martedì 28 aprile 2020
Presidente il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato, vicepresidente Stefania Falasca, vaticanista di Avvenire e vicepostulatrice della causa di canonizzazione in corso del Pontefice bellunese.
Il Papa crea una Fondazione dedicata a Giovanni Paolo I
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«La valorizzazione e la diffusione della conoscenza del pensiero, delle opere e dell’esempio di papa Giovanni Paolo I». Con queste finalità papa Francesco ha stabilito di istituire la Fondazione vaticana dedicata al Pontefice bellunese con un suo rescritto diffuso ieri dalla Sala stampa della Santa Sede. Della Fondazione ha nominato presidente il cardinale segretario di Stato Pietro Parolini e vicepresidente Stefania Falasca, vaticanista di “Avvenire” e vicepostulatrice della causa di canonizzazione di Luciani, autrice nel 2017 di “Papa Luciani. Cronaca di una morte” (Piemme).

Costituendo una Fondazione dedicata agli studi sul suo predecessore Francesco ha voluto così venire «incontro alla proposta di dar vita a un ente destinato ad approfondire la figura, il pensiero e gli insegnamenti del suo venerabile predecessore, Papa Giovanni Paolo I – Albino Luciani (26 agosto 1978 – 28 settembre 1978) – e promuovere lo studio e la diffusione dei suoi scritti».

Cinque le finalità della nuova Fondazione, secondo quanto riferisce un comunicato della Santa Sede: «Tutelare e conservare il patrimonio culturale e religioso lasciato da Papa Giovanni Paolo I; promuovere iniziative quali convegni, incontri, seminari, sessioni di studio; istituire premi e borse di studio; curare l’attività editoriale mediante l’edizione sia dei risultati di studi e di ricerche proprie, sia di opere di terzi; proporsi come punto di riferimento, in Italia e all’estero». Del Consiglio di amministrazione fanno parte oltre al cardinale Parolin e a Stefania Falasca altre cinque figure: il cardinale Beniamino Stella, prefetto della Congregazione per il Clero e postulatore; monsignor Andrea Celli, canonista; don Davide Fiocco, patrologo, direttore del Centro di spiritualità e cultura di Belluno intitolato a Giovanni Paolo I; la nipote di Luciani, Lina Petri, figlia della sorella Antonia; e Alfonso Cauteruccio, segretario, officiale presso la Segreteria del Sinodo dei Vescovi. Viene costituito anche un Comitato scientifico «composto di sei membri, scelti tra personalità di comprovata competenza ed esperienza, ma con la possibilità di essere temporaneamente ampliato per particolari iniziative».

Che fosse necessaria un’istituzione scientifica era evidente dalla mole enorme di carte e documenti acquisiti durante la causa di canonizzazione, e che la nuova struttura è ora chiamata a valorizzare per far conoscere una figura molto popolare e amata ma della quale, paradossalmente, non si conoscono ancora in modo adeguato la reale portata e il contributo nel cammino della Chiesa del Novecento e, poi, oltre il confine col nuovo millennio, fino al pontificato di Francesco, che sente Luciani particolarmente vicino per sensibilità, stile e pensiero.

All’«Attualità di papa Luciani» il cardinale Parolin ha dedicato un articolo pubblicato ieri dall’«Osservatore Romano», nel quale osserva che fu «un pastore vicino alla gente, centrato sull’essenziale della fede e con una straordinaria sensibilità sociale. Il suo magistero è attuale. Prossimità, umiltà, semplicità, insistenza sulla misericordia di Dio, amore del prossimo e solidarietà ne sono i tratti salienti». Lo stile del Vaticano II è trasparente nella figura di Giovanni Paolo I, riassunto da Parolin in alcune caratteristiche come «la risalita alle sorgenti del Vangelo e una rinnovata missionarietà, la collegialità episcopale, il servizio nella povertà ecclesiale, la ricerca dell’unità dei cristiani, il dialogo interreligioso, il dialogo con la contemporaneità e il dialogo internazionale, condotto con perseveranza e determinazione, in favore della giustizia e della pace». Il segretario di Stato ricorda in particolare che Luciani «voleva inserire tra i tradizionali precetti della Chiesa un comando sulle opere di solidarietà», tanto che «lo aveva proposto ai vescovi italiani». La brevità del suo pontificato non deve trarre in inganno sul suo influsso effettivo sulla Chiesa: «Non è stata una parentesi – nota Parolin –. Seppure il governo della Chiesa di Giovanni Paolo I non poté dispiegarsi nella storia, tuttavia egli ha concorso a rafforzare il disegno di una Chiesa vicina al dolore della gente e alla sua sete di carità».

La causa di beatificazione e canonizzazione di Giovanni Paolo I è iniziata il 22 novembre del 2003 completando la fase diocesana tre anni dopo. Nel 2007 l’avvio del capitolo romano concluso il 9 novembre 2017 con la proclamazione delle virtù. Al definitivo pronunciamento del Papa sulla beatificazione di Luciani manca il completamento dell’iter giudiziale per riconoscere il miracolo attribuito alla sua intercessione. La pandemia ha fermato i lavori, che in Vaticano tutti sperano possano riprendere al più presto.

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