martedì 8 marzo 2022
Naufragio in Libia, recuperati sulla spiaggia 12 corpi senza vita. Paura per altre 60 persone partite dalla Tunisia cinque giorni fa e di cui non si ha più notizia.
Tragedia in mare, 50 migranti morti
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Un altro naufragio fantasma. Di cui non si è saputo nulla. È accaduto una settimana fa circa ma si è avuto notizia solo ieri. Cinquanta persone sarebbero "scomparse" nel nulla del Mediterraneo, in fuga dalla Libia e in navigazione verso l’Europa. La tragedia è avvenuta il 27 febbraio scorso, al largo di Sabrata, informa Alarm Phone, il "centralino" civile di volontari per le imbarcazioni di migranti in pericolo. Almeno cinquanta le persone che hanno perso la vita.
«Delle 50 persone a bordo, nessuna è sopravvissuta. Oltre dieci corpi sono stati trovati sulle coste libiche. Il regime Ue dei confini uccide ancora le persone migranti». Ma potrebbe non essere l’unica tragedia del mare dell’ultima settimana. Non si hanno più notizie anche di una barca con 60 migranti partita dalla Tunisia, ormai cinque giorni fa. «I parenti ci chiedono di un gruppo di 60 persone – scrive ancora Alarm Phone – non sono ancora arrivate». Le autorità ci dicono di non avere informazioni su cosa sia accaduto loro. Chiediamo risposte».
Anche la Ong Mediterranea Saving Humans rilancia l’allarme dell’ennesima tragedia. «Non ci sono superstiti tra le circa 50 persone a bordo. Oltre una dozzina i corpi recuperati sulle spiagge libiche. Così i confini europei continuano a uccidere» accusa l’organizzazione umanitaria in un tweet. Intanto prosegue la sua missione di soccorso la nave Ong Geo Barents di Medici senza frontiere, nel Mediterraneo centrale da quattro giorni, con a bordo 111 migranti salvati in due distinti interventi. La nave umanitaria, impegnata a intercettare imbarcazioni in difficoltà, ha già chiesto un posto sicuro di approdo alle autorità maltesi ed italiane. Ma al momento ancora nulla. Sabato mattina, dopo aver ricevuto l’allerta di Alarm phone, l’equipaggio aveva salvato 80 migranti su un gommone alla deriva, tra loro numerose donne e bambini, di cui sei di età inferiore ai 4 anni; nella notte tra sabato e domenica il difficile salvataggio nella zona di ricerca e soccorso maltese: dopo sei ore di ricerca nel buio e con condizioni meteo avverse, è stata raggiunta l’imbarcazione in pericolo con a bordo 31 persone impaurite.
Ma c’è anche un’altra nave in attesa di un porto sicuro con a bordo 26 persone salvate due giorni fa: si tratta del container Cma Cgm Rivoli. Anche a questa Malta e Italia «negano lo sbarco». Lo riferisce sempre Alarm Phone: «La nave non ha ancora ricevuto un porto sicuro. Chiediamo uno sbarco veloce per persone ed equipaggio a Malta o in Italia».
E a Lampedusa, dopo alcuni giorni di tregua lunedì sono ripresi gli sbarchi. Nelle ultime 24 ore sull’isola sono arrivati, a bordo di tre barchini, 78 migranti. La prima imbarcazione è stata avvistata e soccorsa dalla guardia di finanza nella tarda mattinata di lunedì con 20 tunisini a bordo. Poi altri 21 tunisini: nel gruppo, anche 5 donne e 7 minori. Quindi 37 migranti - originari di Guinea, Costa d’Avorio e Mali - salvati nelle acque antistanti Lampedusa. Nell’ultimo gruppo approdato, ci sono anche 8 minori e 14 donne. In Calabria intanto nella notte è stato intercettato un barcone in difficoltà con 185 persone a bordo.
C’è quindi una "doppia Europa" che stride, in tema di rifugiati. Lo sottolinea l’Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Michelle Bachelet. «Sono incoraggiata dall’accoglienza riservata da molti governi e comunità alle persone in fuga dall’Ucraina, inclusa la decisione unanime degli Stati membri dell’Unione europea di attivare la protezione temporanea, e il permesso di soggiorno, in tutta l’Ue», ha detto Bachelet in un intervento al Consiglio Onu per i diritti umani. «Tuttavia – ha aggiunto – tale atteggiamento contrasta nettamente con il trattamento dei migranti provenienti da altri paesi ai confini europei e in altre parti del mondo».
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