Il vino siciliano è diventato grande e spinge l'economia dell'isola
L'isola oggi è la seconda regione in Italia per estensione dei vigneti. Il bianco batte il rosso perché piace anche ai più giovani

Il mondo del vino si afferma sempre più come un elemento chiave dell'economia della Sicilia, tra produzione ed enoturismo. L’isola, infatti, è oggi il secondo vigneto d’Italia per estensione, (95.760 ettari coltivati) ed è la prima regione per superficie vitata biologica. I dati sono emersi dall’Osservatorio sulla competitività delle Regioni del Vino - Sicilia, realizzato da Nomisma Wine Monitor in collaborazione con UniCredit e presentato in occasione dell’edizione 2024 di Sicilia en Primeur. L’annuale anteprima dei vini siciliani, organizzata da Assovini Sicilia, si è tenuta a Cefalù a fine maggio, con il tema “Cultivating the Future”, in una riflessione sul futuro del vino, in un anno segnato da un calo delle importazioni mondiali.
Le ragioni sono congiunturali e strutturali: gli importatori hanno accumulato scorte eccessive per timori di interruzioni e aumento dei prezzi, mentre il rallentamento economico e l'inflazione hanno ridotto la capacità di spesa dei consumatori. Intanto, i consumi di vino stanno cambiando: diminuisce l'acquisto di vino rosso, i giovani bevono meno e si preferiscono vini leggeri e a bassa gradazione alcolica. In uno scenario in continua mutazione, la Sicilia continua il suo percorso rivoluzionario, avviato tra gli anni Novanta e Duemila. «Il vino – spiega Alessio Planeta, Ad della storica azienda di famiglia – è anche uno strumento fondamentale per lo sviluppo turistico, che è in continua crescita. La stagione è lunghissima, il clima permette di visitare tutta l’Isola non soltanto d’estate.Per il futuro si guarda alla sostenibilità e al racconto dei diversi territori: l’obiettivo è aumentare la conoscenza specifica della Sicilia, aumentando anche la percezione della qualità offerta. Oggi i vini bianchi e le colture biologiche sostengono la Sicilia nonostante la riduzione dei raccolti a causa di eventi climatici estremi e peronospora.
Nel 2023, l'export di vini rossi Dop è calato del 4%, mentre quello di vini bianchi Dop è aumentato del 7%. Tenendo presente che i dati Istat non considerano le spedizioni dai porti di altre Regioni, l'export totale dei vini e mosti siciliani è probabilmente ancora superiore. Nella grande distribuzione, le vendite di vini Dop regionali sono aumentate del 5,3% a valore e dello 0,3% a volume. «Ora la grande opportunità – commenta Matteo Zoppas, presidente dellIce, l’agenzia per la promozione delle imprese italiane all’estero – è lavorare per promuovere e valorizzare il made in Italy sui canali internazionali di distribuzione. Abbiamo vini di grande valore che all'estero non vengono ancora sufficientemente valorizzati. La Sicilia sta facendo molto e c'è un grande interesse verso i vini isolani e vulcanici».Secondo un sondaggio dell'Osservatorio, i vini siciliani si sono classificati al quinto posto per notorietà, dietro a quelli di Piemonte, Toscana, Veneto e Friuli-Venezia Giulia.
«La Sicilia – conclude Mariangela Cambria, Presidente di Assovini Sicilia – non è una Regione, ma un vero continente vitivinicolo. Abbiamo appena celebrato un doppio compleanno: 25 anni dalla fondazione di Assovini Sicilia e 20 anni anni dalla prima edizione di Sicilia en Primeur. L’associazione, che oggi riunisce quasi cento aziende vitivinicole, è stata protagonista della storia della vitivinicoltura siciliana e della sua rivoluzione. Spero che la nostra esperienza possa essere d’esempio anche per altri territori Saper fare squadra, anche tra potenziali concorrenti, si rivela sempre vantaggioso per tutti».
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