mercoledì 13 marzo 2024
Cinquantuno anno, missionario nel Paese latinoamericano dal 2005, il Papa lo ha nominato pastore di São Felix do Araguaia. L'affettuoso ringraziamento alla Chiesa padovana
Un gruppo di indigeni del Mato Grosso

Un gruppo di indigeni del Mato Grosso - Ansa

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Da Padova al Mato Grosso, storicamente cuore dell’Italia missionaria in Brasile. È la storia di don Lucio Nicoletto che papa Francesco ha nominato vescovo prelato della Chiesa di São Felix do Araguaia. Nato a Este, nel Padovano appunto, il 18 agosto 1972, Nicoletto nel 1987 entra nel Seminario Minore di Padova, a Tencarola per poi proseguire gli studi nel Seminario Maggiore ricevendo l’ordinazione sacerdotale il 7 giugno 1988 .La prima parrocchia dove esercita il suo servizio ministeriale è San Michele Arcangelo di Selvazzano Dentro. Nello stesso anno riceve l’incarico di responsabile del servizio di animatore diocesano per le vocazioni ecclesiastiche svolgendo questo ruolo anche presso l’équipe educativa del Seminario Minore. Nel maggio 2005 il vescovo Antonio Mattiazzo lo destina come fidei donum (missionario diocesano) in Brasile, per la precisione nella Chiesa di Duque de Caxias. Nel Paese latinoamericano, spiega un comunicato della Chiesa padovana, nel 2009 è nominato direttore spirituale nel Seminario di Nova Iguaçu e vicario parrocchiale della Cattedrale di Sant’Antonio in Duque de Caxias mentre due anni dopo diventa rettore del Seminario diocesano e parallelamente assistente spirituale della pastorale giovanile e del movimento del Rinnovamento nello Spirito. Il 27 giugno 2016 apre la missione padovana in Roraima, assieme a don Benedetto Zampieri, assumendo la guida della parrocchia di Caracaraí. Nell’aprile 2018 il vescovo di Roraima, don Mario Antonio da Silva, chiede a don Nicoletto di assumere anche l’incarico di responsabile diocesano della Catechesi e del progetto di Iniziazione cristiana entrando così nel Consiglio presbiterale diocesano. Nel gennaio del 2019 il pastore di Roraima con il consenso del vescovo di Padova, Claudio Cipolla, lo nomina vicario generale. Con il trasferimento, siamo nel 2022, di monsignor Mario Antonio a Cuiabá, la Chiesa di Roraima rimane vacante. Don Nicoletto ne è amministratore diocesano fino alla nomina, l’anno scorso, del nuovo vescovo, don Evaristo Pascoal Spengler che lo conferma vicario generale.

Don Lucio Nicoletto

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La lettera

Subito dopo la nomina, in una lunga e affettuosa lettera alla diocesi di Padova in cui ringrazia il vescovo Cipolla e il suo predecessore Mattiazzo, don Nicoletto esprime la speranza che «questo evento sia vissuto da tutta la nostra Chiesa diocesana come un’occasione propizia per celebrare la missione come frutto della gioia di appartenere a Cristo; gioia di vivere con il Signore che ci ha mandato e che ci invia: “come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi!”. Gioia di vivere con la gente che il Signore ha messo sulla nostra strada».

La Chiesa locale

Circa la Chiesa affidata al vescovo eletto, come spiega un comunicato della diocesi di Padova, La Prelatura di São Felix do Araguaia si trova nel Nordest del Mato Grosso e si estende su una superficie di 155milakmq, tra i fiumi Araguaia e Xingu. La popolazione è di circa 180mila abitanti, l’85,6% è battezzata. Poiché il territorio è una frontiera agricola, la popolazione proviene da tutte le parti del Brasile. La regione è abitata anche da numerose popolazioni indigene. Tra le figure simbolo della Chiesa locale, dom Pedro Casaldáliga che ne fu vescovo dal 1971 al 2005. Noto per la sa coraggiosa difesa dei poveri, Casaldáliga scelse come motto episcopale l’espressione "nulla possedere, nulla prendere a carico, nulla chiedere, nulla tacere e soprattutto non uccidere nessuno” e il giorno della sua consacrazione pubblicò la lettera pastorale “Una Chiesa dell’Amazzonia in conflitto con il latifondo”. A Casaldáliga succedette dom Leonardo Steiner (2006-2011). Dal 2012 è vescovo prelato dom Adriano Ciocca Vasino, già fidei donum della diocesi di Novara. La Prelatura è suddivisa in quattro zone e conta attualmente 15 parrocchie. Nove i sacerdoti diocesani mentre tre provengono da altre diocesi.

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