martedì 21 agosto 2018
La Procura apre inchiesta per la tragedia del parco del Pollino. Il ministro dell'Ambiente in visita ai feriti. Almeno 10 morti, salvate 23 persone. Ecco chi sono le vittime
Piena del Raganello: vivi 3 giovani dispersi. Era stata data l'allerta meteo
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Una gita tra le gole del Raganello, tra canyon e natura incontaminata. Una giornata incantevole sul Pollino, zona montana in provincia di Cosenza, al confine con la Basilicata, si è trasformata lunedì 20 agostoin tragedia. In pochi istanti decine di persone sono state travolte dalla piena del torrente mentre si trovavano proprio tra le gole, non lontano dal centro abitato di Civita, nei pressi del "ponte del Diavolo".

Finora sono 10 i cadaveri recuperati dopo le prime ore di ricerche, 23 le persone tratte in salvo, tra cui anche due bambini.

"Al 99,9% non ci sono più dispersi tra le persone coinvolte dalla piena del torrente Raganello". A dirlo è stato il ministro dell'Ambiente, Sergio Costa, assieme al prefetto di Cosenza Paola Galeone, al termine della riunione del Comitato per l'ordine pubblico che si è svolta nel municipio di Civita. Costa ha spiegato che le persone coinvolte sono 44: oltre alle 10 vittime, 23 persone sono state salvate e non hanno avuto bisogno di cure, mentre altre 11 sono ricoverate in ospedale. Tra i feriti, la più grave è una bambina che è stata trasferita a Roma. Gli altri non sarebbero in pericolo di vita. Le 10 vittime provenivano da 5 regioni: Calabria, Puglia, Campania, Lazio e Lombardia.

CHI SONO LE VITTIME. RINTRACCIATI TRE DEI RAGAZZI DATI INIZIALMENTE PER DISPERSI

Il capo della protezione civile calabrese Carlo Tansi ha spiegato che ci sono state delle difficoltà ad avere un quadro chiaro di chi manca all'appello, dovute al fatto che gli escursionisti erano in due gruppi organizzati, ma è molto probabile che alcuni di loro in gruppi più piccoli si fossero mossi autonomamente senza essere accompagnati da alcuna guida.

Intorno alle 12.30 di martedì sono stati rintracciati i tre giovani pugliesi - inizialmente inseriti nella lista dei dispersi - Adriana di Ostuni, e due giovani di Bari, Enrico e Giuseppe. I tre si erano accampati in località Valle d'Impisa, una località a monte della zona del disastro e dove i cellulari non hanno campo. A dare notizia del loro ritrovamento è stata un'amica che attraverso un tweet ha informato le forze dell'ordine dicendo "sono vivi".

Tra le prime vittime identificate vi è Antonio De Rasis, 32 anni, di Cerchiara di Calabria. Volontario della protezione civile, non sposato, era stato fra coloro che erano intervenuti dopo la valanga di Rigopiano. Morto in ospedale Gianfranco Fumarola, 42 anni, sposato con due figli, guardia carceraria di Cisternino; nella tragedia ha perso la vita anche Miriam Mezzolla, 27 anni di Torricella (Taranto).

A perdere la vita una coppia di Qualiano, comune della provincia di Napoli: si tratta di Carmen Tammaro e Antonio Santopaolo, genitori di due bambine di 10 e 12 anni. La coppia era in vacanza in Calabria, salvi i figli. L’altra vittima è Maria Immacolata Marrazzo, mamma 43enne di Torre del Greco. Era tra i dispersi, poi è stato trovato il suo cadavere. Il marito Giovanni Sarnataro e i due figli Mario e Angela sono ricoverati in ospedale. Le due famiglie erano partite insieme per le vacanze.

"Indossava il costume da bagno e il suo corpo era vicino a quelli di altre vittime. È stato il momento più difficile e commovente". È la testimonianza di Giacomo Zanfei, componente del Soccorso Alpino della Calabria, che ha partecipato al recupero del corpo della ragazza travolta dalla piena del torrente Raganello insieme ad altri escursionisti e turisti.

Il fatto che la giovane si trovasse in costume, senza quindi l'attrezzatura necessaria per una escursione tra le gole, conferma il fatto che molti turisti visitavano la zona senza le necessarie precauzioni in termini di attrezzature e abbigliamento, come è stato fatto notare dagli esperti sin dalle prime ore dopo la tragedia.


LA PROCURA DI CASTROVILLARI APRE INCHIESTA

La tragedia nella gola del Raganello è ancora tutta da chiarire. L'ingresso al Raganello è libero, con diversi accessi e guide pronte ad accompagnare i turisti che, in alcuni casi, seguono il torrente anche in autonomia. "Un azzardo", come ha sottolineato anche il responsabile della Protezione civile calabrese, Carlo Tansi.

Anche perché da domenica in Calabria erano stati diffusi bollettini di allerta meteo (GIALLA) per il rischio di piogge abbondanti. Stando alla ricostruzione del sito Meteo in Calabria: "La situazione meteo-idrologica è molto complessa, infatti la tragedia è avvenuta nella parte bassa del torrente Raganello (vicino al paese di Civita) ma le piogge sono avvenute sulla parte alta del bacino idrografico ed hanno prodotto la piena che, data la limitata estensione dello stesso bacino, si è propagata a valle in pochi minuti (in gergo tecnico si direbbe che il bacino è caratterizzato da un basso tempo di corrivazione) dando origine al “flash Flood” (piena istantanea) favorita anche dalle pendenze e dalla particolare sezione trasversale incassata del torrente stesso".

La Procura della Repubblica di Castrovillari per la tragedia del Raganello ha aperto un fascicolo contro ignoti ipotizzando i reati di omicidio colposo, lesioni colpose, inondazione e omissione d'atti d'ufficio. Lo ha riferito il procuratore Eugenio Facciolla. Al momento non è stata disposta l'autopsia sui corpi delle vittime. "Il primo pensiero - ha detto Facciolla - è salvare più gente possibile e poi identificare le vittime. Nel pomeriggio valuteremo". I corpi, comunque, presentano i traumi tipici del trascinamento in acqua.

Anche il presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte, segue l'evolversi dei soccorsi, mentre il presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio, è rientrato da un breve periodo di ferie: "Non ci sono parole. È una sciagura immane - ha detto il governatore - che lascia sconvolti. Un'occasione per trascorrere in compagnia una giornata lieta che si è trasformata in una così grave tragedia, lascia ancor di più attoniti".

Il ministro dell'Ambiente, Sergio Costa, martedì in mattinata ha raggiunto Civita, nel Parco del Pollino. Prima aveva visitato alcuni feriti negli ospedali e aveva incontrato i familiari delle vittime.

NELLA NOTTE LE RICERCHE NON SI SONO FERMATE

Nella notte, con le luci delle torri faro, le ricerche sono proseguite, nella consapevolezza che il bilancio dei morti potrebbe drammaticamente salire, coinvolgendo anche persone molto giovani d'età.

Il primo corpo recuperato è quello di una ragazza. Poi ancora corpi, trascinati per centinaia di metri, anche chilometri, dalla violenza dell'acqua. Sul posto il lavoro difficilissimo di vigili del fuoco, Soccorso alpino, carabinieri e Protezione civile regionale. I soccorritori si erano calati con le corde, provano ad avvicinarsi con mezzi fuoristrada, quindi con lunghi percorsi a piedi.

La piazza di Civita è diventata presto la centrale di coordinamento dei soccorsi, mentre in una palestra è stato allestito un primo punto di soccorso e di sostegno per i feriti e per i congiunti di persone coinvolte. La testimonianza di un turista olandese è drammatica: "È arrivata una valanga d'acqua all'improvviso. Non abbiamo avuto il tempo di fare nulla. Sono stato davvero fortunato. Una cosa incredibile, l'inferno - ha aggiunto in un buon italiano -. Sono davvero senza parole e piango le persone che non sono riuscite a salvarsi".


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