giovedì 18 marzo 2021
Nel primo mese dopo l'uscita dei britannici dall'Ue gli scambi commerciali con il resto d'Europa si riducono bruscamente. Soffre l'alimentare. Urgono rimedi
Al porto di Cherbourg, in Normandia, i camion in fila aspettano di essere imbarcati sul traghetto che li porterà a Rosslare, in Irlanda, senza passare dal territorio del Regno Unito

Al porto di Cherbourg, in Normandia, i camion in fila aspettano di essere imbarcati sul traghetto che li porterà a Rosslare, in Irlanda, senza passare dal territorio del Regno Unito - Ansa (Epa)

COMMENTA E CONDIVIDI


Com’era prevedibile, la Brexit ha fatto crollare gli scambi commerciali tra il Regno Unito e i Paesi dell’Unione europea. La pubblicazione dei dati sul commercio estero di gennaio 2021 (il primo mese di Brexit completa) da parte di Eurostat per l’Ue e di Istat per l’Italia mostra quanto questo crollo sia stato pesante.

I dati sono brutti in generale, perché continuano a farsi sentire gli effetti della pandemia. Le esportazioni dei 27 Paesi dell’Ue a gennaio sono scese del 10,8% rispetto a un anno fa, le importazioni sono diminuite del 16,9%. L’unico mercato che si salva è la Cina, dove la ripresa economica è iniziata già nella seconda parte dell’anno passato: le vendite dall’Ue verso Pechino sono cresciute del 6,6% (a 16,1 miliardi di euro), mentre le importazioni sono diminuite del 3,8% (a 33,3 miliardi) per un saldo mensile della bilancia commerciale che, per l’Ue, è negativo per 17,2 miliardi di euro. Gli scambi con gli Stati Uniti, che nel 2020 sono scivolati al secondo posto proprio dietro alla Cina tra i maggiori partner commerciali dell’Europa, sono peggiorati sia sul fronte dell’export (-9,6% a 28,2 miliardi) che su quello delle importazioni (-26,3% a 11,5 miliardi) con un saldo positivo, per l’Ue, di 13,6 miliardi di euro.

Il crollo dell'export europeo verso il Regno Unito rispetto all'export dell'Ue verso il resto del mondo a gennaio

Il crollo dell'export europeo verso il Regno Unito rispetto all'export dell'Ue verso il resto del mondo a gennaio - Eurostat

Ora che è fuori dall’Unione, il Regno Unito ha presto il posto della Svizzera come terzo maggiore partner commerciale dei Paesi dell’Ue. Il dato sul primo mese di Brexit era particolarmente atteso. È stato disastroso. A gennaio c’è stato un crollo del 27,4% delle esportazioni dall’Ue (a 18 miliardi) e una caduta del 59,5% delle importazioni (a 6,4 miliardi). Anche in questo caso la bilancia commerciale è favorevole all’Europa, positiva con 11,6 miliardi di euro di avanzo.

Questo crollo nei rapporti commerciali con il Regno Unito è stato ancora più forte per l’Italia, che a gennaio si è confermata la terza economia della zona euro, dopo la Germania e i Paesi Bassi, per quello che riguarda i rapporti con l’estero (fa il 19,6% dell’export europeo e il 13,6% dell’import). Le vendite di prodotti italiani nel Regno Unito sono crollate del 37,4%, a 1,27 miliardi di euro, con cadute attorno al 60% per abbigliamento, metalli e farmaceutica. Molto male anche le vendite dell'alimentare (-27,8%) e degli autoveicoli (-31,7%). Meglio (-15,1%) il settore dei macchinari. Le importazioni di prodotti britannici in Italia sono precipitate del 69,5%, a 236,2 milioni di euro: per alcuni prodotti britannici c’è stato quasi un azzeramento. È il caso dei prodotti agricoli (-97,2%), dei prodotti petroliferi raffinati (-94,6%) e dell'alimentare (-91,9%).

I rapporti commerciali tra l’Ue e il Regno Unito dal primo di gennaio sono regolati dall’accordo del 24 dicembre 2020, un’intesa che ancora deve essere approvata dal Parlamento europeo, e quindi dal Consiglio dell’Ue, per la sua entrata in vigore definitiva. I rapporti tra Londra e Bruxelles sono pessimi, in queste settimane: martedì l’Ue ha «messo in mora» i britannici perché il governo Johnson per aver violato le disposizioni sostanziali del protocollo sull'Irlanda e l'Irlanda del Nord.



© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI