martedì 19 settembre 2023
La riforma approvata in Consiglio dei ministri. Stretta sul comportamento: a settembre gli studenti con il 6 dovranno presentare uno scritto in materia di cittadinanza attiva e solidale
Primo giorno di scuola a Genova

Primo giorno di scuola a Genova - Ansa

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Il Consiglio dei ministri ha approvato in queste ore due importanti novità per la scuola. La prima riguarda l’istruzione tecnica e vede la nascita, dall’anno scolastico 2024-2025, della “filiera formativa tecnologico-professionale”. La novità principale riguardala durata del percorso di studi, che scende a 4 anni, con la possibilità di iscriversi, dopo il diploma, ai corsi biennali degli Its Academy, «a seguito di validazione Invalsi», precisa il comunicato del governo. «Oggi l’istruzione tecnica e professionale diventa finalmente un canale di serie A, in grado di garantire agli studenti una formazione che valorizzi i talenti e le potenzialità di ognuno e sia spendibile nel mondo del lavoro, garantendo competitività al nostro sistema produttivo», ha dichiarato il ministro Valditara. Ricordando i “numeri” dei posti di lavoro che, secondo i dati Unioncamere Excelsior, saranno creati entro il 2027: dalla meccatronica all’informatica, serviranno almeno 508mila addetti, ma Confindustria calcola che il 48% di questi sarà di difficile reperimento. A settembre 2023 questo dato ha già raggiunto quota 48% (+ 5 punti rispetto al 43% di un anno fa, nel 2019 era il 33%). La riforma, ha sottolineato Valditara, «ha l’obiettivo di trasformare questi numeri allarmanti in una grande opportunità per i nostri giovani».

La seconda novità di ieri è la stretta, annunciata, sul voto in condotta. Che tornerà alle medie, sarà espresso in decimi e, in caso di votazione inferiore al 6, è previsto che «il consiglio di classe deliberi la non ammissione alla classe successiva o all’esame di Stato conclusivo del percorso di studi», si legge sempre nel comunicato del Cdm. Per le superiori, in caso di voto pari a 6, «il Consiglio di classe assegnerà allo studente un elaborato critico in materia di cittadinanza attiva e solidale da trattare in sede di colloquio dell’esame di Stato», ricorda il governo. «Analogamente a quanto avviene per il primo ciclo, nel caso di valutazione del comportamento inferiore a sei decimi, il Consiglio di classe dovrà deliberare la non ammissione all’esame di Stato conclusivo del percorso di studi. Infine, il punteggio più alto nell’ambito della fascia di attribuzione del credito scolastico spettante sulla base della media dei voti dello scrutinio finale sarà attribuito soltanto se il voto di comportamento sarà pari o superiore a nove decimi», conclude la nota di Palazzo Chigi. «La riforma del voto in condotta – ha commentato il ministro Valditara – responsabilizza i ragazzi e restituisce autorevolezza ai docenti. Prosegue con atti concreti il nostro percorso di ricostruzione di una scuola che dia valide opportunità ai nostri giovani, valorizzi i territori e offra competenze di qualità alle imprese. Nel contempo, una scuola che sia anche capace di affermare la cultura del rispetto», ha concluso il ministro.

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