I dazi frenano export e investimenti, giù l'energia

Secondo l'analisi mensile del Centro studi di Confindustria, gli indicatori per gli investimenti sono tutti orientati in negativo: crescita a rischio
May 18, 2025
I dazi frenano export e investimenti, giù l'energia
Imagoeconomica |
L’accelerazione del Pil italiano del primo trimestre dell’anno (+0,3%) rischia di trasformarsi in una frenata, causata anche dall’incertezza sui dazi che rallenta export e investimenti, aumentando i rischi dell’industria che stava recuperando. Le minori attese di crescita, tuttavia, riducono il prezzo dell’energia (a maggio 33 euro/mwh, dai 50 euro di febbraio), agevolando il taglio dei tassi in Europa. In ribasso anche l’elettricità: 88 euro/mwh a maggio, dai 150 euro di febbraio. Sono alcuni dei dati di Congiuntura flash di maggio diffusa dal Centro studi di Confindustria, secondo cui anche il prezzo del petrolio è in calo a causa delle attese di frenata della domanda globale: 62 dollari al barile questo mese dai 76 dollari di febbraio.
L’inflazione è alta negli USA (+2,3% in aprile), dove dovrebbe crescere per l’effetto dei dazi sui prezzi dell’import, cui si aggiunge la svalutazione del dollaro. È poco più bassa nell’Eurozona (+2,2%), ma qui dovrebbe diminuire per il ribasso energetico e il rafforzamento dell’euro. La Bce dovrebbe dunque proseguire con i tagli dei tassi nel 2025 (già a 2,25%), mentre la Fed potrebbe restare in attesa, con tassi fermi al 4,50%. Questo dovrebbe stimolare il credito per le imprese italiane (-1,1% annuo a marzo).
Sono però tutti orientati in negativo gli indicatori mensili per gli investimenti nei primi 4 mesi del 2025: continua a diminuire la fiducia delle imprese, per il terzo mese di fila (91,5 in aprile, da 93,2); si segnala un forte aumento dell’incertezza; i giudizi sugli ordini di beni strumentali sono pressoché stabili su bassi livelli e calano le attese sui nuovi ordinativi, indizio di domanda debole. Per quanto riguarda i consumi, la crescita dell’occupazione potrebbe fornire più reddito reale alle famiglie, ma il calo della fiducia a marzo-aprile potrebbe preludere a un nuovo aumento della propensione al risparmio. Le vendite al dettaglio si sono ridotte nel 1° trimestre (-0,5%), mentre le immatricolazioni di automobili in Italia sono in lieve recupero (+2,7% annuo in aprile).
Incerto l’andamento nei servizi. Il turismo prosegue la crescita nei primi mesi del 2025 (+6,7% annuo a febbraio la spesa degli stranieri), mentre sono negative le indicazioni di RTT servizi (CSC-TeamSystem) con fatturato in calo nel 1° trimestre. Per il 2° trimestre, l’indice HCOB-PMI continua a indicare moderata espansione (52,9 in aprile, da 52,0), ma la fiducia delle imprese è ulteriormente caduta, per la flessione degli ordini. A marzo la produzione industriale è aumentata (+0,1%), chiudendo il 1° trimestre in recupero (+0,4%), dopo 5 trimestri in calo, anche se RTT indica minor fatturato. I dazi colpiscono principalmente l’industria e i primi dati di aprile, post-dazi, sono misti: il PMI segnala che la flessione si è quasi esaurita (49,3 da 46,6), ma la fiducia scende per il secondo mese di fila, su valori bassi.
L’export italiano di beni era in risalita a inizio 2025, prima dei dazi Usa: +4,6% in valore nel 1° trimestre rispetto al 4° trimestre 2024. Cresce però anche l’import, tanto che il contributo dell’export netto nel 1° trimestre è negativo. Positiva la dinamica delle vendite nei mercati Ue ed extra-Ue, grazie a una ripresa in Germania (+5,4% sul 1° trimestre 2024) e a marzo negli Usa per anticipare i dazi (+11,8% nel trimestre), ancora in calo invece le vendite in Cina. L’indice PMI sugli ordini manifatturieri esteri in aprile punta a una stabilizzazione, ma gli ordini del PMI globale volgono in negativo (47,2).
Nell’eurozona nel 1° trimestre il Pil dell’area è cresciuto (+0,3%), con la Spagna in testa (+0,6%), seguita da Germania (+0,2%) e Francia (+0,1%). Nell’industria, in particolare, la Germania è in forte recupero (+1,7% nel 1°), mentre Francia e Spagna sono rimaste quasi ferme. Ad aprile, gli indici PMI manifatturieri restano tutti sotto la soglia di espansione, ma sono in risalita in Germania e Francia, in calo in Spagna. Gli indici PMI suggeriscono anche una frenata nei servizi e il deterioramento del clima di fiducia.
Negli Usa il Pil nel 1° trimestre è sceso di -0,1%, come risultato di una frenata dei consumi (+0,3% il contributo, da +0,7%), una tenuta degli investimenti (+0,3%), una forte accumulazione di scorte (+0,6%) e un brusco calo della domanda estera netta (-1,2%) e anche della spesa pubblica (-0,1%). In aprile, buona la dinamica della produzione industriale (+0,2% atteso, dopo +1,4% nel 1° trimestre) e degli occupati (+177mila unità, oltre la soglia espansiva). Economia cinese in crescita nel 1° trimestre (+5,4%), sulla spinta di manifattura e costruzioni. L’industria è trainata dalle esportazioni, anche grazie alle spedizioni anticipate per i dazi Usa. In aprile, l’export è ancora in crescita (+8,1% annuo) e il Pmi manifatturiero resta in territorio positivo per il settimo mese (50,4), seppure in frenata. Tale rallentamento è legato al calo degli ordini esteri e della fiducia delle imprese. Ma l’allentamento per 90 giorni delle barriere con gli Usa potrebbe mantenere la dinamicità dell’export cinese nel 2° trimestre. Segnali positivi pure dalla domanda interna (+4,6% annuo le vendite al dettaglio nel 1°), grazie alle ingenti misure pubbliche di stimolo.

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