Papa Francesco nomina vescovi due parroci (giovani)
Si tratta di don Roberto Farinella e di don Francesco Massara che guideranno rispettivamente la diocesi piemontese di Biella e quella marchigiana di Camerino-San Severino Marche. Hanno 50 e 53 anni.

Farinella, da Ivrea a Biella. Subentra a Mana

Massara dalla Calabria nelle Marche. Succede a Brugnaro

È invece il calabrese don Francesco Massara il nuovo arcivescovo di Camerino-San Severino Marche, realtà molto colpita dal sisma di due anni fa. Nell’incarico subentra a monsignor Francesco Giovanni Brugnaro, dimissionario per limiti di età
Nato a Tropea, in provincia di Vibo Valentia il 1° luglio 1965, Massara ha intrapreso gli studi universitari di Filosofia presso La Sapienza di Roma e quelli di Biblioteconomia ed Archivistica presso l’Archivio segreto vaticano. Nel 1988 è entrato nel Pontificio Seminario Romano Maggiore come alunno della sua diocesi natia ed ha frequentato la Pontificia Università Lateranense, dove ha conseguito il baccellierato in Teologia (1992) e la licenza in Dogmatica (1994). Ordinato presbitero il 17 aprile 1993, incardinandosi nel clero di Mileto-Nicotera-Tropea, è stato direttore del Centro diocesano vocazioni dal 1995 al 1998; parroco della parrocchia di San Nicola Vescovo a Vazzano (VV) dal 1996 al 2004; fondatore e responsabile delle cooperative di lavoro diocesane dal 1997 al 2003; responsabile dell’Ufficio amministrativo diocesano dal 1999 al 2003; revisore dei Conti IDSC dal 2001 al 2004; economo generale del Pontificio Seminario Romano Maggiore e segretario del Consiglio di amministrazione dell’Associazione missionari imperiali dal 2006 al 2017. Dal febbraio 2017 è parroco di San Pantaleone Martire a Limbadi comunità che festeggia il suo patrono proprio il 27 luglio.
All’insegna della gioia che si esprime in punta di piedi il primo messaggio di Massara alla nuova diocesi. «Chiedo – scrive – il permesso di entrare per la prima volta, con fiducia e trepidazione, nelle vostre vite, con delicatezza, e nella vostra comunità. Chiedo il permesso di portare conforto alle genti colpite dal terremoto e - ancora - ai giovani di poter essere loro compagno di strada. Chiedo anche grazie al Signore, al Papa, per il coraggio nell’affidarmi questa responsabilità. Infine - ha concluso - chiedo scusa per la inevitabile debolezza con la quale potrei portare la mia testimonianza. Vi chiedo ancora di essere indulgenti per tutte le volte che servendomi e non servendo il Vangelo, non saprò essere un pastore con l’odore delle pecore».
Nato a Tropea, in provincia di Vibo Valentia il 1° luglio 1965, Massara ha intrapreso gli studi universitari di Filosofia presso La Sapienza di Roma e quelli di Biblioteconomia ed Archivistica presso l’Archivio segreto vaticano. Nel 1988 è entrato nel Pontificio Seminario Romano Maggiore come alunno della sua diocesi natia ed ha frequentato la Pontificia Università Lateranense, dove ha conseguito il baccellierato in Teologia (1992) e la licenza in Dogmatica (1994). Ordinato presbitero il 17 aprile 1993, incardinandosi nel clero di Mileto-Nicotera-Tropea, è stato direttore del Centro diocesano vocazioni dal 1995 al 1998; parroco della parrocchia di San Nicola Vescovo a Vazzano (VV) dal 1996 al 2004; fondatore e responsabile delle cooperative di lavoro diocesane dal 1997 al 2003; responsabile dell’Ufficio amministrativo diocesano dal 1999 al 2003; revisore dei Conti IDSC dal 2001 al 2004; economo generale del Pontificio Seminario Romano Maggiore e segretario del Consiglio di amministrazione dell’Associazione missionari imperiali dal 2006 al 2017. Dal febbraio 2017 è parroco di San Pantaleone Martire a Limbadi comunità che festeggia il suo patrono proprio il 27 luglio.
All’insegna della gioia che si esprime in punta di piedi il primo messaggio di Massara alla nuova diocesi. «Chiedo – scrive – il permesso di entrare per la prima volta, con fiducia e trepidazione, nelle vostre vite, con delicatezza, e nella vostra comunità. Chiedo il permesso di portare conforto alle genti colpite dal terremoto e - ancora - ai giovani di poter essere loro compagno di strada. Chiedo anche grazie al Signore, al Papa, per il coraggio nell’affidarmi questa responsabilità. Infine - ha concluso - chiedo scusa per la inevitabile debolezza con la quale potrei portare la mia testimonianza. Vi chiedo ancora di essere indulgenti per tutte le volte che servendomi e non servendo il Vangelo, non saprò essere un pastore con l’odore delle pecore».
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