Identikit della violenza sulle donne: i dati dell'Istat

Una donna su tre in Italia ha subito violenza: in totale sono circa 6,4 milioni le vittime, il 18% ha subito violenze fisiche, il 23% sessuali, il 5% tentati stupri. Roccella: è una vera emergenza globale
November 21, 2025
La ministra per le Pari Opportunità e Famiglia Eugenia Roccella. Ansa
Manifestazione contro la violenza alle donne / ANSA archivio
Solo a scorrerli con gli occhi danno l’impressione di quanto sia ormai una «vera e propria emergenza», tanto per usare le parole con cui la ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia Eugenia Roccella ha aperto la Conferenza internazionale sul femminicidio stamane a Roma. Una donna su tre, infatti, nel nostro Paese ha subito almeno una volta una qualche forma di violenza, la metà dal proprio partner. Sono insomma circa 6 milioni e 400mila (il 31,9%) le donne italiane dai 16 ai 75 anni di età che hanno vissuto la terribile esperienza di una violenza fisica o sessuale nel corso della vita (a partire dai 16 anni di età). Il 18,8 ha subìto violenze fisiche e il 23,4% violenze sessuali; tra queste ultime, a subire stupri o tentati stupri sono il 5,7% delle donne. Il nuovo report dell’Istat “La violenza contro le donne, dentro e fuori la famiglia – Primi risultati 2025” (la versione completa uscirà nel 2026 con l’aggiunta dei dati sulle donne straniere) presentato oggi da una serie di conferme come il fatto – sottolinea il presidente dell’istituto di statistica Francesco Maria Chelli – che «la maggior parte delle violenze avviene all’interno della sfera affettiva, visto che il 26,5% delle donne ha subito violenza fisica o sessuale da parenti, amici, colleghi, conoscenti».
Considerando le donne che hanno un partner o lo hanno avuto in passato, sono il 12,6% le donne vittime di violenza fisica o sessuale nell’ambito della coppia, all’interno della quale – per scendere ancor più nello specifico – da mariti e compagni si subisce anche violenza psicologica (17,9%) e violenza economica (6,6%). «Una ulteriore conferma – aggiunge ancora Chelli – è la stabilità dei numeri delle denunce rispetto allo stesso numero dell’ultima rilevazione del 2014. Anche il dato degli importanti aumenti delle violenze subite dalle giovanissime (16-24 anni) e dalle studentesse non modificano il dato medio. Mentre cresce il numero in percentuale dei figli che assistono alle violenze o che ne diventano a loro volta vittime essi stessi». In percentuale, cioè, sono il 10,5% le vittime che hanno denunciato la violenza subita da parte dei partner o ex partner negli ultimi cinque anni, mentre diminuiscono le violenze che hanno comportato delle ferite e per cui si teme per l’incolumità della propria vita.
Il quadro fornito dai risultati dell’indagine, spiega ancora il presidente dell’Istat, evidenzia una maggiore consapevolezza dei rischi da parte delle donne e questo è dimostrato da una diminuzione delle esperienze di violenza subite dal partner attuale, sia di natura fisica e sessuale sia psicologica ed economica. «Una maggiore consapevolezza si manifesta anche nell’aumento delle vittime che considerano un reato quanto hanno subito – aggiunge Chelli - di quelle che ricercano aiuto presso i Centri antiviolenza e i servizi specializzati, soprattutto per le violenze subite da parte dei partner».
Ovunque si manifesti, difatti, è il messaggio della ministra Rocella, il femminicidio rappresenta «una ferita aperta all'umanità intera, un dramma che chiama le istituzioni, le società civili e ciascuno di noi a una responsabilità condivisa: quella di unire le forze, oltre ogni frontiera, anche ideologica, per spezzare definitivamente la catena della violenza e restituire alle donne il diritto di vivere libere, sicure e rispettate». L’Italia sta facendo la sua parte, a partire dalle novità sul piano normativo, in particolare il Parlamento il 25 novembre, Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, approverà «mi auguro all’unanimità» - l’auspicio di Roccela - il ddl sul Femminicidio, «una legge di portata storica perché introduce nel codice penale la fattispecie autonoma di reato».

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