Virus West Nile, i morti sono nove. Come si manifesta e quando è pericoloso

Resta alta l'attenzione: casi in aumento e picco a Ferragosto. Ma gli esperti: niente allarmismi. Come si manifesta e quando è pericolosa la malattia trasmessa dalle zanzare e dagli uccelli
July 30, 2025
Virus West Nile, i morti sono nove. Come si manifesta e quando è pericoloso
ANSA | Un operatore dell'Asl di Caserta con una trappola per zanzare
Resta alta l'attenzione per il virus West Nile. I casi in Italia sono in crescita ed anche il bilancio delle vittime si allunga di giorno in giorno: al momento sono nove i pazienti deceduti dall'inizio dell'anno, gli ultimi due nella giornata di mercoledì. Anche il numero delle infezioni stimate sul territorio nazionale preoccupa: sarebbero almeno 10mila, la maggioranza in forma asintomatica. Il picco dei casi si prevede dopo Ferragosto, ma a destare timore è anche l'imprevedibilità di questo virus diffuso dalle comuni zanzare.
Entrambe nel Casertano le ultime vittime: un uomo di 73 anni deceduto nell'ospedale del capoluogo dove era ricoverato ed un 76enne ospite di una residenza saniatria a Grazzanise. Diventano così quattro i decessi in Campania e nove in Italia. La prima vittima, di Maddaloni, aveva malattie pregresse e un quadro clinico complesso. Anche l'altra aveva un quadro clinico compromesso. Quanto al numero dei casi confermati, l'ultimo bollettino dell'Istituto superiore di sanità, risalente alla scorsa settimana, ne segnalava 31 soprattutto concentrati tra Lazio e Campania.
«In concreto non c'è nessun allarme. I casi sono limitati. Ma la preoccupazione delle persone c'è, si chiedono cosa stia succedendo, si allarmano per le notizie. Noi medici dobbiamo ascoltare e informare. Purtroppo dobbiamo imparare a convivere con le virosi e a utilizzare ogni strumento per limitarne la diffusione», ha detto il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici (Fnomceo), Filippo Anelli. «Per questi virus non ci sono terapie - sottolinea - Quindi il nostro impegno è tutto proteso sulla prevenzione: l'uso dei disinfestanti da utilizzare in maniera adeguata, la bonifica delle aree infestate, soprattutto quelle in cui ristagna molta acqua, e poi, a livello individuale, coprirsi adeguatamente, usare dei repellenti - raccomanda Anelli -. Anche in questi casi i medici devono fare prevenzione informando i propri pazienti».

Il virus è stato isolato per la prima volta nel 1937 in Uganda, nel distretto West Nile; di qui il suo nome. Nel Lazio, in provincia di Latina sono stati registrati i primi 2 casi autoctoni di infezione. La febbre West Nile non si trasmette da persona a persona. Si tratta infatti di una malattia infettiva trasmessa dalle zanzare, in particolare del genere Culex pipiens (la zanzara comune notturna, non la zanzara tigre) che colpisce soprattutto gli uccelli selvatici (che sono i veri incubatori del virus). Le zanzare si infettano pungendo gli uccelli e, talvolta, trasmettono il virus anche a ospiti accidentali come il cavallo e, appunto, l'uomo. Altre possibili vie di trasmissione comprendono la trasfusione di sangue e il trapianto di organi da donatori infetti e ancor più raramente sono state segnalate infezioni congenite trasmesse dalla madre al feto attraverso il latte umano.

La maggior parte delle persone infette è asintomatica. Fra i casi sintomatici, circa il 20% presenta disturbi leggeri come febbre, mal di testa, nausea, vomito, linfonodi ingrossati, sfoghi cutanei. Questi sintomi possono durare pochi giorni, in rari casi qualche settimana, e possono variare molto a seconda dell'età della persona. Nei bambini è più frequente una febbre leggera, nei giovani la sintomatologia è caratterizzata da febbre mediamente alta, arrossamento degli occhi, mal di testa e dolori muscolari. Finora non risultano casi infantili gravi. Negli anziani e nelle persone debilitate, invece, la sintomatologia può essere più grave, ed è in questi casi che occorre rivolgersi alle strutture ospedaliere. I sintomi più gravi si presentano in media in meno dell'1% delle persone infette (1 su 150) e comprendono febbre alta, forti mal di testa, debolezza muscolare, disorientamento, tremori, disturbi alla vista, torpore, convulsioni, fino alla paralisi e al coma. Alcuni effetti neurologici possono essere permanenti.
In pochi giorni, però, le infezioni segnalate e confermate sono notevolmente aumentate. Due nuovi casi si sono registrati in Lombardia. Si tratta di due donne, una 38enne a Milano e una 66enne a Pavia. Quest'ultima è attualmente ricoverata. E in Campania, sono stati resi noti altri due casi di positività al virus, e uno dei pazienti è in gravi condizioni. A L'Aquila sono in corso accertamenti su un unico caso sospetto segnalato.
Quanto alle donazioni di sangue, nelle province dove è stata certificata la presenza del virus vengono eseguiti specifici test sulle sacche. Nelle altre regioni dove il virus non è rilevato, se non è prevista l'esecuzione del test, il donatore dovrà astenersi per 28 giorni se ha soggiornato in aree a rischio. Dal canto loro, le istituzioni invitano alla calma. Mercoledì la Asl Roma 2 ha dovuto emettere un comunicato per smentire la notizia, infondata, secondo cui le donazioni di sangue sarebbero state sospese nella regione Lazio. La situazione è assolutamente sotto controllo e i cittadini possono stare tranquilli anche per il direttore generale del Welfare di Regione Lombardia, Mario Melazzini.

Attualmente in Italia, afferma Federico Gobbi, direttore Dipartimento di Malattie Infettive e Tropicali e Microbiologia dell'Irccs Ospedale Sacrocuore Don Calabria Negrar, «è possibile stimare la presenza di almeno 10mila infezioni da virus West Nile, la maggior parte asintomatiche». Il calcolo è effettuato sulla base del numero attuale di decessi registrati nel 2025. Le infezioni «potrebbero aumentare ma è difficile ipotizzare come andrà, perché questo virus è imprevedibile sia in relazione al target di persone che verrà colpito sia nell'andamento«». Cruciali restano, dunque, la sorveglianza e il monitoraggio: «Purtroppo, se ci saranno più infezioni - afferma - aumenteranno inevitabilmente sia i casi gravi di neuro-encefalite sia i decessi». Anche Antonello Maruotti, ordinario di Statistica all'università Lumsa, stima che nelle prossime settimane «i casi continueranno ad aumentare: la curva di solito comincia a crescere da metà luglio raggiungendo il picco fra la seconda e la terza settimana di agosto. Per poi scendere rapidamente subito dopo».
Intanto, la Federazione italiana delle aziende sanitarie e ospedaliere (Fiaso) ha attivato la propria rete di ospedali sentinella su tutto il territorio per supportare il monitoraggio della febbre West Nile. «Un'azione concreta per garantire una sorveglianza precoce e coordinata dei casi e contribuire alla sicurezza dei cittadini, in collaborazione con le autorità sanitarie regionali e nazionali», afferma Fiaso. «La rete delle aziende sanitarie è pronta a fare la sua parte. Con l'attivazione degli ospedali sentinella, mettiamo a disposizione un'infrastruttura di monitoraggio capillare e affidabile, che ha già dimostrato la sua efficacia durante la pandemia da Covid-19», sottolinea Giovanni Migliore, presidente Fiaso.

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