Emergenza casa, l'Ue è pronta a cambiare le norme sugli aiuti di Stato

Avviata dalla Commissione Europea una consultazione pubblica per rivedere le attuali norme. Pressing dai sindaci di 15 metropoli: «Prezzi aumentati del 78% in 10 anni»
June 6, 2025
Emergenza casa, l'Ue è pronta a cambiare le norme sugli aiuti di Stato
Metà dei giovani europei non può permettersi una vita indipendente e lo stesso ceto medio – insegnanti, operatori sanitari, forze dell’ordine e appartenenti a tante altre categorie lavorative – fatica ormai a trovare abitazioni a prezzi accessibili. In tutta Europa, il costo dell'alloggio supera in media il 40% del reddito per un residente urbano su dieci, frutto dell’aumento dei prezzi delle case, secondo dati Eurostat, di oltre il 55% tra il 2015 e il 2024. Una situazione che riguarda in particolari le grandi città dell’Unione e che vede incrociarsi la crescente domanda nelle aree urbane, la scarsità dell'offerta di alloggi, il patrimonio edilizio datato, le disparità economiche regionali e il dilagare degli affitti a breve termine.
È per risolvere questo rebus che la Commissione Ue punta ora a rivedere le regole sugli aiuti di Stato per migliorare l'accesso all'edilizia abitativa a prezzi accessibili, avviando fino a fine luglio una consultazione pubblica. Le attuali norme, secondo l’esecutivo europeo, permettono infatti di sostenere l'edilizia sociale per i più svantaggiati senza limiti di compensazione, ma non sono sufficienti a fronteggiare le sfide legate all'accessibilità della casa, che riguardano ormai fasce più ampie della popolazione, specie nelle aree urbane. Le modifiche proposte riguardano la flessibilità, definizioni e regole attuali e il maggior coinvolgimento di cittadini, enti e autorità.
Sono necessari investimenti significativi per colmare il divario esistente in materia di alloggi a prezzi accessibili, evidenzia la Commissione Ue, e le misure di aiuto di Stato possono contribuire a incentivare gli investimenti necessari: «In tutta Europa, troppe famiglie e troppi giovani non riescono a permettersi una casa dignitosa – evidenzia la vicepresidente esecutiva per la Transizione giusta, competitiva e pulita Teresa Ribera Rodríguez –. Non si tratta solo di un problema abitativo, è un'emergenza sociale. La revisione odierna delle norme sugli aiuti di Stato è uno degli strumenti che stiamo utilizzando per aiutare gli Stati membri ad agire più rapidamente e in modo più intelligente sull'edilizia abitativa a prezzi accessibili».
L’esecutivo Ue ha istituito una task force sull'edilizia abitativa a prezzi accessibili per coordinare i diversi filoni di lavoro della Commissione in materia di edilizia e ha in programma, per il 2026, la presentazione di un Piano europeo per l'Edilizia Abitativa a Prezzi Accessibili per integrare le politiche e le iniziative degli Stati membri e delle autorità regionali e locali. Nelle scorse settimane a muoversi sul tema era stata l’associazione dei “Sindaci per la casa”, che unisce i 15 primi cittadini delle città metropolitane europee. A Bruxelles i sindaci coinvolti – tra cui quello di Roma Roberto Gualtieri, di Milano Beppe Sala, di Bologna Matteo Lepore e di Firenze Sara Funaro – hanno presentato un piano europeo per la casa in grado di mobilitare 300 miliardi di euro l'anno, sino al 2030, per un intervento rapido ed efficace contro la gravissima crisi abitativa.
Secondo il piano, quella della casa è un'emergenza che richiede una risposta urgente di dimensioni pari a quella portata avanti ai tempi del Covid. Tra gli interventi elencati dai sindaci, proprio la revisione delle norme in materia di aiuti di Stato «per consentire maggiori investimenti pubblici» e la possibilità di attivazione della clausola di salvaguardia nazionale del Patto di stabilità e crescita per i progetti abitativi. «Attualmente è stata richiesta da 16 Stati membri per le spese di difesa, dovrebbe essere estesa anche per quelle per gli alloggi», ha sottolineato il sindaco di Roma. In più, le 15 amministrazioni locali suggeriscono la definizione di «un indicatore dello stress del mercato immobiliare» e insistono per la completa attuazione del regolamento europeo che impone alle piattaforme per gli affitti brevi l’obbligo di condivisione dei dati.
Le 15 città che si sono mobilitate sono casa per circa 18 milioni di cittadini europei, ma «negli ultimi 10 anni i prezzi delle abitazioni sono aumentati del 78 per cento», ha denunciato il sindaco di Barcellona, Jaume Collboni. È «inaccettabile», ha evidenziato da parte sua il commissario incaricato di redigere il piano Ue per gli alloggi, il danese Dan Jorgensen, che «persone con lavori normali ma molto importanti per la società, come poliziotti, infermieri o insegnanti, non possano permettersi di vivere nelle città che servono».

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