sabato 18 gennaio 2020
«Ci trattarono con gentilezza (Atti 28, 2)» il tema di quest'anno. Il vescovo Ambrogio Spreafico: «Cercare di coinvolgere sempre di più i fedeli».
Veglia ecumenica, Settimana di preghiera l'unità dei cristiani

Veglia ecumenica, Settimana di preghiera l'unità dei cristiani - .

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Prende il via oggi e si chiuderà sabato prossimo la tradizionale Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani. Un’iniziativa ecumenica che qualcuno potrebbe pensare sia nata dopo il Concilio Vaticano II, mentre la sua storia è più antica. Chi volesse trovarne l’origine, o meglio gli eredi di coloro che ne furono all’origine, dovrebbe bussare al convento di Sant’Onofrio al Gianicolo a Roma, dove risiedono i Frati francescani dell’Atonement, parola inglese quest’ultima che significa espiazione. Fu il loro fondatore, infatti, il servo di Dio padre Paul Wattson (1863-1940), statunitense, che quando ancora si chiamava Lewis Wattson ed era un pastore episcopaliano, propose di pregare per una settimana, appunto, perché le confessioni cristiane cominciassero un cammino ecumenico. Wattson a un certo punto della sua vita fu infatti segnato dall’incontro con il Movimento di Oxford, ispirato dal cardinale John Henry Newman, per la riconciliazione della Chiesa anglicana con Roma. Nel 1898 insieme a Lurana White fondò la Società dell’Atonement, con il proposito di portare la spiritualità francescana nel mondo episcopaliano (gli anglicani negli Usa). Nel 1909 entrambi insieme a una quindicina di seguaci chiesero a papa Pio X di essere accolti nella Chiesa cattolica. Nacquero poi due realtà religiose, una maschile e una femminile, ancora vive e attive.

La Settimana di quest’anno ha come tema «Ci trattarono con gentilezza (Atti 28, 2)», dal brano degli Atti degli Apostoli relativo al naufragio di san Paolo a Malta. «Una storia di divina provvidenza e al tempo stesso di umana accoglienza», si legge nel documento di presentazione della Settimana. Il materiale di preghiera per le celebrazioni ecumeniche non poteva che essere preparato dalle Chiese cristiane di Malta e Gozo e sullo sfondo c’è anche il tema delle migrazioni, del rapporto con lo straniero. «Ci auguriamo che la Settimana di preghiera possa rafforzare in tutti i credenti e in tutte le chiese la determinazione a vivere l’accoglienza, e preghiamo che, praticando insieme la filantropia/filoxenia, cresca anche la comunione fra di noi, alla gloria di Dio»: questo scrivono in un messaggio Ambrogio Spreafico, vescovo di Frosinone-Veroli-Ferentino e presidente della Commissione Cei per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso, il pastore Luca Maria Negro, presidente della Federazione delle Chiese evangeliche in Italia, e il metropolita Gennadios, arcivescovo ortodosso d’Italia e di Malta ed esarca per l’Europa meridionale.

Spreafico alla vigilia della Settimana richiama gli “addetti ai lavori” a non cadere nell’abitudinarismo o nell’autorefenzialità: «Noi vescovi insieme ai direttori degli uffici diocesani per l’ecumenismo e il dialogo dobbiamo cercare di coinvolgere sempre di più i fedeli, spesso infatti si fanno iniziative ecumeniche molto belle ma che restano poi confinate nell’ambito di coloro che hanno un interesse specifico per questi temi. Su questo siamo ancora indietro e c’è da lavorare». Spreafico segnala poi come nell’anno che si è da poco concluso si sia consolidata la Consulta ecumenica delle Chiese cristiane presenti in Italia, «un gruppo di lavoro aperto, leggero, cioè non giuridicamente stabilito, che si incontra periodicamente presso la Cei ed è diventato un gruppo stabile, dopo un lavoro preparatorio durato alcuni anni». Uno degli obiettivi, ricorda sempre il vescovo di Frosinone, è di arrivare ad esprimersi su certi temi coralmente, per quanto possibile, come cristiani in Italia: «Non vogliamo arrivare a un’uniformità, sarebbe utopico, ci sono fra di noi differenze che vanno rispettate e che costituiscono tra l’altro una ricchezza. Diciamo che, per prendere un termine del Consiglio mondiale delle Chiese, quello che si può perseguire è un consenso ecumenico su alcuni punti, per far sì che nel mondo di oggi così diviso e a volte tribale i cristiani siano un segno di unità». Per l’anno in corso Spreafico fa invece presente che è in preparazione il convegno ecumenico che di solito si tiene nel mese di novembre: «Nelle prossime settimane ci vedremo per discutere il tema e i dettagli dell’evento».

E per tornare al tema della Settimana di preghiera, si possono segnalare le parole che sempre Spreafico usa insieme a Negro e Gennadios, nel comunicato di presentazione: «L’ospitalità è una virtù altamente necessaria nella ricerca dell’unità tra cristiani. La nostra stessa unità di cristiani sarà svelata non soltanto attraverso l’ospitalità degli uni verso gli altri, pur importante, ma anche mediante l’incontro amorevole con coloro che non condividono la nostra lingua, la nostra cultura e la nostra fede».

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