venerdì 14 novembre 2014
In piazza San Pietro dove ora si trovano i bagni per i pellegrini saranno realizzati tre box per dare ai clochard la possibilità di lavarsi. ​L'elemosiniere pontificio Krajewski: ridare dignità agli ultimi.
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Il colonnato del Bernini che abbraccia idealmente tutta la Chiesa, da lunedì si fa ancora un po’ più largo per ospitare i senzatetto che gravitano su piazza San Pietro. Negli spazi dove si trovano i bagni dei pellegrini saranno infatti realizzate tre docce, per dare la possibilità di lavarsi gratuitamente a a chi non può permettersi nemmeno un po’ di acqua calda corrente. L’idea è venuta all’arcivescovo polacco Konrad Krajewski, elemosiniere pontificio, la longa manus della carità del Papa o, come si definisce lui, una sorta di «pronto intervento». E da Francesco ha ricevuto l’immediato placet. Krajewski ha già fatto realizzare questo piccolo servizio in dieci parrocchie romane, a cominciare da Via Gregorio VII, Piazzale Clodio e l’Aventino. «Noi ridiamo dignità a queste persone che si possono lavare – ha detto alla Radio Vaticana – se si gira per Roma e si vuole andare in un bagno pubblico, non esiste proprio! E se ci sono, come nelle stazioni ferroviarie, tutti i bagni sono a pagamento. Certo, non è che non esistano le docce a Roma, perché c’è la Comunità di Sant’Egidio, c’è la Caritas e ci sono alcune parrocchie che le hanno. Ma io cercavo di fare queste docce nelle parrocchie dove ci sono già le mense. I nostri senzatetto vengono già lì per mangiare». Come racconta Andrea Tornielli su La Stampa, quando i parroci hanno pudicamente posto la domanda «chi paga?», la risposta è stata «paga il Santo Padre». Con l’aiuto per altro di non poche persone di buona volontà. Andrea Bocelli con la sua fondazione ha contribuito ai lavori, un senatore del Nord ha fatto intervenire un’impresa che ha allestito gratis alcune delle docce parrocchiali.  Un altro progetto “in cantiere” è quello di coinvolgere gli allievi di una scuola per parrucchieri per offrire in Vaticano, oltre alla possibilità di una doccia, anche quella di un taglio di barba e capelli ai clochard. Anzi, ai «pellegrini senzatetto» come li chiama Krajewski, con una bella espressione che richiama il valore dei poveri per la Chiesa e anche una tradizione, appunto, di pellegrini mendicanti che sempre hanno attraversato Roma. A volte veri e propri santi, basti pensare a san Benedetto Giuseppe Labre (1748-1783), che negli anni in cui visse da “vagabondo di Dio” nella Città Eterna conquistò migliaia di fedeli con la sua capacità di consiglio e la sua umiltà estrema. Lo zelo di Krajewski per i clochard è l’attuazione di un mandato ricevuto da Francesco. Il presule polacco ha portato «l’abbraccio del Papa» ai senza fissa dimora che si sono riuniti in febbraio per la tradizionale liturgia a Santa Maria in Trastevere, così come ha trasmesso la vicinanza di Bergoglio celebrando i funerali, lo scorso febbraio, del senzatetto polacco morto a soli 31 anni in seguito a un’aggressione. Bergoglio che per il suo compleanno, lo scorso 17 dicembre, ha invitato quattro clochard alla Messa a Santa Marta e poi a colazione con lui. E che pochi giorni dopo, in occasione del Natale, ha fatto distribuire 2.000 buste regalo nei luoghi dove vengono dispensati pasti gratuiti. Ma per quanto riguarda l’attenzione ai poveri in generale, diventa ormai impegnativo fare un elenco di tutti i gesti compiuti dal Pontefice, sia negli appuntamenti istituzionali, come la visita alla favela Varginha a Rio de Janeiro durante l’ultima Gmg, che nei suoi momenti privati. Secondo quanto riferito sempre da Krajewski all’Ansa, Bergoglio ha aiutato numerose famiglie insolventi e a rischio sfratto a pagare le bollette, con un contributo complessivo di circa 200mila euro. Altri 50 mila euro, sempre tramite l’elemosineria apostolica, li ha invece donati al Centro Astalli per il pagamento delle spese di rilascio dei documenti necessari ai richiedenti asilo.
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