mercoledì 4 gennaio 2023
Il patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I ha scritto a papa Francesco per la morte del Papa emerito in cui definisce Ratzinger uno dei più grandi teologi del XX secolo
Benedetto XVI e il patriarca ecumenico di Costantinopoli, Bartolomeo I, al Fanar il 30 novembre 2006

Benedetto XVI e il patriarca ecumenico di Costantinopoli, Bartolomeo I, al Fanar il 30 novembre 2006 - Ansa

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«Santità, è con grande tristezza che diamo l’addio al suo diretto predecessore sul trono di San Pietro della Chiesa sorella di Roma… Possa la sua memoria essere eterna». Così il patriarca ecumenico di Costantinpoli Bartolomeo I ha scritto a papa Francesco per la morte di papa Ratzinger. «Mentre sappiamo che il nostro fratello, papa Benedetto XVI, ha sofferto negli ultimi anni – ha continuato nella lettera Bartolomeo – riconosciamo che ha vissuto una vita piena, colma di difficoltà ma anche di innumerevoli benedizioni».

E nel ricordo affettuoso della sua figura, evidenziando la sua statura di teologo – «uno dei più grandi del Ventesimo secolo» – ha menzionato i «memorabili contributi» apportati da papa Benedetto anche «in ambito accademico e nella costruzione di ponti per il suo impegno nel dialogo specialmente con la Chiesa ortodossa». Contributi che per il patriarca ecumenico di Costantinopoli «lasceranno innegabilmente il segno nel storia».

Bartolomeo I ha poi ricordato la visita di Benedetto XVI al Fanar nel 2006, esprimendo gratitudine per il fatto che all’inizio del suo ministero pontificio egli abbia voluto visitare ufficialmente il Patriarcato ecumenico, firmando insieme al patriarca una dichiarazione congiunta. Siglata il 30 novembre, giorno della festa di Sant’Andrea, la convenzione sottolineava che «cattolici ed ortodossi sono chiamati ad intraprendere insieme azioni a favore del rispetto dei diritti dell’uomo, di ogni essere umano, creato ad immagine e somiglianza di Dio, come pure per lo sviluppo economico, sociale e culturale. Le nostre tradizioni teologiche ed etiche – avevano insieme affermato – possono offrire una solida base alla predicazione e all’azione comuni… Come capi religiosi, consideriamo come uno dei nostri doveri incoraggiare e sostenere gli sforzi compiuti per proteggere la creazione di Dio e per lasciare alle generazioni future una terra sulla quale potranno vivere».

In occasione della festa di Sant’Andrea del 30 novembre del 2009 Benedetto XVI aveva invece voluto sottolineare: «Le nostre Chiese possono lavorare insieme per richiamare l’attenzione sulla responsabilità dell’umanità verso la tutela del creato. A questo proposito, esprimo ancora una volta il mio apprezzamento per le numerose valide iniziative che ella, santità, ha sostenuto e incoraggiato e che hanno reso testimonianza al dono della creazione».

«In ogni caso – continuava – mentre stiamo compiendo questo cammino verso la piena comunione, già dobbiamo offrire una testimonianza comune, cooperando al servizio dell'umanità, in particolare nella difesa della dignità della persona umana, nell'affermazione dei valori morali fondamentali, nella promozione della giustizia e della pace e nel dare risposta alla sofferenza che continua ad affliggere il nostro mondo, in particolare alla fame, alla povertà, all'analfabetismo e alla non equa distribuzione delle risorse».

Non è mancato dal Fanar anche il ricordo delle numerose visite di Bartolomeo in Vaticano. «Abbiamo lavorato insieme più volte» ha detto a voce Bartolomeo e «ho sentito lo stesso Benedetto dire che ha conosciuto meglio l'Ortodossia grazie ai suoi studenti ortodossi». Per il patriarca ecumenico di Costantinopoli le dimissioni di Benedetto nel 2013 sono state «un atto di coraggio». Al funerale di Josef Ratzinger, il Patriarcato ecumenico sarà rappresentato dal metropolita Emmanuel e dal metropolita Polykarpos.




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