venerdì 24 marzo 2023
18 i consacrati e i laici uccisi lo scorso anno durante il loro apostolato. Il ricordo speciale di suor Maria De Coppi e suor Luisa Dell’Orto, che hanno perso la vita in Mozambico e ad Haiti
Oggi la Giornata dei missionari martiri promossa da Missio Giovani, nella memoria liturgica di san Óscar Romero. L'invito a vivere un venerdì di preghiera, di digiuno e di solidarietà con i cristiani perseguitati

Oggi la Giornata dei missionari martiri promossa da Missio Giovani, nella memoria liturgica di san Óscar Romero. L'invito a vivere un venerdì di preghiera, di digiuno e di solidarietà con i cristiani perseguitati - ANSA

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Quando si parla di martiri, il pensiero spontaneamente corre all’epoca delle persecuzioni dei primi secoli della Chiesa. Ma il martirio dei cristiani non è solo un ricordo del passato. Tutte le epoche della storia della Chiesa ci riportano momenti duri, di contrarietà al messaggio cristiano: sempre ci sono state persone coraggiose che hanno mantenuto fino in fondo la fedeltà al loro credo, anche fino a perdere la vita. Anche ai nostri giorni la vita della Chiesa, nelle diverse regioni del mondo, è arricchita dalla testimonianza di suoi membri che soffrono persecuzioni e sono pronti a mettere in gioco la loro stessa vita, nella fedeltà al Vangelo. Nell’udienza generale del 25 settembre 2019 papa Francesco diceva: «La Chiesa di oggi è ricca di martiri. Oggi ci sono più martiri che all’inizio della Chiesa, i martiri sono ovunque».

Sono tante le organizzazioni cattoliche che si occupano della condizione dei cristiani nei vari continenti e che segnalano episodi e situazioni di violenza e persecuzione. Tra queste, l’Agenzia Fides, organo di informazione delle Pontificie Opere Missionarie, che ogni fine anno pubblica la lista dei sacerdoti, religiosi, religiose e catechisti laici, uccisi nel compimento del loro servizio di missionari del Vangelo. Sono diciotto i missionari uccisi nel corso del 2022. Certo non possiamo definirli martiri nel senso canonico del termine, ma riconosciamo in loro una testimonianza particolarmente significativa e feconda per la vita della Chiesa di oggi, perché confermata dal sacrificio della loro stessa vita.

Proprio per mettere in luce la testimonianza coraggiosa di questi missionari, uccisi a causa del Vangelo, il Movimento Giovanile Missionario, oggi chiamato Missio Giovani, da più di trent’anni propone a tutta la Chiesa italiana, nell’anniversario del martirio di san Oscar Romero, avvenuto il 24 marzo 1980, una giornata di preghiera, di digiuno e di solidarietà con i cristiani perseguitati. Il tema che ispira la Giornata dei missionari martiri di quest’anno è tratto dal messaggio di papa Francesco per la Giornata missionaria mondiale dell’ottobre 2022: “Di me sarete testimoni”. In quell’occasione il Papa scriveva: «L’essenza della missione è il testimoniare Cristo, vale a dire la sua vita, passione, morte e risurrezione per amore del Padre e dell’umanità». E più avanti aggiungeva: «In ultima analisi, il vero testimone è il “martire”, colui che dà la vita per Cristo, ricambiando il dono che Lui ci ha fatto di se stesso»; e confermava il messaggio citando l’esortazione apostolica Evangelii gaudium: «La prima motivazione per evangelizzare è l’amore di Gesù che abbiamo ricevuto, l’esperienza di essere salvati da Lui che ci spinge ad amarlo sempre di più» (n. 264).

In occasione di questa giornata, ricordiamo con particolare ammirazione e affetto suor Maria De Coppi, missionaria comboniana uccisa in Mozambico nel corso di un’azione terroristica nel settembre scorso, e suor Luisa Dell’Orto, religiosa delle Piccole Sorelle del Vangelo di Charles de Foucauld, assassinata in giugno in un agguato tra i vicoli della capitale di Haiti. Entrambe hanno speso la loro vita rispondendo ai bisogni di due popoli, martoriati da guerre, calamità, criminalità e soprusi. La grandezza della testimonianza che ci lasciano in eredità non viene tanto dalla fine tragica della loro esistenza, ma prima di tutto dalla loro fedeltà e dal coraggio di rimanere quotidianamente a fianco di quei popoli sofferenti, portando loro la vicinanza di Gesù e la speranza che viene dal Vangelo. Esse hanno vissuto la perseveranza fino alla fine, sulle orme di Gesù stesso, fedele «fino alla morte e a una morte di croce» (Fil 2,8).

Lo scrittore cristiano Tertulliano diceva: «Il sangue dei martiri è il seme di nuovi cristiani»: se è vero che oggi ci sono più martiri che all’inizio della Chiesa, non dobbiamo certamente credere a chi dice che è finito il tempo della Chiesa o della religione, ma possiamo sperare con piena convinzione che nessuna contrarietà o persecuzione potrà fermare l’annuncio del Vangelo fino agli estremi confini della terra.

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