Scossa nelle Marche, il candidato governatore Ricci è indagato

L'ex sindaco di Pesaro, candidato del campo largo alle prossime regionali, nel mirino dei pm per presunti affidamenti diretti. Conte chiede un chiarimento
July 21, 2025
Scossa nelle Marche, il candidato governatore Ricci è indagato
Ansa | Ricci mostra l'avviso di garanzia in un video sui social
Il timing è scoraggiante e rischia di azzoppare la corsa del centrosinistra per le Marche. Matteo Ricci, deputato europeo del Pd e candidato dal centrosinistra per sfidare il governatore meloniano Francesco Acquaroli, è indagato per presunti affidamenti diretti. La notizia è arrivata ieri, il giorno dopo l’ufficializzazione della data del voto regionale, il 28 e 29 settembre prossimi, e questo rende la circostanza ancora più indigesta.
A farlo sapere è stato lo stesso ex sindaco di Pesaro, in un video postato sul suo profilo Facebook: «Ho ricevuto questa mattina un avviso di garanzia sulla vicenda annosa dei murales, delle feste e del casco di Valentino Rossi. Sono sorpreso - ha ammesso - perché in questi anni non mi sono mai occupato di affidamenti, mi sono sempre fidato ciecamente dei miei collaboratori. Mai avevo avuto alcun tipo di segnalazione strana rispetto all'esecuzione dei lavori. Spero di vedere il procuratore il prima possibile».
Ricci ha definito l’accusa a suo carico «abbastanza curiosa» perché, ha spiegato, «mi si dice che non avrei ottenuto nessuna utilità patrimoniale, ma che avrei ottenuto una utilità in termini di consenso politico». Per questo l’ex sindaco si è detto «sereno» e sicuro di poter «smontare subito» l’impianto accusatorio, anche se il tempo scelto dai pm per comunicare l’iscrizione nel registro degli indagati lo ha reso «molto amareggiato e arrabbiato».
Nel mirino degli inquirenti gli affidamenti di risorse pubbliche senza bando in favore di due associazioni culturali di Pesaro, Opera Maestra e Stella Polare, che però Ricci sostiene di non conoscere. L’accusa è parte dell’indagine “Affidopoli”, che stando ad alcune ricostruzioni giornalistiche, ipotizza l’esistenza di un sistema corruttivo per affidare incarichi pubblici a soggetti privi dei requisiti minimi richiesti.
Al di là dell’inchiesta giudiziaria, però, a pesare è soprattutto il dato politico, che potrebbe minare l’unità della coalizione a poche settimane dal voto. In questo senso il segnale del leader M5s, Giuseppe Conte, è piuttosto chiaro: «Rispettiamo il lavoro autonomo e indipendente della magistratura e non sottovalutiamo le ipotesi accusatorie, ma ci riserviamo di valutare approfonditamente le contestazioni mosse a Ricci, al fine di comprendere se gli venga mossa una semplice contestazione per spese del Comune non corrette o se vi siano gli elementi di una condotta disonesta, che ha portato a indebiti vantaggi personali, condotta questa che sarebbe incompatibile con i nostri principi e i nostri valori». In sintesi: il Pd è avvisato e se le accuse dovessero risultare fondate il Movimento non metterà a rischio la sua immagine appoggiando un candidato “macchiato” da un’inchiesta. Elly Schlein al momento non ha commentato. La prudenza, specie dopo le inchieste milanesi, è d’obbligo. Ma il segnale non è buono. Di sicuro al Nazareno non serviva un’altra tegola del genere e comunque una presa di posizione è necessaria, anche per salvare il progetto elettorale costruito attorno all’ex sindaco di Pesaro.
Chiaramente, sul versante opposto, non poteva esserci notizia migliore. Per il fratello d’Italia Antonio Baldelli, fatto salvo «il principio costituzionale di presunzione di innocenza fino a sentenza definitiva», Ricci «non può sottrarsi alle sue responsabilità politiche», che «affondano le radici nel suo passato amministrativo».

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