità a ben 55 aziende emergenti, valorizzando chi con passione e determinazione sta scrivendo il futuro dell’eccellenza italiana.​​ Altagamma continua a credere e a investire nei nuovi protagonisti del made in Italy, supportando le imprese emergenti in sette categorie chiave: moda, design, gioielleria, velocità (nautica e motori), hotellerie & wellness, alimentare e innovation. Un progetto che rappresenta non solo un premio, ma una vera e propria piattaforma di crescita, realizzata in collaborazione con Borsa Italiana, ELITE-Gruppo Euronext e SDA Bocconi School of Management. Fino al 15 giugno 2025 le giovani imprese italiane possono candidarsi e consultare il regolamento con i requisiti richiesti su altagamma.it/PremioGiovaniImprese. Un team di esperti e la presidenza Altagamma selezioneranno i vincitori tra le autocandidature, le segnalazioni dell’Advisory Board e le proposte dei soci Altagamma.

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