Mangiare da Dio: i salesiani raccolgono ricette (e storie) di 137 Paesi
In un ricettario pubblicato da poco, i religiosi di Don Bosco spiegano come cucinare i piatti tipici locali delle nazioni in cui operano: tra fede e gastronomia nasce così "Bosco food"

Dal calulu di pesce, specialità dell’Angola, al gulasch ungherese, fino al riso fritto indonesiano e al musakhan, pietanza palestinese a base di pollo arrostito su focaccia. Sono soltanto alcune delle prelibatezze contenute nel volume “Bosco Food”, ricettario internazionale in italiano e inglese «che mette in relazione l’arte culinaria dei Paesi in cui operano» i discepoli di san Giovanni Bosco «con la cultura, la religione e la presenza salesiana contemporanea», spiega don Pavel Ženíšek, coordinatore dell’opera curata dal Settore per le Missioni della congregazione salesiana «per mostrare l’enorme ricchezza e varietà delle culture a partire dall’arte culinaria».
Dal 2022 al 2024 è stata raccolta ogni settimana la ricetta di un piatto tipico proveniente da ciascuno dei 137 Paesi in cui sono presenti i salesiani, indicando in una scheda di due pagine gli ingredienti, la modalità di preparazione, la situazione religiosa e una breve storia della congregazione in quel luogo specifico. «Ogni comunità è invitata a prepararlo e ad aiutare i suoi membri ad allargare i propri orizzonti culturali», auspica don Ženíšek. Le ricette sono state pubblicate sui canali Instagram e Facebook del Settore per le Missioni salesiane e inviate insieme al bollettino di animazione missionaria mensile “Cagliero11”. Questo materiale è stato la base per realizzare pubblicazione del libro bilingue, uscito il 4 giugno in occasione del 150° anniversario della prima Spedizione missionaria salesiana, avvenuta l’11 novembre 1875, che diede il via alla diffusione del carisma di Don Bosco nei cinque continenti; il motto dell’evento – “Ringraziare, Ripensare, Rilanciare” – caratterizza tutte le iniziative per celebrare questa significativa ricorrenza. Inoltre il 4 giugno la Chiesa fa memoria liturgica di san Francesco Caracciolo (1563-1608), cofondatore dei Chierici regolari minori, che donava grandi quantità di cibo ai poveri ed è stato dichiarato patrono dei cuochi.

Partendo dalla convinzione che «anche il cibo è un dono di Dio, capace di mette in relazione le persone mostrando a tutti la ricchezza della varietà culturale», dal tavë kosi albanese al mazondo dello Zimbabwe, passando attraverso alcuni scritti su don Bosco e il cibo, «nelle 331 pagine “Bosco Food” regala un emozionante viaggio tra i fornelli, le tradizioni culturali, i racconti mitologici e il lavoro educativo a favore dei giovani poveri e bisognosi in ogni angolo del pianeta», commenta don Alfred Maravilla, consigliere generale per le Missioni salesiane. E puntualizza nell’introduzione al volume: «Man mano che il mondo diventa più interconnesso, la possibilità di esplorare cucine diverse diventa facilmente accessibile. La cucina locale è una porta d’ingresso in una cultura». Quindi il ricettario rappresenta «un viaggio gastronomico unico attraverso i Paesi in cui i salesiani sono presenti. Il breve dettaglio storico, alla fine di ogni ricetta, getta luce sul lavoro che i salesiani stanno svolgendo in quel Paese. Uno strumento che permette di godere non solo dei sapori di cucine diverse, ma anche di ampliare la consapevolezza della presenza salesiana nel mondo».
Per chiedere copie cartacee del libro, si può scrivere a cagliero11@sdb.org.
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