mercoledì 17 novembre 2021
Iniziative in tante diocesi italiane. L’arcivescovo Ghizzoni: ci aiuta a mobilitarci per creare ambienti sicuri, formando persone che rispettino i più piccoli in tutte le attività ecclesiali
La celebrazione penitenziale presieduta papa Francesco con i partecipanti del meeting sulla protezione dei minori tenutosi a Roma nel 2019

La celebrazione penitenziale presieduta papa Francesco con i partecipanti del meeting sulla protezione dei minori tenutosi a Roma nel 2019 - Siciliani

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Ascoltare, tutelare, proteggere e curare sono le parole chiave della prima Giornata di preghiera per le vittime di abusi che il 18 novembre si svolge in tutte le diocesi. La Giornata, decisa dal Consiglio permanente della Conferenza episcopale italiana, si tiene in corrispondenza della Giornata europea per la protezione dei minori contro lo sfruttamento e l’abuso sessuale istituita dal Consiglio d’Europa.

Due gli obiettivi più importanti: la preghiera e la sensibilizzazione.

Un appuntamento coraggioso che si inserisce in quella rete di iniziative finalizzate a segnare una svolta importante nell’attenzione verso i minori abusati e fragili. Come anche nei confronti delle famiglie che sopportano o hanno sopportato le conseguenze di una sofferenza spesso silenziosa e imbarazzante. Ecco perché, secondo quanto ha spiegato il presidente del Servizio nazionale Cei per la tutela dei minori, l’arcivescovo di Ravenna-Cervia, Lorenzo Ghizzoni, il significato di questa Giornata dovrà essere tutt’altro che formale. Se la preghiera, espressione di vicinanza e richiesta di aiuto a Dio per le vittime degli abusi di cui si è resa protagonista la Chiesa, rappresenta un’occasione preziosa per invocare la forza della conversione e un cambio sostanziale di mentalità, la ricorrenza del 18 novembre dovrà diventare uno spunto per dilatare quell’atteggiamento pastorale capace di tradurre le buone intenzioni in prassi corrette nelle parrocchie, negli oratori, negli istituti.

«La preghiera – ha scritto ancora Ghizzoni nell'opuscolo diffuso dal Servizio nazionale Cei per questa Giornata – ci aiuterà anche a mobilitarci per creare intorno a noi ambienti sicuri, scegliendo e formando persone che sappiano rispettare i più piccoli in tutte le nostre attività ecclesiali. Dobbiamo anche pregare per chiedere perdono per chi ha commesso questi abusi, per chi non ha voluto vedere e non è intervenuto per affrontare le situazioni ambigue o rischiose».

La Giornata del 18 novembre, pur importantissima, è però solo un tassello del grande mosaico costruito dalla Chiesa italiana sul fronte della tutela ai minori e alle persone vulnerabili. L’organismo voluto dai vescovi italiani comprende oggi 16 Servizi regionali con 16 coordinatori e 16 vescovi incaricati. Sono poi stati istituiti 219 Servizi diocesani per la tutela dei minori (su 226 diocesi). In alcune diocesi sono sorti anche i centri di ascolto, con responsabili diversi dai referenti diocesani. Certo, come tutte le realtà umane, anche queste rete costruita con dedizione e pazienza, va perfezionata e accresciuta. Un lavoro informativo e formativo che punta certamente a prevenire e a curare, ma allo stesso tempo intende diventare un approdo educativo al servizio delle comunità ecclesiali, ma non solo, per tutto quello che riguarda il pianeta minori e fragilità.

Ecco perché, in più occasioni, si è parlato di sensibilizzazione e di responsabilizzazione, secondo un nuovo approccio all’insegna della trasparenza e della collaborazione allargata alla società civile che va sollecitato e riproposto senza interruzione. Un impegno che, anche alla luce di quanto si sta verificando in altre conferenze episcopali, come quella francese o tedesca, sollecita la Chiesa italiana a raddoppiare gli sforzi a tutela dei minori a rischio abusi e dei loro familiari. È questa la linea che ha portato alla scelta dei referenti diocesani – 56 donne e 47 uomini – in prevalenza professionisti preparati in campo giuridico, psicologico, medico-psichiatrico, assistenziale, educativo, e 123 presbiteri o religiosi. Un grande passo in avanti per estendere in maniera capillare su tutto il territorio, una rete ben strutturata e finalizzata alla protezione sensibilizzazione sul tema. Ecco perché la Giornata del 18 novembre dovrà anche segnare una svolta per dire finalmente basta, in modo perentorio e definitivo, a quella mentalità in cui gli abusi – di potere, di coscienza, spirituali e sessuali – fanno parte di una sequenza dolorosa che offende l’umanità e il Vangelo. Come si spezza? Diffondendo la conoscenza delle drammatiche conseguenze degli abusi, proponendo azioni efficaci per prevenirli, diffondendo la cultura del rispetto dei minori e delle persone vulnerabili, del loro corpo e della loro anima.

Va ricordato che anche il Papa al termine dell'udienza generale ha menzionato “la prima Giornata nazionale di preghiera per le vittime e i sopravvissuti agli abusi, promossa dalla Conferenza episcopale”.



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